Portovesme, 20 novembre 2025 – Sono passate tre notti da quando gli operai di Eurallumina hanno scelto di restare a quaranta metri d’altezza, sul silo dello stabilimento di Portovesme. Il freddo e la pioggia non danno tregua, ma loro non mollano. Una protesta che si fa sempre più dura, mentre da Roma non arriva ancora una risposta sulla vertenza che tiene in bilico il futuro di oltre cento famiglie nel Sulcis. Il problema è sempre lo stesso: lo sblocco dei fondi finanziari della multinazionale russa UC Rusal, congelati dalle sanzioni europee.
Operai in cima al silo, tra pioggia e gelo
Ieri sera la scena era identica a quella delle notti passate: tute arancioni, caschi, qualche coperta buttata alla meglio e le luci dei cellulari a rischiarare il buio sul piazzale della fabbrica. “Resistiamo, sperando in una soluzione”, ha detto al telefono poco dopo le 22 Enrico Pulisci, rappresentante sindacale della Rsa Eurallumina. “Il tempo è contro di noi: stare qui su, sotto la pioggia e il gelo, è pesante. E sembra che peggiorerà nelle prossime ore”. La tensione monta, così come l’ansia per una vertenza ferma da troppo tempo.
La vertenza Eurallumina e il blocco dei fondi
Al centro della protesta c’è la richiesta urgente di sbloccare i fondi di UC Rusal, bloccati dalle sanzioni Ue contro la Russia. La situazione va avanti da mesi, ma nelle ultime settimane la pressione è salita. Senza quei soldi, spiegano i sindacati, non si può ripartire con la produzione né garantire gli stipendi. “Aspettiamo segnali da Roma – ha detto Pulisci – anche se ormai siamo preoccupati, perché ci aspettavamo risposte più rapide”. Gli operai vogliono certezze, mentre il territorio teme un’altra batosta sul fronte del lavoro.
Istituzioni chiamate a decidere: l’incontro Todde-Giorgetti
Ieri si è riunito il Comitato di sorveglianza finanziario del Mef, ma da Roma non sono arrivate novità concrete. Oggi pomeriggio a Roma è previsto un faccia a faccia tra la presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Sul tavolo non c’è solo la vertenza Eurallumina, ma anche la discussione sulla prossima Finanziaria regionale da dieci miliardi. “Speriamo che da questo incontro arrivi qualche notizia importante”, ha aggiunto Pulisci. Gli operai restano in attesa: “Solo allora capiremo se davvero qualcosa si muove”.
Sulcis in allerta: solidarietà e preoccupazioni
Nel frattempo, a Portovesme e nei paesi vicini, cresce la solidarietà verso chi protesta. Alcuni abitanti hanno portato coperte e viveri sotto il silo, mentre le famiglie degli operai seguono ogni aggiornamento con il fiato sospeso. Il Sulcis conosce bene le ferite delle crisi industriali: negli ultimi dieci anni ha perso centinaia di posti di lavoro nel polo metallurgico. “Non possiamo permetterci un altro colpo”, ha detto un commerciante di Carbonia davanti alle telecamere locali.
Il futuro è un’incognita tra transizione e sanzioni
La vertenza Eurallumina si lega a temi grandi come la transizione energetica e i rapporti internazionali. Le sanzioni Ue contro Mosca hanno bloccato investimenti e piani industriali in tutta Europa. A Portovesme, però, l’effetto si sente ogni giorno. Gli operai chiedono una soluzione che permetta almeno di riavviare temporaneamente le attività, in attesa di un quadro più stabile. “Non vogliamo promesse – ha ribadito Pulisci – ma fatti concreti”. Per ora, l’unica certezza è il freddo che punge sopra il silo e l’attesa di una risposta che tarda ad arrivare.
