Funghi iperproteici: il nuovo alleato vegetale per un gusto carnoso

Funghi iperproteici: il nuovo alleato vegetale per un gusto carnoso

Funghi iperproteici: il nuovo alleato vegetale per un gusto carnoso

Matteo Rigamonti

Novembre 20, 2025

Shanghai, 20 novembre 2025 – Un gruppo di ricercatori della Jiangnan University ha annunciato oggi di aver messo a punto, grazie alla tecnica Crispr, una nuova varietà di funghi ricchi di proteine destinata a rivoluzionare il mondo dell’alimentazione. Il risultato, pubblicato sulla rivista Trends in Biotechnology, riguarda il Fusarium venenatum, un fungo già usato per produrre sostituti vegetali della carne. Ora, grazie a una modifica genetica mirata, è più digeribile e sostenibile.

Funghi proteici: gusto simile alla carne e meno danni all’ambiente

La ricerca, guidata da Xiao Liu, ha affrontato due problemi cruciali legati al Fusarium venenatum: l’alto consumo di risorse e la difficoltà del corpo umano a digerirne le proteine. “Abbiamo usato Crispr per eliminare due geni specifici”, spiega Liu, “senza inserire materiale genetico estraneo”. Il risultato? Pareti cellulari più sottili e nutrienti più accessibili per il nostro organismo. In pratica, questo nuovo ceppo si assorbe meglio e ha un profilo proteico paragonabile a quello della carne.

I dati mostrano che la produzione del nuovo Fusarium richiede il 44% in meno di zucchero rispetto alla versione tradizionale. Inoltre, cresce molto più rapidamente: si parla di un aumento dell’88%. Ma è l’impatto ambientale a fare la differenza: le emissioni di gas serra calano fino al 60%, mentre il consumo di suolo si riduce del 70% rispetto all’allevamento di pollame in Cina. “Il rischio di inquinamento delle acque diminuisce addirittura del 78%”, aggiungono i ricercatori.

Come si produce e perché conta davvero

Oggi il Fusarium venenatum si coltiva in grandi vasche di metallo, dove le spore vengono nutrite con zucchero e solfato di ammonio. Un metodo che, pur efficace, consuma molte risorse. Inoltre, le pareti cellulari spesse del fungo rendevano difficile assorbire le sue proteine. “Solo allora ci siamo resi conto che serviva un intervento preciso sul Dna”, racconta uno dei ricercatori.

La tecnica Crispr, spesso definita come un “taglia-e-cuci” genetico, ha permesso di togliere proprio i geni che formano le pareti più spesse. Così il fungo non solo diventa più digeribile, ma ha bisogno di meno nutrienti per crescere. Un doppio vantaggio che apre la strada a nuovi alimenti vegetali ricchi di proteine, con un impatto ambientale molto più basso.

Il futuro dell’alimentazione sostenibile

Gli autori dello studio sottolineano che questa scoperta potrebbe segnare una svolta per chi cerca alternative alla carne. “Il sapore è molto simile a quello della carne”, assicura Liu, “e la consistenza non delude”. In un mondo dove la domanda di proteine continua a salire e le risorse naturali scarseggiano, soluzioni come questa possono diventare fondamentali nei prossimi anni.

Non mancano però le precauzioni. Alcuni esperti chiedono di tenere sotto controllo gli effetti a lungo termine dei nuovi ceppi modificati. “Serve trasparenza e attenzione nella valutazione dei rischi”, avverte un nutrizionista dell’Università di Pechino, “ma i dati iniziali sono incoraggianti”.

Un passo avanti per la ricerca alimentare

Il lavoro della Jiangnan University si inserisce in un filone più ampio: la ricerca di fonti proteiche alternative capaci di ridurre l’impatto sull’ambiente senza rinunciare al gusto e ai valori nutrizionali. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, entro il 2050 la domanda globale di proteine potrebbe crescere del 70%. In questo scenario, innovazioni come quella sul Fusarium venenatum modificato potrebbero avere un ruolo decisivo.

Per ora, la nuova varietà resta nei laboratori cinesi. Ma i ricercatori sono certi che, con altri test e verifiche, questi funghi proteici potranno presto arrivare sulle tavole di tutto il mondo. E cambiare – forse per sempre – il modo in cui pensiamo al cibo.