Il mercato del lusso nel 2025: stabilità e nuove opportunità

Il mercato del lusso nel 2025: stabilità e nuove opportunità

Il mercato del lusso nel 2025: stabilità e nuove opportunità

Giada Liguori

Novembre 20, 2025

Milano, 20 novembre 2025 – Il mercato globale del lusso chiude il 2025 con un valore stimato intorno a 1.440 miliardi di euro. Secondo l’Osservatorio Altagamma 2025, questa cifra resta praticamente invariata rispetto all’anno scorso. In un periodo segnato da incertezze economiche e tensioni geopolitiche, il settore mostra una tenuta che ha sorpreso sia gli analisti sia gli addetti ai lavori, anche se i risultati variano molto da categoria a categoria.

Lusso personale: i numeri e le tendenze dell’anno

Il rapporto indica che il segmento dei beni di lusso personali – abbigliamento, accessori, gioielli e orologi – chiuderà il 2025 a circa 358 miliardi di euro. Calcolato al cambio attuale, è un calo del 2%, ma rimane stabile se si guarda ai tassi correnti. “La domanda si è mantenuta solida in Europa e negli Stati Uniti. In Asia, invece, ci sono state alcune flessioni, legate soprattutto alle oscillazioni valutarie e alle tensioni internazionali”, ha spiegato Matteo Lunelli, presidente di Altagamma, durante la presentazione del report a Milano.

Gli operatori del settore parlano di una “resilienza strutturale” che ha permesso al comparto di reggere nonostante le oscillazioni valutarie e le crisi geopolitiche. Detto questo, i risultati non sono stati uguali per tutti: alcuni marchi hanno messo a segno crescite a doppia cifra, altri hanno dovuto fare i conti con una domanda più debole, soprattutto in mercati chiave come la Cina.

Cosa ci aspetta nel 2026: una ripresa graduale

Guardando avanti, l’Altagamma Consensus, che raccoglie le previsioni dei maggiori analisti internazionali, prevede per il 2026 una crescita del settore del lusso intorno al 5%. Una stima che si mantiene coerente con le previsioni di medio termine, tra il +4% e il +6%. “Contiamo su una ripresa lenta ma costante, spinta dall’innovazione e dalla capacità dei brand di attirare nuovi clienti”, ha sottolineato Lunelli.

Il report mette in luce come la digitalizzazione e la sostenibilità siano ormai elementi fondamentali per il settore. “I consumatori vogliono sapere da dove viene ogni prodotto e sono sempre più attenti all’impatto ambientale”, ha aggiunto Lunelli. Solo chi saprà puntare su questi aspetti potrà rafforzare la propria posizione sui mercati internazionali, spiegano gli analisti.

Settori e mercati vanno a velocità diverse

Non tutti i comparti del lusso camminano allo stesso passo. L’Osservatorio segnala che l’ospitalità di lusso e le auto di alta gamma hanno continuato a crescere anche nel 2025, grazie a una domanda robusta da parte di clienti internazionali. Più cauta invece la situazione per i beni personali, frenati dalle incertezze economiche e dal calo della spesa in alcune aree.

In Europa, città come Parigi, Milano e Londra restano punti di riferimento per lo shopping di lusso. Negli Stati Uniti, invece, cresce l’interesse per esperienze personalizzate e servizi esclusivi. In Asia, la situazione è più complicata: “Il mercato cinese sta attraversando una fase di assestamento, ma resta fondamentale nelle strategie dei grandi gruppi”, ha spiegato un manager del settore durante l’incontro.

Le sfide che attendono il lusso nel 2026

Tra le sfide più grandi per il prossimo anno, gli operatori indicano l’incertezza sui tassi di cambio, la volatilità dei mercati finanziari e le possibili ricadute delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente e nell’area del Pacifico. “Sapersi adattare in fretta ai cambiamenti sarà fondamentale”, ha confidato un analista presente all’evento.

Nonostante tutto, il settore del lusso sembra pronto a difendere le sue quote di mercato. “I clienti internazionali continuano a cercare qualità, unicità e servizi su misura”, ha concluso Lunelli. Tuttavia, tra le sale del centro congressi milanese si avvertiva un certo senso di prudenza: nessuno vuole sbilanciarsi troppo sulle previsioni a lungo termine. Per ora, la parola d’ordine resta cautela.