Italia e Germania a rischio stagnazione: l’Ocse rivela la crescita zero nel terzo trimestre

Italia e Germania a rischio stagnazione: l'Ocse rivela la crescita zero nel terzo trimestre

Italia e Germania a rischio stagnazione: l'Ocse rivela la crescita zero nel terzo trimestre

Matteo Rigamonti

Novembre 20, 2025

Milano, 20 novembre 2025 – L’economia italiana e quella tedesca si sono fermate nel terzo trimestre del 2025. Tra luglio e settembre, il Pil non è cresciuto in nessuno dei due Paesi. A comunicarlo è stata questa mattina l’Ocse, che ha evidenziato come già nei mesi precedenti entrambe le economie fossero in difficoltà: la Germania aveva perso lo 0,2% nel secondo trimestre, mentre l’Italia si era fermata a -0,1%. Un segnale chiaro, secondo gli esperti, della stagnazione che sta colpendo il cuore produttivo dell’Europa.

Pil bloccato in Italia e Germania: cosa dice l’Ocse

Nel dettaglio, l’Ocse sottolinea che la crescita zero di Italia e Germania arriva dopo due trimestri consecutivi di calo. “La situazione resta fragile”, si legge nella nota dell’organizzazione parigina, che monitora le principali economie mondiali. La domanda interna rimane debole in entrambi i Paesi e le esportazioni non sono bastate a compensare il calo dei consumi.

A Milano, in Borsa, la reazione è stata cauta. Gli operatori hanno detto che “il dato era previsto”, ma qualcuno ha ammesso che “la mancanza di segnali di ripresa pesa sulle prospettive per il 2026”. Anche a Berlino si respira prudenza. Il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, ha sottolineato che “serve uno sforzo comune per rilanciare la competitività europea”.

Francia fa da eccezione: export spinge la crescita

Mentre Italia e Germania arrancano, la Francia tiene il passo. L’Ocse segnala che il Pil francese è salito dello 0,5% nel terzo trimestre, più del +0,3% dei tre mesi precedenti. “La spinta viene dal commercio estero”, dice il comunicato, “con un’accelerazione delle esportazioni e una riduzione delle importazioni”. Un dettaglio che non è sfuggito agli osservatori internazionali.

A Parigi, il ministro dell’Economia Bruno Le Maire ha commentato: “La nostra strategia per rafforzare le esportazioni sta dando i primi risultati”. Gli analisti però invitano alla prudenza: “Il quadro rimane incerto”, ha spiegato un economista di Société Générale, “ma la Francia sembra aver trovato la strada per agganciare la ripresa”.

Eurozona divisa: gli economisti sulle due velocità

Il quadro dell’Ocse mostra una Eurozona a due velocità: i grandi motori industriali sono fermi, mentre la Francia prova a spingere. Tra gli economisti italiani, la crescita zero non sorprende. “Era nell’aria da settimane”, dice Silvia Romano, docente di Economia alla Bocconi. “La debolezza della domanda interna e l’incertezza sui mercati esteri pesano più del previsto”.

A Berlino si guarda con preoccupazione al settore manifatturiero. “L’auto continua a soffrire”, ammette un dirigente Volkswagen. In Italia, Confindustria ha chiesto al governo interventi urgenti per sostenere gli investimenti e rilanciare la produttività.

2026 tra speranze e incognite

Per i prossimi mesi, le previsioni restano prudenti. L’Ocse non esclude una ripresa lenta nel 2026, ma avverte che molto dipenderà dall’andamento dei prezzi dell’energia e dalla stabilità geopolitica. A Roma, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha ribadito che “il governo sta lavorando per favorire la crescita”, ma ha ammesso che “la situazione internazionale richiede cautela”.

In sostanza – anche se nessuno lo dice apertamente – l’Europa sta attraversando una fase delicata. Solo i prossimi mesi diranno se la stagnazione sarà superata o se serviranno nuove strategie per far ripartire la crescita. Nel frattempo, famiglie e imprese aspettano segnali più chiari.