Roma, 20 novembre 2025 – Le sfide e le priorità del settore portuale italiano sono al centro dell’Assemblea pubblica Uniport 2025, che si tiene oggi a Roma. A dare il via ai lavori, davanti a una sala piena di operatori e rappresentanti delle istituzioni, è stato Pasquale Legora de Feo, presidente di Uniport. Ha sottolineato come l’associazione sia ormai diventata “un punto di riferimento per politica e istituzioni”, soprattutto in un momento segnato da tensioni internazionali e cambiamenti normativi.
2025, un anno difficile ma con traffici stabili
Nel suo discorso di apertura, Legora de Feo ha ricordato che il 2025 si è rivelato un anno complicato per il comparto. “Abbiamo affrontato conflitti ancora in corso, con la minaccia dei dazi sempre presente”, ha detto, riferendosi alle tensioni commerciali che coinvolgono il Mediterraneo e l’Europa. Eppure, nonostante tutto, i dati Uniport mostrano che i traffici portuali sono rimasti abbastanza stabili. “Abbiamo avuto segnali di tenuta”, ha aggiunto, lasciando intendere che la capacità di adattamento degli operatori italiani ha evitato cali importanti nelle merci movimentate.
Governance in stallo e problemi regionali
Non sono mancati i riferimenti alla governance del settore. Legora de Feo ha parlato di “poca voglia di muoversi”, citando in particolare il mancato avvio del fondo per il pensionamento dei lavoratori portuali. Un nodo che da anni resta irrisolto e che, secondo Uniport, rischia di rallentare il ricambio generazionale nei porti italiani. Il presidente ha poi criticato alcune scelte delle autorità locali: “Strano il comportamento della regione Campania che, insieme al Lazio, ha aumentato i canoni sulle concessioni demaniali dell’AdSP”, ha detto, riferendosi alle Autorità di Sistema Portuale. Una decisione che, secondo gli operatori, potrebbe pesare sui bilanci delle imprese e sulla competitività degli scali.
Digitalizzazione e sicurezza: passi avanti e insidie
Sul fronte dell’innovazione, Legora de Feo ha riconosciuto i progressi fatti nella digitalizzazione della catena logistica. “Bene la digitalizzazione e le misure per la sicurezza, anche quella informatica”, ha detto. Ma ha anche messo in guardia: la tecnologia deve semplificare le cose, non complicarle. Un monito che arriva in un momento in cui molte aziende stanno investendo in nuovi sistemi per gestire flussi e documenti, ma si trovano ancora ad affrontare procedure troppo farraginose o poco coordinate.
Riforma urgente e sfida Mediterraneo
La necessità di una riforma dell’ordinamento portuale resta una priorità per Uniport. “Serve fare presto”, ha ribadito Legora de Feo, pur apprezzando l’istituzione del fondo di Porti d’Italia Spa, visto come uno strumento utile per finanziare investimenti e sviluppo. Il presidente ha poi puntato sull’importanza di fare sistema: “La competitività del Mediterraneo si gioca sulla capacità di unire le vie stradali e ferroviarie, valorizzando le attività locali come le Zes e le Zls”. Un chiaro riferimento alle Zone Economiche Speciali e alle Zone Logistiche Semplificate, pensate per attirare investimenti e creare lavoro nelle aree portuali.
Sistema ETS, una tassa che pesa sui porti europei
A livello europeo, Uniport torna a chiedere una revisione del sistema ETS (Emission Trading System), che Legora de Feo ha definito “una tassa europea che svantaggia i porti Ue rispetto a quelli extra-Ue e favorisce il trasporto su strada a discapito di quello marittimo”. Negli ultimi mesi Bruxelles ha mostrato aperture verso un possibile cambio di rotta, ascoltando le preoccupazioni degli operatori italiani ed europei. “Bene i segnali di ripensamento arrivati da Bruxelles”, ha commentato il presidente.
Ricambio generazionale, il fondo pensioni resta un nodo
A chiudere l’intervento, l’appello di Uniport per l’attivazione del Fondo per il pensionamento anticipato dei lavoratori portuali, atteso da quattro anni. “È fondamentale per favorire il ricambio generazionale”, ha concluso Legora de Feo, ricordando che senza questo strumento rischiamo di bloccare l’ingresso di nuove competenze nei porti italiani. Le sue parole hanno ricevuto un breve applauso dalla platea, segno che la questione è sentita da chi lavora nel settore.
