Mase dà il via libera alle nuove regole per l’Energy Release

Mase dà il via libera alle nuove regole per l'Energy Release

Mase dà il via libera alle nuove regole per l'Energy Release

Giada Liguori

Novembre 20, 2025

Roma, 20 novembre 2025 – Ieri il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha dato il via libera alle regole operative del nuovo meccanismo chiamato Energy Release. Insieme a queste, sono stati approvati anche gli schemi di contratto per l’anticipazione triennale dell’energia rinnovabile da parte del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), con la restituzione prevista nell’arco di vent’anni. L’annuncio è arrivato in una nota ufficiale diffusa nel tardo pomeriggio di martedì, che mette nero su bianco tempi, modalità e obiettivi della misura. L’idea è chiara: sostenere le imprese energivore italiane, abbassare i costi e spingere più forte sulla transizione verso le fonti pulite.

Energy Release, il meccanismo che punta a calmierare i costi

Il Ministero dell’Ambiente ha stabilito che le aziende energivore potranno contare, per il triennio 2025-2027, su forniture di energia elettrica a prezzo calmierato, fissato a 65 euro per megawattora (MWh). Un prezzo pensato per dare un po’ di respiro ai bilanci di chi è più esposto alle fluttuazioni del mercato energetico. Il sistema funziona così: il GSE anticipa l’energia prodotta da nuovi impianti rinnovabili, che poi dovranno restituirla in vent’anni.

Il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha commentato: “Vogliamo sostenere la competitività delle nostre imprese e spingere nuovi investimenti nelle rinnovabili. Con l’Energy Release mettiamo a disposizione energia a prezzo stabile e accessibile, mentre stimoliamo la costruzione di nuovi impianti che rafforzano l’indipendenza energetica del Paese”. Una misura, ha aggiunto, che “unisce sicurezza, sostenibilità e realismo economico”.

Contratti e tempi: cosa cambia per le imprese

Il GSE inizierà entro il 2025 a firmare i contratti di anticipazione con le aziende che ne hanno diritto. L’energia a prezzo calmierato comincerà a essere erogata dal 1° gennaio 2025, si legge nella nota del ministero. Le imprese interessate dovranno presentare la domanda entro i termini che saranno indicati nei regolamenti attuativi, attesi nelle prossime settimane.

All’inizio del 2026 partirà invece la gara per assegnare gli obblighi di costruzione dei nuovi impianti rinnovabili destinati a restituire l’energia anticipata. I cantieri dovranno essere chiusi entro 40 mesi dalla firma dei contratti, un termine che punta a far rispettare gli obiettivi nazionali su rinnovabili e sicurezza energetica.

Obiettivi chiari per il futuro energetico del Paese

L’Energy Release si inserisce nella strategia nazionale per tagliare la dipendenza dai combustibili fossili e aumentare l’autonomia nella produzione di energia. I dati del ministero mostrano che le imprese energivore consumano una fetta importante della domanda elettrica italiana. Dare loro energia a prezzo calmierato serve anche a evitare delocalizzazioni e a sostenere l’industria italiana.

“È una misura che guarda avanti”, ha confidato un funzionario del ministero coinvolto nella preparazione del provvedimento. “Solo così possiamo far crescere le rinnovabili senza mettere in difficoltà le nostre aziende”. Il progetto, fanno sapere fonti vicine al dossier, è stato discusso con le principali associazioni di categoria e con gli operatori del settore.

I prossimi passi e le reazioni dal mondo produttivo

Nelle settimane a venire il GSE pubblicherà i dettagli per accedere al meccanismo. Le aziende energivore – tra cui grandi nomi dell’acciaio, della chimica e della carta – aspettano ora di capire come partecipare e quali saranno i criteri per la selezione. “Un passo avanti importante”, ha detto a caldo un rappresentante di Confindustria Energia, “ma servirà attenzione nel mettere tutto in pratica, per evitare intoppi o ritardi”.

Il governo punta così a centrare gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, che fissa un netto aumento della quota di energia da fonti rinnovabili entro il 2030. La sfida resta aperta: molto dipenderà dalla velocità con cui si costruiranno i nuovi impianti e dalla capacità dell’industria di sfruttare le opportunità offerte dall’Energy Release.