Quattro proposte sul condono edilizio: cosa prevede FdI?

Quattro proposte sul condono edilizio: cosa prevede FdI?

Quattro proposte sul condono edilizio: cosa prevede FdI?

Giada Liguori

Novembre 20, 2025

Roma, 20 novembre 2025 – Quattro emendamenti sul condono edilizio proposti da Fratelli d’Italia sono stati inseriti ufficialmente tra quelli “segnalati” per la manovra di bilancio. La decisione è arrivata nelle ultime ore a Palazzo Madama e riguarda la riapertura delle vecchie sanatorie – soprattutto quella del 2003, con un impatto diretto sulla Regione Campania – oltre a una nuova norma che allargherebbe la possibilità di regolarizzare abusi edilizi realizzati fino al 30 settembre 2025. Un tema che, come spesso accade, fa discutere e divide la maggioranza.

Condono edilizio, le novità che spaccano la maggioranza

Dal dossier parlamentare emergono i dettagli: due emendamenti riguardano la sanatoria del 2003, con l’obiettivo di chiudere pratiche rimaste in sospeso soprattutto nel Sud Italia. Un terzo emendamento introduce la possibilità di sanare opere abusive – portici, tettoie, balconi, ristrutturazioni o costruzioni senza permesso – purché completate entro il 30 settembre 2025. “È una misura di buon senso per chiudere contenziosi che si trascinano da anni”, ha detto un esponente di Fratelli d’Italia vicino al dossier.

Il quarto emendamento stabilisce che i Comuni dovranno rilasciare i titoli abilitativi in sanatoria entro il 31 marzo 2026, regolarizzando abusi già oggetto delle sanatorie del 1985, 1994 e 2003. Una scadenza chiara, pensata per mettere ordine in un settore spesso incerto dal punto di vista amministrativo. Secondo fonti parlamentari, la norma potrebbe riguardare migliaia di pratiche ancora aperte, soprattutto nei piccoli centri.

Riserve auree e contante: le altre mosse di Fratelli d’Italia

Tra gli emendamenti di Fratelli d’Italia spicca anche la proposta – firmata dal capogruppo al Senato Lucio Malan – che chiarisce come le riserve auree gestite dalla Banca d’Italia appartengano formalmente allo Stato, “in nome del Popolo italiano”. Una precisazione che, secondo Malan, “rafforza la sovranità nazionale su un patrimonio strategico”.

Non meno controversa la modifica sul tetto al contante: dal 1° gennaio 2026 si potrebbe pagare in contanti fino a 10.000 euro (oggi il limite è 5.000), ma con una tassa fissa di 500 euro su ogni transazione tra 5.001 e 10.000 euro. Il bollo sarà dovuto sia da cittadini italiani che da stranieri. “L’obiettivo è garantire più libertà nei pagamenti senza però lasciare mano libera all’evasione”, ha spiegato una fonte della maggioranza.

Affitti brevi e pensioni: le richieste della Lega

Sul fronte degli affitti brevi, la Lega ha segnalato un emendamento per cancellare l’aumento dell’aliquota della cedolare secca dal 21% al 26%, previsto dalla manovra. La copertura finanziaria arriverebbe da un aumento dell’Irap su banche e assicurazioni, portata dal 2% al 2,5%. “Non possiamo penalizzare chi mette a reddito piccoli immobili”, ha detto il senatore Massimiliano Romeo.

Altri due emendamenti della Lega puntano a una rottamazione più ampia delle cartelle fiscali e a bloccare l’aumento dell’età pensionabile previsto per il 2027 e il 2028. Nel dettaglio, la rottamazione quinquies verrebbe estesa a chi è decaduto dalla precedente rottamazione quater e ha ricevuto un accertamento. Per le pensioni, l’aumento dell’Irap sulle banche dovrebbe evitare l’incremento dell’età pensionabile di un mese nel 2027 e di due mesi nel 2028.

Manovra, il calendario e cosa ci aspetta

Il pacchetto degli emendamenti sarà discusso nei prossimi giorni in Commissione Bilancio al Senato. Il clima resta teso: da una parte c’è la necessità di trovare risorse certe, dall’altra le pressioni dei territori e delle categorie coinvolte. “Stiamo lavorando per una manovra equilibrata”, ha detto il relatore della legge di bilancio. Solo nelle prossime settimane si capirà quali proposte passeranno il vaglio parlamentare e quali resteranno solo sulla carta. Intanto, il confronto resta aperto su tutti i fronti.