Milano, 20 novembre 2025 – Tod’s, la storica azienda marchigiana guidata da Diego Della Valle, torna sotto i riflettori della giustizia. Nel mirino ci sono nuove accuse nell’indagine per caporalato che coinvolge tre manager e la stessa società, iscritta nel registro degli indagati per responsabilità amministrativa. Ieri sera, l’azienda ha diffuso una nota in cui si dice “al lavoro con calma” per analizzare il nuovo materiale presentato, definito “prodotto con un preoccupante tempismo” dal pm Storari.
Tod’s sotto inchiesta: la replica dell’azienda
Il comunicato di Tod’s arriva in un momento delicato. La Procura di Milano, con il pm Paolo Storari, ha depositato nuovi documenti nell’inchiesta sulle presunte irregolarità nella gestione dei lavoratori da parte di alcuni fornitori del gruppo. Il materiale è arrivato da poco e ha subito fatto scattare la reazione dei legali e dei dirigenti dell’azienda. “Stiamo esaminando tutto con attenzione e tranquillità”, si legge nel testo diffuso ieri, che però non nasconde un certo disagio per i tempi scelti dal pm.
Cassazione: il procedimento si sposta ad Ancona
Sempre ieri, la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del pm Storari, che voleva mantenere a Milano la competenza sul procedimento di prevenzione, quello che può portare anche all’amministrazione giudiziaria dell’azienda. Ma sia il tribunale che la Corte d’Appello avevano già deciso che il fascicolo dovesse andare ad Ancona, dove ha sede legale Tod’s. La Cassazione ha confermato questa decisione, chiudendo per ora la partita sulla giurisdizione.
Caporalato e legge: cosa si contesta
L’inchiesta riguarda l’ipotesi di caporalato, un reato introdotto nel 2011 e reso più severo negli anni successivi. Secondo quanto ricostruito finora, i manager avrebbero utilizzato fornitori che impiegavano lavoratori in condizioni fuori da contratto e norme di sicurezza. La società è indagata anche in base al decreto legislativo 231/2001, che punisce gli enti per reati commessi per interesse o vantaggio dell’azienda stessa.
Le risposte di Tod’s e i passi avanti
Fonti vicine a Tod’s sottolineano che l’azienda “ha sempre collaborato con gli inquirenti” e continuerà a farlo fino alla fine dell’indagine. “Siamo convinti di poter dimostrare la correttezza delle nostre azioni”, ha detto un dirigente che ha preferito restare anonimo. Nel frattempo, i tre manager coinvolti hanno scelto i loro avvocati e si preparano a raccontare la loro versione ai magistrati di Ancona.
La reazione del territorio e i sindacati
La vicenda ha acceso i riflettori anche nelle Marche, dove Tod’s è uno dei principali datori di lavoro e motori dell’economia locale. Nei giorni scorsi alcuni sindacati hanno chiesto maggiore trasparenza sulle condizioni di lavoro lungo tutta la filiera. “Non possiamo accettare zone d’ombra”, ha detto il segretario regionale della Filctem-Cgil, Marco Bianchini. L’azienda, da parte sua, ribadisce l’impegno “a rispettare le regole e i diritti dei lavoratori”.
Un’inchiesta ancora aperta
Per ora non ci sono stati provvedimenti contro i manager o la società. Gli investigatori continuano a indagare sui rapporti tra Tod’s e i fornitori sotto la lente. Solo nelle prossime settimane si capirà se il nuovo materiale della Procura porterà a sviluppi e se la posizione dell’azienda verrà chiarita davanti ai giudici di Ancona.
