Annamaria Bernardini de Pace: sconfitta in tribunale contro il suo condominio

Annamaria Bernardini de Pace: sconfitta in tribunale contro il suo condominio

Annamaria Bernardini de Pace: sconfitta in tribunale contro il suo condominio

Matteo Rigamonti

Novembre 21, 2025

Milano, 21 novembre 2025 – Annamaria Bernardini de Pace, nota avvocata matrimonialista, ha perso una battaglia legale durata anni contro il suo condominio di Porta Venezia, a Milano. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato da lei e dalla figlia Francesca Giordano, confermando così le sentenze dei tribunali di primo e secondo grado. Al centro della disputa c’erano alcune delibere assembleari del 2014 e 2015, che avevano stabilito un pagamento di oltre 145 mila euro per risarcire una società danneggiata da un guasto all’impianto di riscaldamento.

La battaglia sulle delibere condominiali

Tutto era cominciato tra il 26 settembre 2014 e il 9 luglio 2015, quando le assemblee del condominio di via Lecco – a pochi passi da Porta Venezia – avevano deciso di versare 145.573,20 euro a una società con sede nello stabile. L’azienda chiedeva un risarcimento per i danni subiti a causa del malfunzionamento dell’impianto di riscaldamento centralizzato. Dalle carte emerge che quella decisione aveva acceso gli animi tra i condomini: c’erano chi metteva in dubbio la legittimità della spesa e chi chiedeva che le quote venissero rimborsate ai diretti interessati.

Bernardini de Pace e la figlia avevano contestato le tre delibere davanti al tribunale civile. Secondo loro, il condominio non avrebbe dovuto pagare nulla alla società, perché, come risultava dalla consulenza tecnica, la responsabilità del guasto non era del condominio ma di lavori fatti da terzi.

Le sentenze: dal tribunale alla Cassazione

Il giudice di primo grado aveva bocciato le richieste delle due donne, pur riconoscendo un errore nella convocazione della prima assemblea e la possibile nullità della seconda delibera. Anche in appello la decisione era stata confermata: i magistrati avevano ritenuto che la scelta dell’assemblea di chiudere la controversia con la società rientrasse nei poteri discrezionali dell’organo sovrano del condominio.

La vicenda è così finita in Cassazione, dove Bernardini de Pace e Giordano hanno ribadito le loro ragioni. Ma anche i giudici più alti hanno dato torto alle ricorrenti. Nella sentenza depositata pochi giorni fa, la Corte ha chiarito che “in tema di condominio negli edifici, il controllo del giudice sulle delibere assembleari è limitato alla verifica della legittimità, senza entrare nel merito o nella discrezionalità dell’assemblea”.

Le ragioni della Cassazione

Secondo la Corte Suprema, il giudice può intervenire solo per accertare che le delibere siano state adottate rispettando le regole formali e sostanziali previste dalla legge. Non può invece sostituirsi all’assemblea nelle decisioni di merito, anche quando queste sembrano discutibili o sono contestate da qualcuno. Un principio, spiegano fonti legali vicine al caso, che “conferma l’autonomia dell’assemblea condominiale nelle scelte di gestione”.

Per Bernardini de Pace e la figlia si chiude così una storia lunga oltre dieci anni. La sentenza della Cassazione mette la parola fine: le delibere restano valide e il pagamento alla società danneggiata non potrà più essere messo in discussione.

Reazioni e cosa succede adesso

Da parte di Bernardini de Pace nessun commento ufficiale. Chi la conosce racconta che ha accolto la decisione con “rammarico ma serenità”, consapevole – dicono amici e colleghi – che “la giustizia ha le sue regole”. Nel condominio di via Lecco, invece, il clima sembra essersi calmato dopo anni di tensioni. “Era una questione che ci portavamo dietro da troppo tempo”, ha confidato uno dei condomini più anziani. “Ora possiamo guardare avanti”.

La vicenda riporta sotto i riflettori il tema delle delibere condominiali e i limiti dell’intervento dei giudici nelle scelte collettive. Un terreno spesso complicato, dove diritto e convivenza si intrecciano ogni giorno nelle città italiane.