Bankitalia rivede le previsioni: crescita debole ma spread in miglioramento

Bankitalia rivede le previsioni: crescita debole ma spread in miglioramento

Bankitalia rivede le previsioni: crescita debole ma spread in miglioramento

Matteo Rigamonti

Novembre 21, 2025

Roma, 21 novembre 2025 – Le prospettive di crescita dell’economia italiana restano modeste e, secondo la Banca d’Italia, il nostro Paese è ancora esposto a rischi che arrivano soprattutto dall’estero. Lo si legge nel Rapporto sulla stabilità finanziaria pubblicato oggi a Palazzo Koch, in un momento in cui il quadro internazionale mostra segnali di incertezza. Il documento, molto atteso dagli addetti ai lavori e dagli osservatori, scatta una fotografia precisa della situazione attuale e delle sfide da affrontare.

Le forze e le fragilità dell’economia italiana

Nel rapporto, la Banca d’Italia sottolinea alcuni elementi che, negli ultimi mesi, hanno tenuto in piedi il sistema economico nazionale. Tra questi spiccano la stabilità dei redditi da lavoro, una disoccupazione bassa rispetto agli standard storici e una posizione netta sull’estero largamente creditoria. “Il debito privato resta contenuto”, si legge, un fattore che – per gli esperti di Via Nazionale – aiuta a limitare i rischi interni.

Ma non mancano i punti deboli. Il più importante è l’elevato debito pubblico, che continua a essere una vulnerabilità strutturale per l’Italia. “Serve mantenere una gestione prudente delle finanze pubbliche”, avverte il rapporto, che richiama esplicitamente a non allentare la disciplina fiscale proprio ora che il Paese ha ottenuto alcune revisioni al rialzo del proprio merito di credito da parte delle principali agenzie di rating.

Spread in calo, mercati cauti

Un passaggio centrale riguarda l’andamento dello spread, ovvero il differenziale tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi. Dopo anni di turbolenze, lo spread è tornato ai livelli precedenti alla crisi del debito sovrano. Per Bankitalia, questo è un segnale che riflette sia la maggiore fiducia degli investitori sia l’efficacia delle misure adottate dal governo negli ultimi mesi.

Gli operatori finanziari però restano cauti. “La situazione è ancora fragile, ma la percezione del rischio Italia è migliorata”, ha commentato un gestore di fondi romano, contattato poco dopo l’uscita del rapporto. In Borsa, nella prima ora di scambi, i titoli bancari hanno mostrato una certa volatilità, mentre il rendimento dei Btp decennali si è mantenuto stabile intorno al 3,8%.

Rischi dall’estero, incertezza globale

Il rapporto insiste sui rischi che vengono dall’esterno. In particolare, le tensioni geopolitiche – dalla crisi in Medio Oriente alle incertezze sulla crescita globale – continuano a influire sulle prospettive dell’economia italiana. L’istituto guidato da Fabio Panetta avverte che “eventuali shock sui mercati internazionali potrebbero avere ripercussioni anche sulla stabilità finanziaria nazionale”.

Gli analisti di Bankitalia ricordano come l’Italia, dipendente dalle esportazioni e ben integrata nei mercati europei, resti vulnerabile a rallentamenti della domanda globale o a nuove turbolenze sui mercati finanziari. “Bisogna restare vigili”, ha confidato un funzionario della Banca centrale durante un incontro con la stampa.

Cosa fare per andare avanti

Nel rapporto si legge chiaro: la priorità è tenere sotto controllo i conti pubblici e rafforzare la crescita potenziale. Solo così si potrà ridurre piano piano il peso del debito pubblico e mettere il Paese al riparo da nuove crisi. La Banca d’Italia invita anche a proseguire con le riforme strutturali, soprattutto sul mercato del lavoro e sulla produttività.

Nonostante le difficoltà, il rapporto riconosce i passi avanti fatti negli ultimi anni. “Le recenti revisioni al rialzo del rating sono un segnale positivo”, si legge, ma non devono far abbassare la guardia. La strada è ancora lunga e piena di ostacoli. Eppure – come sottolineano da Via Nazionale – “la tenuta dei fondamentali economici è un punto di partenza importante”.

Insomma, l’Italia si trova davanti a una fase delicata: tra segnali di stabilità e rischi ancora in agguato, la prudenza nella gestione delle finanze pubbliche e l’attenzione ai fattori esterni restano le chiavi per affrontare i prossimi mesi con più fiducia.