Borgonzoni: la legge sul cinema di Franceschini ha bisogno di un cambiamento radicale

Borgonzoni: la legge sul cinema di Franceschini ha bisogno di un cambiamento radicale

Borgonzoni: la legge sul cinema di Franceschini ha bisogno di un cambiamento radicale

Giada Liguori

Novembre 21, 2025

Roma, 21 novembre 2025 – La legge sul cinema cambierà profondamente nel 2026. Lo ha annunciato oggi la sottosegretaria alla Cultura, Lucia Borgonzoni, durante la presentazione dell’iniziativa “Cultura cresce” al Ministero della Cultura, alla presenza del ministro Alessandro Giuli. “La legge Franceschini sparirà il prossimo anno, ne faremo una nuova”, ha detto Borgonzoni, sottolineando la necessità di introdurre nuovi limiti e di affrontare sia i tagli sia lo sforamento dei fondi.

Nuova legge, nuova stagione per il cinema italiano

Secondo la sottosegretaria, il Ministero della Cultura sta cercando di recuperare circa 100 milioni di euro da destinare al settore, con l’obiettivo di portare il fondo a 650 milioni. Parte di queste risorse, ha spiegato Borgonzoni, è già stata richiesta al Ministero dell’Economia e si attende solo la conferma. “Non credo ci saranno problemi”, ha aggiunto, precisando che il resto dei fondi verrà trovato all’interno dello stesso Ministero.

Il tutto si inserisce in una revisione più ampia della normativa. “Quando è nata, la legge aveva senso e funzionava”, ha ammesso Borgonzoni, “ma il mondo dell’audiovisivo è anche un mondo d’impresa, non solo culturale. Bisogna tenere conto dei cambiamenti e delle nuove esigenze”. La sottosegretaria ha ribadito che la riforma dovrà coinvolgere le associazioni di categoria, per evitare decisioni imposte dall’alto e rispondere davvero ai problemi degli ultimi anni.

Cambiamenti in corso e le nuove priorità

Negli ultimi mesi il Ministero ha già messo mano ad alcune modifiche pratiche: stop alle fatturazioni a cascata, obbligo di codice fiscale e identificazione nominativa per chi lavora nei servizi tecnici. “Abbiamo introdotto regole dove vedevamo problemi”, ha ricordato Borgonzoni, convinta che queste misure daranno risultati concreti. Ma, ha aggiunto, continuare a intervenire con piccoli aggiustamenti rischia solo di complicare il quadro. “Non si possono mettere toppe qua e là. Si rischia di creare un mostro. Serve riprendere in mano la legge e riscriverla secondo le vere necessità del settore”.

L’opposizione risponde: Orfini (Pd) chiede chiarezza

Non si è fatta attendere la risposta delle opposizioni. Il deputato del Partito Democratico e membro della Commissione Cultura della Camera, Matteo Orfini, ha criticato l’annuncio della sottosegretaria. “Le parole di Borgonzoni confermano che il Governo continua a creare confusione e incertezza invece di dare risposte chiare al settore”, ha detto Orfini in una nota diffusa nel pomeriggio.

Per l’esponente dem, dopo tre anni di legislatura il comparto è in “evidente difficoltà”, con i nodi dei tagli in manovra ancora irrisolti. L’idea di riscrivere completamente la legge sul Cinema rischia di aprire un nuovo fronte di instabilità in un sistema già sotto pressione. “Il Governo chiarisca obiettivi, contenuti e tempi dell’intervento annunciato – ha chiesto Orfini – e lo faccia in modo trasparente davanti al Parlamento”.

Proposte alternative e richiesta di confronto

Il Pd ricorda che esiste già una proposta diversa: una riforma della governance con l’istituzione di una Agenzia autonoma per il Cinema, pronta per essere discussa. Orfini ha invitato il ministro Giuli a riferire presto alle Camere e il presidente della Commissione Cultura, Federico Mollicone, a convocare un confronto specifico.

“Servono chiarezza, confronto e un percorso preciso”, ha concluso Orfini. “Misure improvvisate e tagli rischiano solo di aumentare l’incertezza in un settore strategico per la cultura e l’industria del Paese”. Intanto, tra gli addetti ai lavori cresce l’attesa per capire quali saranno i contenuti concreti della nuova legge e come verranno tutelati sia gli aspetti culturali sia quelli imprenditoriali dell’industria cinematografica italiana.