Dalla riconciliazione all’inganno: la trappola dell’amico di Facebook che ha svuotato il suo conto

Dalla riconciliazione all'inganno: la trappola dell'amico di Facebook che ha svuotato il suo conto

Dalla riconciliazione all'inganno: la trappola dell'amico di Facebook che ha svuotato il suo conto

Matteo Rigamonti

Novembre 21, 2025

Torino, 21 novembre 2025 – Un’amicizia di vecchia data ritrovata su Facebook si è trasformata, in pochi mesi, in un incubo giudiziario. Una donna torinese di 55 anni ha denunciato un suo coetaneo, un vecchio conoscente, accusandolo di averle sottratto decine di migliaia di euro tra il 2019 e il 2020. Ora la vicenda è al vaglio del tribunale di Torino, dove la donna racconta come un rapporto nato tra ricordi e confidenze sia rapidamente degenerato in una serie di richieste di denaro mai restituite.

Da un’amicizia online alle prime richieste di soldi

Tutto parte nel 2019, quando la donna, torinese, madre di un ragazzo e in crisi con il marito, cerca su Facebook un vecchio amico di famiglia. “Suo padre dirigeva una squadra di calcio dilettantistica, volevo iscrivere mio figlio”, ha spiegato davanti ai giudici. Da lì a farsi confidenze il passo è stato breve: “Gli ho parlato dei problemi con mio marito. Mi sono aperta subito”. L’uomo, 54 anni, con precedenti per truffa, estorsione e appropriazione indebita, secondo la donna ha approfittato della situazione. “Mi convinse a lasciare mio marito per stare con lui”, ha raccontato.

I primi soldi spariti tra ristorante e auto

L’idillio dura poco. Nei primi mesi l’uomo chiede 20 mila euro per aprire un ristorante nel Vercellese. La donna versa la somma su una Postepay intestata alla madre dell’imputato. Non passa molto e arriva un’altra richiesta: 12 mila euro per un’auto. “Diceva di lavorare per una squadra di Serie A e assicurava che avrebbe restituito tutto appena sbloccati alcuni investimenti”, ha ricordato in aula. L’uomo sostiene di avere “due milioni fermi”, ma i soldi non tornano mai. Eppure lei continua a fidarsi: “Ero coinvolta emotivamente, non riuscivo a staccarmi”.

Conti correnti, promesse immobiliari e nuovi prestiti

La relazione si fa più stretta, almeno sulla carta. L’uomo racconta di non poter aprire conti bancari per un processo in corso per evasione fiscale. Così la donna apre un conto a suo nome e lo mette a disposizione del compagno. “Così poteva usare la carta di credito per le sue spese”, ha spiegato. Le richieste però aumentano. Lui propone di comprare un appartamento nel quartiere Crocetta, una zona residenziale di Torino. La donna versa altri 40 mila euro su una Postepay e consegna i suoi dati a uno studio notarile per il rogito. “La casa me la fece vedere solo da fuori, mai da dentro. Ogni volta aveva una scusa diversa”, ha raccontato. Nel frattempo accende un finanziamento per coprire la sua parte.

La rottura e la denuncia

Il punto di svolta arriva quando la donna perde il lavoro e chiede indietro almeno una parte dei soldi. Lui risponde con scuse evasive: dice prima di aver venduto l’immobile al padre di un calciatore, poi di aver investito i 40 mila euro in una società che costruisce lo stadio di Bologna. Ma i soldi non si trovano. Solo allora lei decide di denunciare.

In tribunale due versioni opposte

L’accusa sostiene che non ci siano prove che l’uomo abbia mai avuto intenzione di restituire i soldi. La difesa, invece, afferma che quei soldi sono stati dati dalla donna “spontaneamente, per il legame sentimentale”. Il processo va avanti tra testimonianze e documenti bancari, con al centro i movimenti verso le carte prepagate e le promesse mai mantenute.

Un caso che fa riflettere sulle truffe affettive online

La vicenda, ancora aperta, richiama l’attenzione sulle truffe affettive nate sui social. Secondo la Polizia Postale, negli ultimi anni sono aumentate le denunce per raggiri simili: rapporti nati online che finiscono in richieste di denaro sempre più insistenti. “Mi fidavo perché lo conoscevo da bambina”, ha confidato la donna ai magistrati. Un dettaglio che rende la storia ancora più amara e che spinge a pensare ai rischi delle relazioni digitali, dove il confine tra realtà e inganno è spesso molto sottile.