Roma, 21 novembre 2025 – L’Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei) ha presentato una denuncia per istigazione all’odio razziale nei confronti di Enzo Iacchetti, celebre attore e volto noto della televisione italiana. Tutto nasce da alcune sue dichiarazioni fatte durante recenti trasmissioni tv. Il caso più controverso risale a una puntata di “È sempre Cartabianca”, il programma condotto da Bianca Berlinguer su Rete 4, andata in onda a novembre. Qui Iacchetti avrebbe pronunciato frasi che l’Ucei definisce «di matrice antisemita». La vicenda ha subito acceso il dibattito pubblico, mettendo sotto la lente la responsabilità delle parole in tv e le possibili conseguenze legali.
L’Ucei accusa: “Demonizzazione e pregiudizi antisemiti”
Nella denuncia, visionata da diverse testate, l’Ucei sostiene che Iacchetti abbia «demonizzato Israele e il popolo ebraico», portando in diretta tv pregiudizi che «per secoli hanno alimentato l’antisemitismo». In particolare, durante una delle ultime puntate di novembre, l’attore avrebbe detto: «Il sionismo controlla tutto il mondo, controlla l’America, controlla le banche… le banche svizzere sono controllate dai sionisti ebrei, il denaro è lì…». Parole che per l’Ucei richiamano in modo evidente la propaganda antisemita del regime nazista.
Non è la prima volta che Iacchetti finisce nel mirino per le sue posizioni sul conflitto israelo-palestinese. Nei mesi scorsi, sempre a “Cartabianca”, aveva avuto un acceso confronto con Eyal Mizrahi, presidente della Federazione Amici di Israele. Dopo una discussione sulle vittime a Gaza, Iacchetti aveva perso la calma: «Cos’hai detto str***o? Vengo giù e ti prendo a pugni, lo so che sei qui sotto!», aveva urlato in diretta. Ma la denuncia dell’Ucei non si limita a quell’episodio. Per la comunità ebraica italiana, le affermazioni successive – soprattutto quelle sul presunto controllo economico mondiale da parte degli ebrei – rappresentano un salto di gravità nelle esternazioni.
Il clima in studio e le reazioni scatenate
La puntata incriminata è andata in onda in un momento di forti tensioni internazionali, legate alla guerra tra Israele e Hamas. Secondo la denuncia, Iacchetti avrebbe negato l’esistenza di un vero antisemitismo, accusando invece gli stessi «sionisti ebrei» di diffonderne l’accusa. Nessuno tra gli ospiti né la conduttrice avrebbe preso posizione contro le sue parole. Un dettaglio che l’Ucei sottolinea come molto preoccupante: «Così si rischia di alimentare nell’opinione pubblica sentimenti di odio e antipatia verso il popolo ebraico», si legge nella bozza della querela.
Le reazioni non si sono fatte attendere. Sui social circolano video estratti dalla trasmissione, con commenti divisi tra chi accusa Iacchetti di aver superato il limite e chi invece difende la libertà di critica sulla politica israeliana. Mizrahi, intervistato dopo la lite in studio, ha ribadito: «Per noi i bambini sono soldati», riferendosi alle polemiche sui civili coinvolti nel conflitto. Iacchetti, dal canto suo, aveva raccontato nei giorni scorsi di aver ricevuto minacce di morte e di aver perso occasioni di lavoro per le sue posizioni: «Non me ne pento», aveva detto ai microfoni.
Cosa rischia Iacchetti: il profilo giudiziario
La denuncia dell’Ucei punta a configurare per Iacchetti il reato previsto dall’articolo 604 bis del codice penale: propaganda di idee basate sull’odio razziale. La legge prevede pene fino a un anno e mezzo di carcere o una multa fino a 6.000 euro. Al momento, né l’attore né i suoi avvocati hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali. Ora si attendono eventuali risposte pubbliche o mosse legali.
Intanto, la vicenda riporta al centro del dibattito il confine sottile tra critica politica e incitamento all’odio. Un tema che, come dimostra il caso Iacchetti, resta più che mai attuale nel panorama mediatico italiano.
