Roma, 21 novembre 2025 – Thales Alenia Space e l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) hanno appena siglato una serie di nuovi contratti per la missione Argonaut, il programma che punta a garantire all’Europa un accesso autonomo alla Luna entro i prossimi dieci anni. L’accordo, firmato nella sede romana della joint venture – controllata per il 67% da Thales e per il 33% da Leonardo – riguarda la formazione di un consorzio industriale chiamato a realizzare il modulo di discesa lunare, il cosiddetto Lunar Descent Element (Lde). Il lancio è previsto negli anni Trenta, con l’obiettivo di portare sulla superficie della Luna rifornimenti, rover, esperimenti scientifici e infrastrutture per la futura presenza europea sul nostro satellite.
Europa alla guida della discesa lunare
Al centro dell’intesa c’è la creazione di un consorzio guidato da Thales Alenia Space Italia, che avrà il compito di coordinare e mettere insieme tutte le fasi fondamentali della discesa: dall’entrata in orbita lunare fino all’allunaggio. Oltre alla sede italiana, partecipano anche Thales Alenia Space Francia e Regno Unito, la tedesca OHB System AG e la norvegese Nammo. Un mix di competenze che, secondo gli ingegneri coinvolti, rappresenta “un passo concreto verso una filiera europea indipendente nel settore spaziale”.
Il consorzio si occuperà non solo del design generale del veicolo, ma anche delle componenti termiche, dell’avionica e del software di bordo. “La nascita di questo consorzio, con Thales Alenia Space al comando, è una tappa fondamentale per la complessa missione Argonaut”, ha detto Giampiero Di Paolo, amministratore delegato della società italiana. “Insieme all’ESA e ai partner, Thales gioca un ruolo da pioniere che permetterà all’Europa di raggiungere la Luna in modo autonomo”, ha aggiunto Di Paolo durante la conferenza stampa nella sede romana.
Argonaut: gli obiettivi della missione
La missione Argonaut fa parte delle nuove strategie europee per l’esplorazione dello spazio. Il modulo di discesa lunare avrà il compito di trasportare non solo materiali e strumenti per gli astronauti, ma anche impianti per la produzione direttamente sulla Luna e telescopi per osservazioni scientifiche avanzate. L’ESA prevede il lancio entro il 2030, anche se molti dettagli operativi sono ancora da definire.
“Thales Alenia Space – ha spiegato Hervé Derrey, presidente della società – ha già fornito una parte importante del volume pressurizzato della Stazione Spaziale Internazionale, partecipa attivamente a bordo di Artemis, realizza elementi chiave per il modulo di servizio europeo Orion e guida programmi di trasporto di punta”. Derrey ha sottolineato come questa nuova sfida confermi “la posizione di avanguardia dell’azienda nell’esplorazione e nei sistemi di trasporto spaziali”.
Una spinta per l’industria spaziale europea
Per gli esperti del settore, la firma di questi contratti è un segnale chiaro della volontà europea di rafforzare la propria autonomia tecnologica nello spazio. Finora, le missioni lunari sono state dominate da Stati Uniti e Cina; ora l’Europa prova a ritagliarsi un ruolo da protagonista grazie a investimenti mirati e a una collaborazione industriale senza precedenti.
Nei prossimi giorni, i team tecnici delle aziende coinvolte inizieranno a lavorare sulle prime fasi: progettazione dettagliata, test preliminari sui materiali e definizione delle interfacce tra i moduli. “Sappiamo che le sfide tecniche sono molte – ha ammesso un ingegnere italiano – ma c’è molto entusiasmo e voglia di portare a termine il progetto nei tempi stabiliti”.
Impatto industriale e futuro della missione
Oltre alla tecnologia, la missione Argonaut promette benefici importanti per l’industria europea. Secondo fonti interne a Thales Alenia Space, il programma coinvolgerà centinaia di tecnici tra Italia, Francia, Germania e Norvegia, con effetti positivi su ricerca e occupazione. “Non si tratta solo di arrivare sulla Luna – ha confidato un dirigente ESA – ma di costruire una capacità industriale solida che resti in Europa anche dopo questa missione”.
Il prossimo appuntamento è fissato per la primavera 2026, quando saranno presentati i primi prototipi dei sistemi di discesa. Solo allora si potrà capire se l’Europa avrà davvero un accesso indipendente alla Luna. Intanto, nei corridoi di Thales Alenia Space si respira un cauto ottimismo: “Siamo pronti alla sfida”, ripetono ingegneri e dirigenti. Questa volta, l’obiettivo è davvero ambizioso.
