Milano, 21 novembre 2025 – “I Colori del Tempo”, la nuova commedia firmata dal regista francese Cédric Klapisch, ha conquistato subito il pubblico italiano. Nel primo weekend ha messo a segno la terza media copia più alta tra le nuove uscite. Un risultato che ha spinto la distribuzione ad ampliare la programmazione, portando il film a 102 sale in tutta Italia. Il passaparola tra gli spettatori e le recensioni positive della critica hanno trasformato questo titolo in uno dei fenomeni cinematografici di quest’autunno.
Boom al botteghino e premi dal pubblico
Il film, con protagonisti come Suzanne Lindon, Abraham Wapler, Julia Piaton, Vincent Macaigne, Zinedine Soualem e Paul Kircher, non ha raccolto consensi solo nelle sale. Anche i festival lo hanno premiato. A Firenze, “I Colori del Tempo” ha vinto il premio del pubblico al France Odeon. E al festival Piccolo Grande Cinema della Cineteca di Milano è arrivato il riconoscimento del pubblico giovane. Un doppio attestato che, secondo gli organizzatori, dimostra come il film parli davvero a più generazioni.
Non solo. Il titolo è stato scelto anche per il Prix Palatine, un progetto che coinvolge studenti di tutta Italia nella visione e nel confronto su film d’autore. “Abbiamo selezionato questo film perché riesce a intrecciare passato e presente in modo chiaro e coinvolgente”, hanno spiegato i curatori durante una proiezione a Roma, evidenziando come la storia abbia acceso dibattiti nelle scuole.
Una storia che unisce passato e presente
La trama parte dalla Francia di oggi. Un gruppo di sconosciuti viene convocato in uno studio notarile: sono tutti discendenti di Adèle Meunier, una donna vissuta tra Normandia e Parigi alla fine dell’Ottocento. La scoperta di una misteriosa eredità li costringe a fare i conti con il proprio passato. Sfogliando fotografie ingiallite, lettere e dipinti nascosti in una vecchia casa, quattro eredi ricostruiscono la vita di Adèle, immersa nella Belle Époque e nell’epoca dell’Impressionismo.
Klapisch, incontrando i giornalisti a Firenze, ha raccontato: “Sono sempre stato affascinato dalla Parigi di fine Ottocento. Il mio primo cortometraggio era ambientato proprio in quegli anni. Quel periodo mi ha sempre colpito perché è stato un momento di grandi cambiamenti: il treno, l’elettricità, il cinema. E poi adoro i costumi e lo stile di quegli anni”.
La critica italiana applaude
Le prime recensioni sui principali giornali parlano di un film che si distingue per la delicatezza con cui tratta la memoria familiare e per la cura nella ricostruzione storica. “Un film che mette a confronto due epoche senza cadere nella nostalgia”, ha scritto un critico milanese dopo una proiezione all’Anteo. Anche il pubblico ha mostrato entusiasmo: all’uscita una spettatrice ha confidato di aver avuto voglia di riscoprire le foto dei suoi nonni.
Belle Époque, protagonista silenziosa
La Parigi di fine Ottocento è quasi un personaggio a sé. Tra boulevard illuminati a gas, atelier di pittori e caffè affollati, il film immerge lo spettatore nell’atmosfera della Belle Époque. Klapisch ha spiegato: “Volevo mettere a confronto i nostri giorni con il 1895, raccontando la storia di una famiglia che eredita una casa piena di ricordi”. Un viaggio nel tempo che, secondo lui, “ci ricorda quanto le nostre radici influenzino ancora le scelte di oggi”.
Cosa ci aspetta
Con l’aumento delle copie e il supporto delle scuole, “I Colori del Tempo” è pronto a continuare la sua corsa nei cinema italiani nelle prossime settimane. Sono previste nuove proiezioni speciali e incontri con il pubblico. “Siamo felici che il film abbia trovato spazio anche fuori dalle grandi città”, ha detto uno dei distributori, sottolineando come la risposta delle province sia stata “davvero sorprendente”.
In un mercato spesso dominato dai blockbuster internazionali, il successo di questa commedia francese sembra segnare un ritorno d’interesse per storie che sanno intrecciare memoria, arte e vita di tutti i giorni.
