Il decreto ex Ilva: il via libera del Consiglio dei ministri per la continuità degli impianti

Il decreto ex Ilva: il via libera del Consiglio dei ministri per la continuità degli impianti

Il decreto ex Ilva: il via libera del Consiglio dei ministri per la continuità degli impianti

Giada Liguori

Novembre 21, 2025

Taranto, 21 novembre 2025 – Ieri sera il Consiglio dei ministri ha dato il via libera a un decreto-legge urgente per mantenere in vita le attività negli stabilimenti ex Ilva di Taranto, proteggere i lavoratori e riconoscere indennizzi al territorio. La notizia, diffusa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, arriva in un momento delicato per il polo siderurgico pugliese, da mesi segnato da tensioni e incertezze sindacali.

Acciaierie d’Italia: proroga e fondi fino al 2026

Il decreto, spiega una nota del Ministero guidato da Adolfo Urso, autorizza Acciaierie d’Italia spa – ora in amministrazione straordinaria – a usare i 108 milioni di euro rimasti del finanziamento per il cosiddetto “ponte”. Questi soldi, definiti “indispensabili” per tenere in piedi gli impianti, potranno essere spesi fino a febbraio 2026. È la scadenza prevista per chiudere la gara che dovrà scegliere il nuovo gestore dello stabilimento.

Fonti ministeriali sottolineano che questa scelta serve a evitare un blocco improvviso della produzione e a tutelare migliaia di posti di lavoro. “Abbiamo voluto lanciare un segnale chiaro a Taranto e all’intero settore siderurgico nazionale”, ha detto un funzionario del Ministero, ricordando che garantire la continuità delle attività è la base per qualsiasi rilancio.

Lavoratori al centro: tutele e indennizzi per il territorio

Il decreto non si limita a mantenere attive le produzioni. Prevede anche misure pensate per i lavoratori coinvolti nella crisi dell’ex Ilva. Secondo quanto riferiscono fonti sindacali, ci saranno sostegni al reddito e incentivi per la formazione. I dettagli, però, saranno messi nero su bianco nei prossimi giorni tramite decreti attuativi.

“Ci aspettiamo che il Governo mantenga le promesse”, ha detto al telefono Francesco Brigati, segretario della Fiom Cgil di Taranto, poco dopo l’annuncio. “La priorità è salvare i posti di lavoro e tutelare la salute della gente”. Sul fronte del territorio, il decreto prevede indennizzi per Taranto, duramente colpita negli ultimi anni da una crisi ambientale e sociale senza precedenti. I fondi dovrebbero finanziare bonifiche, progetti di riconversione industriale e altro, ma si attendono ancora dettagli sulle modalità.

Ex Ilva, una crisi che non si chiude

La storia dell’ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia, è uno dei capitoli più difficili dell’industria italiana. Dopo il commissariamento e l’avvio dell’amministrazione straordinaria, lo stabilimento ha attraversato alti e bassi, tra tentativi di rilancio, conflitti con gli azionisti privati e proteste dei lavoratori. Solo nell’ultimo anno, dicono i dati del Ministero, sono spariti oltre 1.500 posti tra diretti e indotto. Eppure, Taranto resta il più grande polo siderurgico d’Europa.

Il nuovo decreto arriva in un momento carico di preoccupazioni, sia sul fronte del lavoro che su quello ambientale. “Non possiamo più aspettare”, ha ammesso un dirigente locale di Confindustria. “La città vuole risposte concrete, ormai da troppo tempo”.

Il futuro è un’incognita: gara europea e attesa

La scadenza di febbraio 2026 per chiudere la gara europea è il prossimo appuntamento decisivo. Fino ad allora, la gestione commissariale potrà contare sui fondi rimasti per tenere attivi gli impianti e pagare gli stipendi. Resta però aperto il punto sugli investimenti necessari e sulle condizioni che saranno richieste ai futuri acquirenti.

A Taranto, l’aria è ancora tesa. Questa mattina, poco dopo le 7:30, davanti ai cancelli dello stabilimento si sono radunati piccoli gruppi di operai per commentare le ultime novità. “Speriamo che questa volta sia la buona”, ha detto uno di loro, con la tuta blu e lo sguardo stanco. La città resta in attesa, ancora una volta.