Milano, 21 novembre 2025 – Nei primi nove mesi del 2025, il mercato italiano delle fusioni e acquisizioni (M&A) nel retail dà segnali di ripresa, dopo un 2024 piuttosto prudente. Secondo l’analisi “Retail & Finanza” di PwC per Confimprese, sono state fatte 295 operazioni nel consumer market, un leggero passo avanti rispetto alle 279 dello stesso periodo dell’anno scorso. Non è un balzo enorme, ma qualcosa si muove. E non sono i fondi di private equity a spingere questa ripresa, bensì gli investitori strategici, che stanno guadagnando terreno sia nel retail che nell’hospitality.
Gli investitori strategici prendono il comando
Rispetto agli anni scorsi, sono le aziende industriali a fare la parte del leone nelle operazioni chiuse. I fondi di private equity, dicono gli esperti, restano cauti e preferiscono puntare su uscite rapide, piuttosto che entrare in nuovi affari. Nel retail, dove i cicli sono veloci e il capitale gira senza sosta, gli investitori strategici sembrano garantire più stabilità nella gestione e la possibilità di portare avanti progetti più duraturi. “L’aumento degli investitori strategici – spiega Mario Resca, presidente di Confimprese – dimostra che il mercato vuole ottenere qualcosa in più del semplice guadagno finanziario, come l’accesso a nuove tecnologie o mercati”.
Chi muove davvero il mercato: Ovs, Armani, Prada e Unibee
Sul fronte delle acquisizioni, spiccano nomi come Ovs, che ha comprato Goldenpoint e Kasanova, ma anche Armani e Prada, impegnate in operazioni mirate per rafforzare la loro posizione. Da non perdere il ruolo di Unibee, che ha finalizzato l’acquisto di Ethos Group. Questi affari confermano quanto la finanza industriale stia diventando decisiva per consolidare marchi, allargare mercati e mettere insieme competenze. “Un investitore strategico – aggiunge Resca – è dentro la gestione e punta a far crescere l’azienda, andando oltre il semplice profitto”.
Consolidamento in crescita nel grocery e nella ristorazione
Non è solo il mondo del fashion a muoversi. Nel grocery, nelle catene specializzate e nella ristorazione, il consolidamento si fa sentire forte. Sono tanti i deal chiusi su format fast dining, di lusso e in fase di rilancio: tra i nomi più noti ci sono Cigierre, Rossopomodoro, Temakinho, ma anche La Capannina di Franceschi e Twiga. Qui gli operatori cercano soprattutto efficienza e vogliono entrare in nuovi canali di vendita.
Fashion e lusso: scelta oculata e rilancio mirato
Nel fashion e nel lusso l’attività resta selettiva. I fondi puntano su asset più stabili, mentre gli operatori strategici preferiscono investire in marchi familiari e in operazioni di rilancio. Tra le operazioni più chiacchierate ci sono quelle su Goldenpoint, Gallo, Venice e Capri Holding. Gli esperti vedono una tendenza chiara: valorizzare marchi con un’identità italiana forte, spesso in difficoltà, ma con buone possibilità di crescita.
Un mercato M&A italiano in trasformazione
Il 2025 sembra segnare il sorpasso dei corporate investor sui fondi finanziari. Una svolta che potrebbe cambiare gli equilibri del mercato M&A italiano nei mesi a venire, spostando l’attenzione dalla mera valorizzazione finanziaria alla crescita industriale. Gli addetti ai lavori tengono d’occhio l’andamento dell’economia: inflazione sotto controllo e tassi fermi potrebbero spingere ancora questa dinamica.
In attesa dei dati dell’ultimo trimestre, il clima tra gli operatori è prudente ma fiducioso. “Solo allora – confida un manager milanese – vedremo se questa tendenza è davvero destinata a durare o se si tratta di una fase passeggera”. Per ora, però, il segnale è chiaro: nel retail italiano si gioca una partita tra chi punta sulla crescita industriale e chi resta ancorato a logiche finanziarie di breve periodo.
