Scoperte straordinarie: la Nasa rivela le immagini della cometa interstellare

Scoperte straordinarie: la Nasa rivela le immagini della cometa interstellare

Scoperte straordinarie: la Nasa rivela le immagini della cometa interstellare

Giada Liguori

Novembre 21, 2025

Washington, 21 novembre 2025 – Da quando la cometa interstellare 3I/Atlas è stata avvistata il primo luglio 2025 dal telescopio Atlas in Cile, la Nasa si è messa in moto con una vera e propria task force scientifica per seguirne il cammino nel Sistema Solare. Un’operazione che coinvolge sonde, telescopi spaziali e strumenti a terra, con l’obiettivo di raccogliere dati preziosi su quello che è soltanto il terzo oggetto interstellare mai osservato vicino al nostro Sole.

Caccia globale alla cometa 3I/Atlas

La scoperta di 3I/Atlas – il numero “3I” indica che si tratta del terzo oggetto interstellare identificato – ha subito scatenato l’interesse degli scienziati di tutto il mondo. “Abbiamo messo in campo tutte le risorse che avevamo”, ha detto il responsabile delle missioni planetarie della Nasa, Thomas Zurbuchen, durante un briefing a Houston. Dodici strumenti, tra sonde in orbita e rover su Marte, hanno già ripreso la cometa. E non è finita qui: “Il viaggio di Atlas è appena cominciato, nelle prossime settimane ci aspettano tante altre osservazioni”, ha aggiunto Zurbuchen.

Le immagini più nitide arrivano da Marte

Il momento in cui 3I/Atlas è passato più vicino a un pianeta del Sistema Solare è stato all’inizio di ottobre 2025, quando la cometa ha sfiorato Marte a circa 30 milioni di chilometri. In quell’occasione la sonda Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), attiva dal 2006, ha scattato le foto più dettagliate finora. Anche l’orbiter Maven ha seguito da vicino l’evento, usando strumenti nell’ultravioletto per studiare la composizione della chioma e della coda. Dal suolo marziano, il rover Perseverance ha puntato le sue telecamere al cielo, fornendo dati unici raccolti direttamente dalla superficie.

Osservatori solari entrano in azione

Una novità di questa missione è stata l’uso degli osservatori solari per tenere d’occhio la cometa quando era nascosta dalla luce del Sole, vista dalla Terra. La missione Stereo, pur avendo perso una delle due sonde gemelle nel 2014, è riuscita comunque a inviare immagini utili. Il telescopio spaziale Soho, frutto della collaborazione tra Nasa e Agenzia Spaziale Europea, ha seguito Atlas mentre passava dietro la nostra stella. E la missione Punch, lanciata nel 2025, ha fotografato la coda della cometa, documentandone la struttura mentre si allontanava dal Sole.

Una rete di sonde e telescopi in azione

Anche le sonde Psyche e Lucy, che studiano gli asteroidi, hanno incrociato la traiettoria di 3I/Atlas a settembre 2025. Psyche si trovava a circa 53 milioni di chilometri dalla cometa, Lucy addirittura a 380 milioni. Entrambe hanno inviato immagini che saranno analizzate nei prossimi mesi. Sul fronte dei telescopi spaziali, sia l’Hubble Space Telescope (Nasa/Esa) sia il più recente James Webb Space Telescope (Nasa/Esa/Agenzia spaziale canadese) hanno dedicato sessioni di osservazione a questa “intrusa” interstellare. Anche il nuovo telescopio Spherex, attivo da marzo 2025, ha fornito preziosi dati spettroscopici.

Un’opportunità unica per studiare le origini del Sistema Solare

Avere davanti a sé una cometa interstellare come 3I/Atlas è una chance rara per gli scienziati: permette di analizzare materiale che arriva da altri sistemi stellari. “Ogni dato raccolto ci aiuta a capire meglio come si sono formati pianeti e comete”, ha spiegato la ricercatrice dell’ESA Elena Mazzotta Epifani, esperta di corpi minori. Le analisi spettroscopiche serviranno a confrontare la composizione di Atlas con quella delle comete nate nel nostro Sistema Solare. Solo quando tutti i dati saranno messi insieme si potrà forse rispondere a una domanda che molti astronomi si fanno: quanto sono diversi gli oggetti interstellari rispetto a quelli “di casa nostra”?

Lungo il cammino, con lo sguardo sempre puntato avanti

Il viaggio di 3I/Atlas continuerà ancora per mesi, prima che la cometa lasci per sempre il Sistema Solare. Nel frattempo, la Nasa proseguirà nel coordinare le osservazioni con partner internazionali e centri di ricerca. “Siamo solo all’inizio”, ha confidato un tecnico del Jet Propulsion Laboratory durante una sessione notturna di monitoraggio. Eppure, anche in queste prime settimane, la missione ha già regalato spunti importanti per capire meglio i fenomeni interstellari e le origini del nostro sistema planetario.