Washington, 21 novembre 2025 – Donald Trump torna a parlare di Ucraina e del conflitto in corso, lasciando intendere che, secondo lui, Kiev starebbe già “perdendo territori”. Durante un’intervista a Fox News ieri sera, l’ex presidente e candidato repubblicano alle prossime elezioni ha risposto a una domanda sul futuro del Donbass, la regione orientale al centro della guerra con la Russia. “Probabilmente li perderà comunque, in poco tempo, se la guerra continuerà”, ha detto Trump, riferendosi alle aree sotto controllo russo.
Trump: il Donbass è destinato a cambiare mano?
Le parole di Trump arrivano in un momento delicato per la diplomazia mondiale. Da mesi insiste sulla necessità di una soluzione negoziata e questa volta ha lasciato capire che il suo piano di pace potrebbe prevedere una cessione almeno parziale del Donbass alla Russia. “L’Ucraina sta già perdendo pezzi”, ha ribadito, sottolineando che, secondo lui, la situazione sul campo è ormai compromessa per Kiev. Nessun dettaglio ufficiale sul piano è stato diffuso, ma le sue parole hanno subito scatenato reazioni negli Stati Uniti e in Europa.
Le reazioni a Washington e Bruxelles
A Washington, il dibattito sulla guerra in Ucraina si è subito riacceso. Fonti vicine all’amministrazione Biden hanno definito “pericolosa” l’idea di cedere territori, chiarendo che “non spetta agli Stati Uniti decidere i confini dell’Ucraina”. Anche a Bruxelles si respira preoccupazione. Un portavoce della Commissione europea ha ricordato: “Ogni soluzione deve rispettare la sovranità e l’integrità territoriale ucraina”. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, interpellato dalla stampa locale nella notte, ha evitato commenti diretti, ma ha ribadito che “nessun territorio sarà ceduto”.
La situazione sul campo: chi controlla cosa
Secondo gli ultimi dati dell’Institute for the Study of War, le truppe russe tengono oggi circa il 18% del territorio ucraino, compresa gran parte delle regioni di Luhansk e Donetsk. Negli ultimi mesi, la linea del fronte si è stabilizzata. Gli scontri sono quotidiani, ma senza grandi avanzate da parte di nessuno. Le autorità ucraine denunciano bombardamenti continui su città come Avdiivka e Bakhmut, mentre Mosca sostiene di aver respinto diversi tentativi di controffensiva. Il bilancio delle vittime civili resta incerto: l’ONU parla di almeno 10mila morti dall’inizio dell’invasione, nel febbraio 2022.
Diplomazia e campagna elettorale: il ruolo degli Usa
La questione della pace in Ucraina pesa anche sulla campagna elettorale americana. Trump ha promesso più volte che, se rieletto, “porrà fine alla guerra in 24 ore”, senza però spiegare come. Alcuni analisti vedono nella sua posizione una possibile pressione su Kiev per accettare concessioni territoriali in cambio di un cessate il fuoco. “Non possiamo continuare a finanziare una guerra senza fine”, ha detto ieri un consigliere di Trump, restato anonimo. Dall’altra parte, la Casa Bianca sottolinea l’importanza di sostenere l’Ucraina “fino a quando sarà necessario”.
Kiev e l’Europa: nessuna resa sotto pressione
A Kiev, le parole di Trump sono state accolte con freddezza. Un funzionario del ministero degli Esteri ha detto: “Non accetteremo mai una pace imposta che preveda la perdita dei nostri territori”. Cresce anche in Europa la preoccupazione per un possibile cambio di rotta americano dopo le elezioni del 2024. “La sicurezza dell’Europa dipende dalla resistenza ucraina”, ha ricordato ieri sera a Berlino il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock.
Il dibattito Usa: tra divisioni e opinioni pubbliche
Negli Stati Uniti, la guerra in Ucraina divide anche il Congresso. Alcuni repubblicani appoggiano la linea dura di Trump, mentre tra i democratici c’è il timore che una cessione del Donbass apra la strada a nuove rivendicazioni russe. Intanto, un sondaggio del Pew Research Center pubblicato la scorsa settimana mostra che il 48% degli americani è favorevole a una soluzione negoziata che metta fine al conflitto, anche a costo di qualche concessione territoriale.
La partita resta aperta. E mentre sul terreno si continua a combattere, le parole di Trump riaccendono il confronto sul vero prezzo della pace in Ucraina.
