Cop30: unanime approvazione del Global mutirao, un passo storico per il clima

Cop30: unanime approvazione del Global mutirao, un passo storico per il clima

Cop30: unanime approvazione del Global mutirao, un passo storico per il clima

Matteo Rigamonti

Novembre 22, 2025

Belém, 22 novembre 2025 – Dopo quindici giorni di negoziati intensi, la plenaria della Conferenza sul clima Cop30 di Belém ha dato il via libera all’unanimità, nella notte tra giovedì e venerdì, al cosiddetto Global mutirao. Si tratta di un accordo politico che prende spunto dalla tradizione locale di unire le forze per raggiungere un obiettivo comune. Circa 200 Paesi hanno approvato il testo, segnando un passo importante nelle trattative internazionali sul clima. Restano però fuori gli Stati Uniti, che non hanno partecipato al summit e non hanno firmato l’intesa.

Global mutirao, un patto con radici amazzoniche

La parola mutirao arriva dal portoghese brasiliano e indica un lavoro fatto insieme dalla comunità per il bene di tutti. Un’idea che gli organizzatori hanno voluto portare anche nel cuore della Cop30. “Abbiamo scelto questa parola perché qui in Amazzonia ha un significato forte: nessuno si salva da solo”, ha detto il presidente della conferenza, Carlos Nobre, subito dopo l’approvazione. La scelta non è casuale: il summit si è tenuto a Belém, alle porte della foresta amazzonica, simbolo mondiale della battaglia contro i cambiamenti climatici.

Trattative estenuanti, la notte prima del sì

Non è stato facile arrivare all’accordo. Le delegazioni hanno lavorato su diverse versioni del testo fino alle prime luci del mattino di venerdì, cercando di superare le ultime resistenze su alcuni punti caldi. “Abbiamo discusso fino alle quattro del mattino”, ha raccontato una fonte diplomatica europea. Solo dopo un’ultima, lunga rilettura è arrivato il via libera. Nel documento finale non c’è un riferimento diretto alle fonti fossili come petrolio e carbone, tema che ha diviso i partecipanti fino all’ultimo. Ma sono stati aperti nuovi spazi per discutere di taglio delle emissioni e di transizione energetica.

Stati Uniti fuori, Europa e Sud del mondo in campo

L’assenza degli Stati Uniti, che non hanno mandato una delegazione ufficiale, si è fatta sentire nelle dinamiche del summit. “Sarebbe stato importante avere anche Washington al tavolo”, ha ammesso la ministra brasiliana dell’Ambiente, Marina Silva. Al contrario, l’Unione Europea e molti Paesi del Sud del mondo hanno giocato un ruolo chiave nella mediazione. La Cina ha chiesto di “rispettare le diverse strade di sviluppo”, mentre l’India ha sollecitato più fondi per l’adattamento ai cambiamenti climatici.

Triplicare i fondi per l’adattamento entro il 2035

Uno dei punti più importanti del Global mutirao riguarda i soldi per aiutare i Paesi a fronteggiare gli effetti del cambiamento climatico. Il testo propone di triplicare i fondi per l’adattamento entro il 2035, rispetto a oggi. Una richiesta forte soprattutto da parte delle nazioni più vulnerabili, come le piccole isole del Pacifico e gli Stati africani. “Non possiamo più aspettare: servono risorse concrete per proteggere le nostre comunità”, ha detto il rappresentante delle Fiji, Jone Vuniwaqa. Le prime stime parlano di un aumento dei finanziamenti globali per l’adattamento a oltre 90 miliardi di dollari l’anno.

Nessun impegno diretto sulle fonti fossili

Nonostante le pressioni di alcune delegazioni europee e latinoamericane, nel testo non compare un impegno chiaro a eliminare gradualmente le fonti fossili. Scelta che ha diviso gli osservatori. “È un passo avanti, ma manca ancora il coraggio di chiamare le cose con il loro nome”, ha commentato la climatologa italiana Valentina Bosetti, presente a Belém come consulente scientifica. I negoziatori, però, sostengono che lasciare aperto il confronto potrebbe favorire nuovi compromessi in futuro.

Verso la Cop31, il lavoro continua

Il documento di Belém sarà la base per i prossimi negoziati internazionali. La presidenza brasiliana ha già annunciato che i lavori andranno avanti nei prossimi mesi, con incontri tecnici a Bonn e a Nairobi. L’obiettivo è arrivare alla Cop31 con una piattaforma condivisa su finanziamenti e riduzione delle emissioni. “Il tempo stringe”, ha ricordato Carlos Nobre chiudendo i lavori, “ma oggi abbiamo dimostrato che la cooperazione è ancora possibile”.