La tragedia di Brandizzo: il drammatico video e le telefonate prima dell’impatto

La tragedia di Brandizzo: il drammatico video e le telefonate prima dell'impatto

La tragedia di Brandizzo: il drammatico video e le telefonate prima dell'impatto

Matteo Rigamonti

Novembre 22, 2025

Torino, 22 novembre 2025 – Il video della strage di Brandizzo, diffuso nelle ultime ore da Tgr Piemonte, mostra con crudezza quello che è successo nella notte tra il 30 e il 31 agosto 2023 sui binari della stazione di Torino. Cinque operai della Sigifer, ignari del pericolo che li aspettava, stavano lavorando su un tratto di ferrovia quando, alle 23.48, un treno li ha travolti. Le immagini, ora parte dell’inchiesta, raccontano una serie di errori, malintesi e tentativi confusi di coordinamento tra il caposquadra Rfi, Antonio Massa, e la sala operativa di Chivasso. Una tragedia che ha lasciato sgomenta la comunità ferroviaria e sollevato molti dubbi sulla sicurezza nei cantieri notturni.

Le telefonate decisive prima dell’incidente: cercando uno spazio sicuro

Nelle ore che hanno preceduto l’incidente, Antonio Massa – tra i principali indagati per omicidio colposo – ha chiamato più volte la sala operativa di Chivasso, cercando di ottenere il via libera per cominciare i lavori. La prima chiamata, intorno alle 23.27, vede Massa chiedere a Vincenza Repaci, dirigente movimento Rfi, informazioni sui passaggi dei treni. “L’ultimo dovrebbe passare qui alle 23.48”, risponde la sala. Massa ringrazia e chiede se può avere la “tecnica”, cioè l’autorizzazione ufficiale per intervenire sui binari. Repaci rimanda: “Dopo, ci sentiamo dopo”.

Pochi minuti più tardi, alle 23.45, Massa attraversa i binari mentre sta passando il regionale R2044. Lo prende per l’ultimo treno della serata. In quel momento richiama Repaci: “Posso chiederti di scrivere la tecnica?”, dice mentre gli operai iniziano a svitare i bulloni. La trattativa sugli orari si fa serrata: “A me basta dalle 23.55 alle 2 o 2.30”, prova a spiegare Massa. Dalla sala operativa rispondono che proveranno a richiamare.

L’accordo sull’orario e la ripresa dei lavori

Alle 23.47 arriva una nuova chiamata dalla sala operativa: “Quel treno deve passare all’una e mezza, quindi mi dicevano o prima o dopo. Se a te basta un’ora, possiamo andare bene da mezzanotte all’una…”. Massa accetta e si rivolge ad Andrea Girardin Gibin, caposquadra Sigifer e unico sopravvissuto: “Per l’una ce la facciamo Andre? Altrimenti dopo l’1.30 ce la danno. Partiamo adesso? Dai, ok, dai ce la facciamo”. La decisione è presa in fretta, con la pressione del tempo che si fa sentire. Massa formalizza la richiesta: “La faccio dal 31 agosto, dalle 00.01…”, ma nel frattempo gli operai sono già al lavoro.

Il trapano rimbomba nel video, le voci si sovrappongono e i minuti passano. Tra esitazioni e tentativi di coordinamento, la situazione sta per precipitare.

L’impatto del treno e la tragedia: “Minchia qua c’hanno perso la vita”

Alle 23.48 il treno investe gli operai che stavano svitando il ventiquattresimo bullone, su uno slot ancora non autorizzato. Nel video si sentono le urla disperate di Massa: “Porca puttana questi ragazzi…”. Poi, con la voce rotta, aggiunge: “Cazzo, gli avevo detto ‘aspettate’, cazzo”. La telefonata con la sala operativa riprende pochi secondi dopo. Repaci chiede: “Tutto a posto?”. La risposta è un’ammissione amara: “No, non tutto a posto. C’è questo treno che è passato. Non pensavo ci fossero più treni, ha preso le persone”.

Massa insiste: “Ma scusa, non era l’ultimo treno quello che doveva passare…?”. Dalla sala arriva la risposta: “No, non era l’ultimo, c’era ancora un invio alle 23.50, te lo avevamo detto. Non avevi neanche l’interruzione”. Il caposquadra si dispera: “Madonna mia, cazzarola. Io a loro ho detto di stare fuori. Porca vacca, minchia qua ci hanno perso la vita”.

Inchiesta aperta: chi ha sbagliato?

Secondo gli atti dell’inchiesta, sono ventuno le persone indagate e tre le società coinvolte – tra cui Rfi e Sigifer – con accuse che vanno dall’omicidio colposo alla violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. Le immagini della videosorveglianza sono al centro delle indagini della Procura di Ivrea, chiamata a capire se ci siano state negligenze nei protocolli o errori nella catena di comando.

La comunità ferroviaria aspetta risposte chiare. I familiari delle vittime chiedono giustizia e trasparenza su quella notte a Brandizzo. Un dramma che ha messo a nudo le fragilità del sistema e la necessità di regole più strette per proteggere chi lavora sui binari.