Le misteriose buche Inca: dalla teoria del mercato a quella dell’esattoria VIDEO

Le misteriose buche Inca: dalla teoria del mercato a quella dell'esattoria VIDEO

Le misteriose buche Inca: dalla teoria del mercato a quella dell'esattoria VIDEO

Matteo Rigamonti

Novembre 22, 2025

Lima, 22 novembre 2025 – Uno studio internazionale guidato dall’Università di Sydney e pubblicato su Antiquity fa luce su una delle più grandi curiosità delle Ande meridionali del Perù: la lunga fila di buche giganti sul Monte Sierpe. Parliamo di circa 5.200 cavità, larghe fino a due metri e profonde un metro, perfettamente allineate per 1,5 chilometri nella valle del Pisco. Secondo i ricercatori, queste buche non hanno avuto un unico scopo nel tempo. Da mercato della civiltà precolombiana Chincha, sarebbero diventate una sorta di esattoria degli Inca.

Monte Sierpe, un mistero che dura da decenni

Il Monte Sierpe – chiamato così dagli abitanti locali perché sembra una “montagna serpente” – è noto agli archeologi fin dal 1933, quando le prime foto aeree pubblicate su National Geographic mostrarono la sua forma insolita. Da allora, il dibattito non si è mai spento. “Si è parlato di tutto: difesa, deposito, contabilità, raccolta dell’acqua, persino cattura della nebbia o giardinaggio”, racconta Jacob Bongers, archeologo dell’Università di Sydney e primo autore dello studio. Ma la vera funzione delle buche è rimasta un enigma.

Immagini aeree e tracce botaniche: la nuova svolta

Per capire meglio, il gruppo di ricerca ha combinato immagini aeree ad alta definizione con l’analisi al microscopio dei residui vegetali dentro le buche. I risultati hanno sorpreso tutti: sono saltate fuori tracce di mais e di piante selvatiche usate tradizionalmente per fare cesti. “Questo ci fa pensare che, prima della conquista spagnola, le buche fossero rivestite con materiali vegetali e usate per conservare merci, trasportate con cesti o fasci intrecciati”, spiega Bongers. Una prova concreta che lì c’era un vero e proprio mercato o centro di scambio.

Da mercato Chincha a sistema Inca di conti e tributi

Le foto dall’alto hanno anche messo in evidenza che le buche sono disposte in schemi numerici precisi, divise in blocchi. Questo ricorda molto i khipus, i famosi strumenti di conteggio degli Inca fatti con corde annodate. Gli studiosi ipotizzano che, sotto gli Inca, il Monte Sierpe sia diventato un enorme sistema per tenere i conti e riscuotere le tasse. “La disposizione delle buche segue gli stessi principi dei khipus”, sottolinea Bongers, “e questo suggerisce un uso amministrativo legato alla riscossione dei tributi”.

Un sito che racconta due epoche, due società

Situato nella valle del Pisco, a circa 250 chilometri a sud di Lima, il Monte Sierpe si conferma uno dei luoghi più misteriosi e affascinanti della storia andina. Le prime ricostruzioni indicano un’evoluzione chiara: da punto di scambio e deposito per la civiltà Chincha a centro fiscale sotto il controllo degli Inca. Un passaggio che mostra quanto queste società precolombiane sapessero adattare e riutilizzare strutture esistenti per nuove esigenze politiche ed economiche.

Il mondo scientifico reagisce con interesse ma cautela

Lo studio ha attirato l’attenzione degli esperti di archeologia sudamericana. “È un’idea molto interessante”, dice María Torres, docente all’Universidad Nacional Mayor de San Marcos di Lima. “Perché mette insieme dati concreti – come i residui vegetali – e una visione più ampia dei sistemi amministrativi incaici”. Tuttavia, alcuni chiedono prudenza: “Serviranno altri scavi e analisi per confermare questa interpretazione”, avverte Torres.

Il mistero continua

Nonostante le nuove scoperte, il Monte Sierpe resta un enigma aperto. Gli archeologi non si fermeranno qui, vogliono capire a fondo l’origine e le trasformazioni di questo monumento unico. Intanto, tra le sue buche e pietre si intrecciano le storie di mercanti Chincha e funzionari Inca: due mondi diversi, uniti da una lunga striscia di terra scavata nel cuore delle Ande.