Parigi, 22 novembre 2025 – Emmanuel Macron torna a lanciare un avvertimento netto sulla guerra in Ucraina: senza misure deterrenti reali, “i russi torneranno”. È quanto ha detto questa mattina, durante un incontro con la stampa all’Eliseo, mentre il dibattito internazionale sul piano di pace per l’Ucraina continua a infiammarsi. Il presidente francese ha anche annunciato che la “coalizione dei volenterosi”, il gruppo di Paesi a fianco di Kiev, si riunirà in videochiamata martedì prossimo per decidere i prossimi passi.
Macron: “Serve una deterrenza vera”
“Se non mettiamo in campo misure deterrenti, i russi torneranno. È una certezza”, ha detto Macron ai giornalisti poco dopo le 10.30, nella sala stampa dell’Eliseo. Il presidente ha insistito sulla necessità che Europa e alleati occidentali agiscano con più decisione. “Non possiamo abbassare la guardia”, ha aggiunto, “perché la sicurezza dell’Ucraina riguarda tutti noi”.
Fonti dell’Eliseo spiegano che la posizione di Macron riflette le preoccupazioni emerse negli ultimi giorni tra i partner europei. Dopo quasi tre anni di guerra, la Russia mantiene una forte presenza militare nell’est dell’Ucraina. “Le truppe russe non hanno mai lasciato davvero il territorio ucraino”, ha raccontato un consigliere presidenziale, “e ogni segnale di debolezza potrebbe essere interpretato come il via libera a nuove offensive”.
La coalizione dei volenterosi si riunisce martedì
Durante il suo intervento, Macron ha confermato che la cosiddetta “coalizione dei volenterosi” – composta da Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e altri Paesi europei – terrà una videochiamata martedì 26 novembre. L’obiettivo è coordinare il sostegno a Kiev e valutare nuove azioni per mettere pressione su Mosca.
“Dobbiamo restare uniti e decisi”, ha detto Macron. “La solidarietà verso l’Ucraina non può essere a singhiozzo”. Fonti diplomatiche a Parigi riferiscono che sul tavolo ci sono nuove sanzioni economiche e un possibile rafforzamento della cooperazione militare. Non si esclude nemmeno l’invio di altri sistemi di difesa aerea.
Il piano di pace e le resistenze di Mosca
Al centro del dibattito c’è il piano di pace per l’Ucraina promosso da Kiev con il sostegno occidentale. Il documento chiede il ritiro delle truppe russe dalle zone occupate e garanzie per la sicurezza futura del Paese. Ma Mosca continua a rifiutare qualsiasi proposta che implichi la restituzione dei territori annessi.
“La Russia non dà segnali concreti di apertura”, ha detto un funzionario del ministero degli Esteri francese. “Anzi, negli ultimi giorni le attività militari lungo la linea del fronte sono aumentate”. Secondo i dati raccolti dall’OSCE, nelle ultime 48 ore si sono registrati oltre 120 episodi di fuoco incrociato nel Donbass.
Europa divisa tra pressioni e diplomazia
La posizione francese si inserisce in un quadro europeo segnato da tensioni politiche e differenze di strategia. In Germania, il cancelliere Olaf Scholz ha ribadito il sostegno a Kiev, ma ha chiesto più prudenza nell’invio di armi pesanti. In Italia, il governo Meloni segue con attenzione gli sviluppi, ma insiste sulla necessità di una soluzione diplomatica.
“Non possiamo lasciare che questa guerra diventi la nuova normalità in Europa”, ha detto ieri sera il ministro degli Esteri Antonio Tajani alla Farnesina. “Serve una risposta comune e responsabile”.
La sfida di martedì: cosa deciderà la coalizione?
L’incontro di martedì della coalizione dei volenterosi sarà un momento decisivo. Gli alleati dovranno scegliere se aumentare il sostegno militare a Kiev o puntare su nuove mosse diplomatiche. Intanto a Kiev cresce l’attesa: il presidente Volodymyr Zelensky ha ringraziato Macron per il suo impegno e ha chiesto all’Europa “di non dimenticare che la pace si costruisce anche con la forza”.
Resta da vedere quale sarà la risposta concreta dei partner occidentali. Ma il messaggio arrivato oggi da Parigi – senza deterrenti, i russi torneranno – è un chiaro segnale. E, per ora, nessuno sembra volerlo sottovalutare.
