Roma, 22 novembre 2025 – Da oggi diventa più facile mettere insieme i contributi previdenziali versati in diverse gestioni e costruire una sola posizione pensionistica. Lo ha chiarito il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, confermando che si potrà finalmente ricongiungere i contributi versati nella Gestione separata Inps con quelli di altre gestioni, comprese le Casse professionali. Una novità attesa da tempo, che riguarda migliaia di lavoratori e professionisti in tutta Italia.
Ricongiungere i contributi: cosa cambia davvero
Il tema della ricongiunzione dei contributi riguarda chi ha lavorato in settori diversi o ha cambiato ruolo, versando in più casse. Fino a ieri, la Gestione separata Inps – nata nel 1996 per raccogliere collaboratori, partite Iva e professionisti senza albo – era esclusa dalle ricongiunzioni ordinarie. Il motivo? Era tutta basata sul sistema contributivo, mentre le altre gestioni erano ancora in parte legate al sistema retributivo.
Ora, con la riforma pensionistica completata e il passaggio al sistema contributivo per tutti, il Ministero ha spiegato che “non c’è più motivo di tenere la Gestione separata fuori dalla ricongiunzione”. In pratica, chi ha contributi sparsi potrà chiedere il trasferimento dei periodi contributivi sia verso la Gestione separata sia dalla Gestione separata verso altre casse, compresi gli enti professionali.
Chi può richiedere la ricongiunzione
Il Ministero precisa che questa possibilità vale solo per chi è completamente nel sistema contributivo, cioè chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995. Per questi lavoratori – molti giovani professionisti o collaboratori – si apre la strada per mettere a frutto tutta la propria carriera contributiva.
“Per il libero professionista – si legge nella nota ufficiale – significa evitare che i contributi rimangano frammentati e poco utili per la pensione”. Un esempio pratico: un architetto che abbia versato sia alla propria Cassa professionale sia alla Gestione separata Inps potrà ora chiedere di riunire i periodi, seguendo le regole di ciascun ente.
Costi e tempi: cosa bisogna sapere
La ricongiunzione non sarà gratis. Chi vorrà trasferire i contributi dovrà pagare un importo, che l’Inps definirà nelle prossime settimane. Al momento, spiegano fonti del Ministero, si attende una circolare operativa che spiegherà come fare e i tempi da rispettare.
Questa possibilità nasce da una nota interpretativa del Ministero, che recepisce alcune sentenze recenti della Corte di Cassazione. È un passaggio tecnico, ma fondamentale per sbloccare una situazione che finora penalizzava molti lavoratori “ibridi”, costretti a scegliere tra totalizzazione e cumulo.
Le alternative restano: totalizzazione e cumulo
La ricongiunzione si aggiunge alle altre strade già aperte per chi ha carriere spezzate: la totalizzazione e il cumulo dei periodi assicurativi. Sono strumenti diversi, con regole e risultati diversi sulla pensione finale. La novità di oggi dà però un’opzione in più, soprattutto a chi vuole concentrare i contributi in una sola gestione.
“È un passo avanti verso una maggiore equità previdenziale”, ha commentato un funzionario del Ministero. “Molti professionisti con carriere frammentate rischiavano di perdere parte dei contributi versati”.
Il prossimo passo: si attendono le istruzioni Inps
Per far partire tutto serviranno le istruzioni dettagliate dell’Inps, previste entro fine anno. Solo allora si potrà presentare domanda e sapere con precisione quanto costerà la ricongiunzione. Intanto, patronati e associazioni di categoria stanno raccogliendo le prime richieste di chiarimento.
Secondo gli esperti, questa misura potrebbe riguardare decine di migliaia di lavoratori nei prossimi mesi. Un cambiamento tecnico, certo, ma con effetti concreti sulla vita di tanti italiani.