Petrolio in discesa a New York: il prezzo scende a 58,26 dollari

Petrolio in discesa a New York: il prezzo scende a 58,26 dollari

Petrolio in discesa a New York: il prezzo scende a 58,26 dollari

Giada Liguori

Novembre 22, 2025

New York, 22 novembre 2025 – Le quotazioni del petrolio hanno aperto in calo a New York, cedendo l’1,25% e fermandosi a 58,26 dollari al barile. Dietro questo movimento, gli operatori vedono le incertezze legate sia alla domanda globale sia alle ultime mosse dell’OPEC. La giornata è partita alle 9:30 ora locale con scambi che hanno subito mostrato una tendenza negativa.

Petrolio in discesa: cosa sta succedendo?

Il prezzo del greggio scende dopo giorni di segnali contrastanti sul fronte energetico. Da una parte, la domanda internazionale rallenta, soprattutto in Asia, dove la crescita cinese non è più quella sperata. Dall’altra, le parole del ministro dell’Energia saudita, Abdulaziz bin Salman, hanno chiarito che per ora non ci saranno nuovi tagli alla produzione. “Stiamo tenendo d’occhio la situazione, ma al momento nessun piano per ulteriori riduzioni”, ha detto ieri sera.

Mercati in fibrillazione, borse in calo

Il calo del petrolio si è subito fatto sentire anche in Borsa. A Wall Street il settore energetico ha aperto in rosso: ExxonMobil e Chevron hanno perso tra lo 0,8% e l’1,5% nelle prime battute. Gli esperti di JP Morgan avvertono che “un prezzo sotto i 60 dollari mette pressione sui conti delle compagnie americane dello shale oil”. E la preoccupazione si è fatta sentire anche in Europa, con i titoli energetici a Londra e Francoforte che hanno seguito la stessa strada.

Domanda mondiale: le previsioni per il 2026

L’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) stima una crescita della domanda di petrolio nel 2026, ma più lenta rispetto al passato. Il rallentamento delle economie emergenti, India compresa, pesa sulle previsioni. “La domanda resta buona, ma meno vivace”, ha detto Fatih Birol, direttore esecutivo dell’IEA. Così, nelle prossime settimane il prezzo del barile potrebbe oscillare tra i 55 e i 62 dollari, a meno di shock geopolitici o mosse a sorpresa dei produttori.

Prezzi alla pompa: cosa cambia per i consumatori

Il calo del greggio si riflette anche sui prezzi della benzina. Negli Stati Uniti, secondo l’American Automobile Association (AAA), il prezzo medio è sceso a 3,12 dollari al gallone nelle ultime 24 ore. In Italia, invece, la verde si paga oggi in media 1,78 euro al litro, secondo il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. I gestori delle stazioni spiegano che “i prezzi internazionali si fanno sentire con qualche giorno di ritardo sui listini nazionali”. Ma tra gli automobilisti resta la prudenza: in molti temono che tensioni internazionali possano far risalire i costi in fretta.

OPEC e Stati Uniti: chi guida la produzione?

Sul fronte produzione, l’OPEC resta sotto osservazione. Il prossimo incontro è fissato per il 28 novembre a Vienna, ma fonti interne dicono che non sono previsti nuovi tagli. Nel frattempo, gli Stati Uniti continuano a spingere sull’estrazione di shale oil, che ha raggiunto i 13 milioni di barili al giorno, secondo l’EIA (Energy Information Administration). Questa competizione tiene i prezzi sotto controllo e influisce sugli equilibri mondiali.

Mercati in bilico: l’incertezza domina

Gli operatori si muovono con cautela. “Il mercato è molto sensibile alle notizie geopolitiche”, ha raccontato un trader a Wall Street poco dopo l’apertura. Un’escalation in Medio Oriente o nuove tensioni tra Russia e Ucraina potrebbero cambiare tutto in fretta. Per ora, però, la giornata parte debole: il petrolio a 58,26 dollari al barile segna un minimo mensile e apre interrogativi sull’inverno che arriva.

Con il vertice OPEC alle porte e i dati economici in arrivo, tutti gli occhi restano puntati su New York. Solo allora si capirà se il calo è destinato a durare o se è solo una pausa in un mercato sempre più imprevedibile.