Sempio svela il mistero del Dna: Era mio? Frequentavo la casa di Chiara Poggi

Sempio svela il mistero del Dna: Era mio? Frequentavo la casa di Chiara Poggi

Sempio svela il mistero del Dna: Era mio? Frequentavo la casa di Chiara Poggi

Matteo Rigamonti

Novembre 22, 2025

Milano, 22 novembre 2025 – Andrea Sempio, indagato per il delitto di Garlasco, è tornato a parlare del caso che da anni scuote la provincia di Pavia. Ieri sera, ospite della trasmissione tv Quarto Grado, ha risposto in diretta alle domande più difficili: dal DNA trovato sotto le unghie di Chiara Poggi alle impronte nella villetta di via Pascoli, teatro dell’omicidio del 13 agosto 2007. “Non lo so, davvero non credo si potrà dire con certezza che sia il mio”, ha ammesso Sempio parlando della traccia genetica che gli viene attribuita dalla procura. “Può darsi che si tratti di una contaminazione. Alla fine, frequentavo quella casa”.

Il DNA sotto le unghie: Sempio parla di possibile contaminazione

Il punto centrale resta la traccia di DNA trovata sotto le unghie della vittima. Per la procura di Pavia, quel profilo genetico combacia con quello di Sempio, amico di vecchia data della famiglia Poggi. Ma davanti alle telecamere, il 37enne ha preferito essere prudente: “Neanche l’accusa dice che è proprio il mio DNA, cosa che invece ci sarebbe stata se fosse stato lasciato durante un’aggressione”. Parole che mostrano l’incertezza che ancora c’è tra inquirenti e consulenti. “Frequentavo quella casa – ha ribadito – e quindi può essere una contaminazione”.

Il riferimento è alle visite che Sempio avrebbe fatto in quella villetta nei mesi prima del delitto. Un dettaglio che, secondo la difesa, può giustificare la presenza di materiale biologico in punti non direttamente legati all’omicidio. “Non posso dare un giudizio definitivo”, ha concluso, lasciando capire che la questione resta aperta.

Il DNA misto: Stasi e un profilo ancora sconosciuto

Intanto, gli investigatori stanno esaminando anche un’altra traccia: un DNA misto, formato da quello di Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara, e da un profilo ancora sconosciuto. “Dicono di aver trovato questa traccia mista – ha spiegato Sempio – ma chi sia l’altro non lo sanno”. Il caso resta al centro delle indagini, mentre per il prossimo 18 dicembre è atteso l’esito dell’incidente probatorio disposto dalla gip Daniela Garlaschelli.

In quella data, i periti nominati dal tribunale dovranno dare risposte precise sull’origine e l’attribuzione delle tracce genetiche e delle impronte trovate nella casa. Un passaggio decisivo per capire se ci sono nuovi elementi in grado di riaprire scenari già esplorati.

L’impronta 33 sul muro: “Non credo sia la mia”

Non è meno controversa la questione della cosiddetta “impronta 33”, una traccia trovata sul muro della scala che porta alla tavernetta, dove è stato trovato il corpo di Chiara Poggi. “Quell’impronta era già stata classificata come non riconducibile a nessuno”, ha ricordato Sempio durante l’intervista. “Dalle verifiche fatte con i miei consulenti, non credo sia la mia”.

Ha aggiunto che anche i consulenti della procura concordano su un punto: l’impronta non è insanguinata. “È un’impronta sul muro della scala”, ha precisato, sottolineando come questo renda difficile collegarla direttamente all’omicidio.

Tutto in attesa dell’incidente probatorio del 18 dicembre

Il prossimo appuntamento chiave è dunque l’incidente probatorio del 18 dicembre. Quel giorno, i periti dovranno chiarire i dubbi sulle tracce di DNA e sulle impronte raccolte nella casa dei Poggi. Solo allora – forse – si capirà se le nuove analisi offriranno elementi utili a far luce su una vicenda che da più di diciotto anni divide l’opinione pubblica e gli investigatori.

Nel frattempo, il dibattito continua anche fuori dai tribunali. Nei programmi tv e tra gli esperti che commentano ogni sviluppo, resta viva la domanda su cosa sia successo davvero quella mattina d’estate a Garlasco. E Sempio, ancora una volta, si dice pronto a sottoporsi a ogni verifica: “Se risulterà mio, va bene”, ha concluso. “Ma vedremo”.