Roma, 22 novembre 2025 – Questa mattina, nell’auditorium pieno fino all’ultimo posto dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, si è aperto il 43esimo anno accademico. Alla cerimonia erano presenti il ministro della Salute Orazio Schillaci e suor Raffaella Petrini, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Nel suo discorso inaugurale, il rettore Nathan Levialdi Ghiron ha messo in luce come, in un’epoca segnata da cambiamenti rapidi e fragilità, l’università resti uno dei pochi luoghi istituzionali dove si può capire il presente e preparare il futuro con serietà e lungimiranza.
Università: spazio di crescita e responsabilità
Il filo conduttore della giornata è stato il tema “Un futuro da plasmare nello spazio della comunità”, su cui il rettore ha riflettuto con forza. Levialdi Ghiron ha sottolineato il valore della conoscenza come base per costruire un futuro condiviso, fatto di responsabilità e collaborazione. Nel suo intervento, ha più volte richiamato la “cura della comunità” e la “responsabilità della conoscenza”. “Il futuro non si aspetta, non si eredita: si costruisce con la conoscenza, la visione e un senso concreto di appartenenza alla comunità”, ha detto, rivolgendosi a una platea composta da studenti, docenti e delegazioni di 17 università italiane.
L’atmosfera solenne è stata segnata dall’ingresso del corteo accademico e dall’esecuzione dell’Inno alla Gioia da parte del coro gospel dell’ateneo, diretto dal maestro Alberto Annarilli. Un momento che ha catturato l’attenzione di tutti, studenti in prima fila compresi.
Più iscritti e nuovi corsi in crescita
I dati presentati dal rettore raccontano una realtà in crescita. Gli studenti iscritti sono passati da circa 27.000 nel 2019 a 32.000 nel 2024, mentre le matricole sono aumentate da 6.400 a circa 8.500 nello stesso arco di tempo. Numeri che confermano la solidità dell’offerta formativa, rafforzata dall’aumento dei posti nei corsi di Medicina, sia in italiano che in inglese, e dall’accreditamento della sede di Tirana presso l’Università Cattolica Nostra Signora del Buon Consiglio.
Particolare rilievo è stato dato al corso di Medicina veterinaria, unico nel Lazio, con 680 candidati per 80 posti disponibili. Un segnale, secondo il rettore, della capacità dell’ateneo di rispondere alle esigenze del territorio e di attrarre studenti anche da fuori regione.
Internazionalizzazione e posizioni di rilievo
Sul fronte internazionale, Tor Vergata ha consolidato la sua posizione: nell’ultima edizione del QS World University Ranking, l’ateneo si è piazzato tra il top 23% a livello mondiale e al secondo posto in Italia per la quota di studenti stranieri sul totale degli iscritti. La spinta verso l’internazionalizzazione si traduce in 17 corsi di studio e 7 curricula interamente in inglese, oltre a numerosi percorsi con doppio titolo, summer e winter school, e progetti di didattica transnazionale.
Il rettore ha ricordato anche l’aumento dei finanziamenti: nell’ultimo anno, i fondi europei sono cresciuti del 126,88%, quelli ministeriali del 27,13%, mentre i contributi da imprese italiane sono saliti del 64,28%. “Abbiamo rafforzato il trasferimento tecnologico – ha spiegato Levialdi Ghiron – anche grazie al ruolo guida nello Spoke dedicato del Rome Technopole, l’ecosistema dell’innovazione del Lazio finanziato dal Pnrr”.
La voce della comunità universitaria
Durante la cerimonia sono intervenuti anche rappresentanti degli studenti e del personale tecnico-amministrativo. Annalisa De Cesare, responsabile dell’Area gestione personale della Direzione VI, ha ricordato che “il futuro dell’ateneo nasce da una rete di relazioni: è nella comunità che la conoscenza prende vita, unisce e diventa responsabilità verso il mondo”.
Tra gli studenti, ha parlato Antonio Infante, 24 anni, al quinto anno di Medicina: “La nostra università è un organismo vivo: il suo cuore batte qui, ma la sua forza si estende lontano, raggiungendo studenti e territori che condividono la stessa missione”.
Guardando avanti: innovazione e impegno
Per il prossimo anno accademico, Tor Vergata ha in programma nuovi corsi, tra cui un percorso blended in Diritto, Innovazione tecnologica e Sostenibilità, una laurea magistrale in Digital Humanities e un corso magistrale in Psicologia e Salute mentale nel ciclo di vita. Sono in fase di accreditamento altri tre corsi tra Italia e Albania.
Il rettore ha chiuso con un richiamo al ruolo centrale delle università nella democrazia moderna: “Sono luoghi dove si produce conoscenza verificabile, si formano competenze critiche e si riconosce che ogni progresso richiede un equilibrio tra innovazione e responsabilità”. Un messaggio che risuona forte tra le mura dell’ateneo romano, chiamato ancora una volta a essere motore di crescita per la società.
