Trump: la mia proposta a Kiev è solo l’inizio

Trump: la mia proposta a Kiev è solo l'inizio

Trump: la mia proposta a Kiev è solo l'inizio

Matteo Rigamonti

Novembre 22, 2025

Washington, 22 novembre 2025 – «No». È stata questa la risposta, netta e senza fronzoli, che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dato ieri sera ai giornalisti nella sala stampa della Casa Bianca, quando gli è stato chiesto se la sua ultima proposta sul piano di pace per l’Ucraina fosse definitiva. Un monosillabo, pronunciato poco dopo le 18 ora locale, che lascia capire chiaramente come la trattativa tra Washington, Kiev e Mosca sia tutt’altro che conclusa.

Trump frena: la pace per l’Ucraina è ancora lontana

Da giorni si aspettava una risposta chiara: quella bozza di accordo, presentata dagli Stati Uniti e discussa a porte chiuse con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e con emissari del Cremlino, è davvero il punto finale? Trump, che nelle settimane scorse aveva mostrato un certo ottimismo su una possibile svolta, ieri ha scelto di mettere un freno. «No», ha ribadito senza aggiungere altro. La tensione in sala stampa si è fatta subito palpabile. I giornalisti hanno provato a insistere, ma lui si è limitato a un sorriso tirato.

Fonti della Casa Bianca fanno sapere che la posizione americana resta ancora «flessibile». Il piano prevede un cessate il fuoco immediato e l’avvio di trattative dirette tra Kiev e Mosca, sotto la supervisione di garanzie internazionali, ma è ancora in fase di revisione. «Non abbiamo ancora un testo definitivo», ha spiegato un funzionario del Dipartimento di Stato, che ha chiesto di restare anonimo. Intanto, in Europa cresce l’apprensione: il conflitto in Ucraina, iniziato nel febbraio 2022, ha già causato più di 350mila vittime tra militari e civili, secondo le stime delle Nazioni Unite, milioni di sfollati e una crisi energetica che pesa su tutto il continente.

Le reazioni nel mondo: prudenza e attesa

A Kiev, la risposta di Trump ha ricevuto una risposta cauta. Il portavoce di Zelensky, Serhiy Nikiforov, ha detto che «l’Ucraina resta aperta al dialogo», ma ha subito aggiunto che «non accetterà compromessi sulla propria sovranità». Parole che confermano la linea dura del governo ucraino: nessuna concessione territoriale e nessuna trattativa senza il ritiro delle truppe russe dai territori occupati.

Anche a Mosca si segue con attenzione quanto accade. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha commentato con una frase secca: «Prendiamo atto delle dichiarazioni del presidente Trump. La Russia valuterà ogni proposta concreta quando sarà formalizzata». Insomma, il negoziato resta aperto, ma le distanze tra le parti sono ancora notevoli.

Nel frattempo, a Bruxelles, i leader dell’Unione Europea hanno ribadito il sostegno a Kiev. «L’Europa non abbandonerà l’Ucraina», ha assicurato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen durante un incontro con i giornalisti. Dietro le quinte, però, cresce la preoccupazione per una possibile escalation militare nei mesi a venire.

Ucraina, una guerra che non si ferma: i timori per il futuro

Il conflitto in Ucraina è ormai entrato nel suo quarto anno. Dopo la controffensiva di Kiev nell’estate 2024, che ha permesso di riconquistare alcune zone nel Donbass e nella regione di Kherson, il fronte si è stabilizzato. Gli scontri proseguono ogni giorno lungo una linea di oltre 1.000 chilometri. Secondo l’ultimo rapporto dell’ONU, solo nell’ultimo mese si sono contati più di 2.500 nuovi sfollati interni.

Sul fronte diplomatico, gli Stati Uniti restano il principale alleato di Kiev. Dal 2022 a oggi, Washington ha inviato oltre 75 miliardi di dollari in aiuti militari ed economici. Ma anche negli Stati Uniti si moltiplicano le voci critiche: nel Congresso cresce chi chiede più trasparenza sull’uso dei fondi e invita la Casa Bianca a spingere per una soluzione negoziale.

Cosa succede adesso: incertezze e appuntamenti

Quel «no» di Trump non chiude la porta al dialogo. Anzi, secondo alcuni esperti ascoltati da alanews.it, potrebbe essere una mossa per guadagnare tempo e cercare concessioni sia da Kiev che da Mosca. «La trattativa è ancora aperta», confida un diplomatico europeo vicino al dossier, «ma nessuno si aspetta una svolta veloce».

Nei prossimi giorni sono previsti nuovi incontri tra i rappresentanti delle tre capitali. Intanto, sul terreno la guerra continua a mietere vittime e a segnare la vita di milioni di persone. Mentre la diplomazia cerca una via d’uscita, resta l’incertezza su quale sarà il prossimo passo degli Stati Uniti nella crisi ucraina.