Stanford, 22 novembre 2025 – Un gruppo di ricercatori americani ha trasformato un semplice batterio in una vera e propria fabbrica vivente capace di produrre la xantommatina, il pigmento che permette a polpi e calamari di mimetizzarsi nei fondali marini. Il risultato, pubblicato su Nature Biotechnology, arriva dopo anni di tentativi falliti e potrebbe rivoluzionare la produzione di questa sostanza, usata già oggi in settori come la cosmesi e la ricerca sui materiali innovativi.
Un balzo produttivo che cambia le regole
La svolta è arrivata nei laboratori dell’Università di Stanford, dove la ricercatrice Leah Bushin, insieme al team dell’Università della California a San Diego, ha guidato il lavoro di modifica del genoma del batterio. Fino a oggi, spiegano gli autori, i tentativi di ottenere la xantommatina da batteri avevano portato a risultati minimi: appena 5 milligrammi per litro. “Serviva un modo completamente diverso per affrontare questo problema”, ha raccontato Bushin, visibilmente soddisfatta durante la presentazione dei dati.
Il nuovo metodo, definito una “rivoluzione totale” nel metabolismo del batterio, ha portato la produzione fino a 3 grammi per litro. Un salto enorme che, secondo gli esperti, potrebbe cambiare le carte in tavola non solo per la xantommatina ma anche per altri biomateriali difficili da ottenere in laboratorio.
Come funziona la biofabbrica vivente
Il segreto sta nel rendere la produzione del pigmento una questione di vita o morte per il batterio. In pratica, il microrganismo è stato “ripensato” perché produrre xantommatina diventasse una priorità biologica. “Abbiamo cambiato completamente il modo di vedere l’ingegneria cellulare”, ha spiegato Bushin. Il team ha fatto una serie di modifiche genetiche che hanno spinto il batterio a considerare la sintesi del pigmento come un compito vitale.
Questo trucco, dicono i ricercatori, non solo ha aumentato la resa, ma ha anche reso il processo più stabile e affidabile. Un dettaglio tecnico che potrebbe fare la differenza quando si passerà alla produzione su larga scala.
Impatti e prospettive sul futuro
La xantommatina è già usata in diversi campi: dalla cosmesi, dove serve come colorante naturale, fino alla ricerca sui materiali intelligenti. Ma finora la sua disponibilità è sempre stata scarsa a causa delle difficoltà di produzione. “Abbiamo trovato un modo per risolvere il problema dell’approvvigionamento e ora questo biomateriale potrebbe diventare molto più accessibile”, ha aggiunto Bushin.
Gli autori dello studio pensano che la stessa tecnica possa essere usata anche per altri composti importanti per l’industria o la medicina. “Crediamo che questa strategia si possa adattare ad altre molecole e anche ad altri tipi di batteri”, si legge nelle conclusioni dell’articolo su Nature Biotechnology.
Reazioni e numeri dalla comunità scientifica
Secondo le prime stime, la nuova biofabbrica potrebbe tagliare i costi di produzione della xantommatina fino al 70%, aprendo la porta a usi finora troppo costosi. La comunità scientifica internazionale ha accolto con interesse i risultati. “Un grande passo avanti nella biofabbricazione”, ha commentato il professor Michael Lee della Harvard Medical School, che non ha partecipato allo studio.
Al momento non ci sono dati sull’impatto ambientale della nuova tecnica, ma i ricercatori promettono che avvieranno test specifici nelle prossime settimane. L’obiettivo è assicurare che la produzione su larga scala sia sostenibile e sicura.
Una nuova era per i biomateriali
In attesa delle prossime applicazioni, il lavoro guidato da Leah Bushin segna un punto di svolta nella bioingegneria dei materiali. Solo pochi anni fa, ottenere quantità rilevanti di pigmenti marini sembrava impossibile. Oggi, grazie a un batterio riprogrammato in laboratorio, quella barriera è stata superata. E come spesso accade nella ricerca, ogni risposta apre nuove domande: quali materiali saranno i prossimi a essere prodotti così? E quali ostacoli restano da superare? Per ora, il settore guarda con attenzione a Stanford e San Diego, dove questa biofabbrica batterica promette di cambiare il volto della produzione industriale dei pigmenti naturali.
