Bimbi salvati dal bosco di Chieti: il padre promette di riportarli a casa

Bimbi salvati dal bosco di Chieti: il padre promette di riportarli a casa

Bimbi salvati dal bosco di Chieti: il padre promette di riportarli a casa

Matteo Rigamonti

Novembre 23, 2025

Chieti, 23 novembre 2025 – Sono passati pochi giorni da quando i tre bambini tolti alla famiglia che viveva nel bosco di Palmoli, in provincia di Chieti, sono stati affidati ai servizi sociali. Utopia Rose, 8 anni, e i gemelli Galorian e Bluebell, 6, ora sono in una struttura protetta. L’avvocato della famiglia, Giovanni Angelucci, dice che i piccoli sono “scossi ma forti”, consapevoli di quello che stanno vivendo. Questa storia, che ha acceso un acceso dibattito politico e sociale, ruota attorno al diritto dei minori a una vita di relazione e alle scelte estreme dei genitori.

Tribunale: bambini allontanati per condizioni di vita “insalubri”

Il tribunale dei minorenni dell’Aquila ha deciso dopo mesi di controlli. I giudici hanno parlato di una “lesione del diritto alla vita di relazione”, sancito dall’articolo 2 della Costituzione, che rischia di compromettere lo sviluppo mentale e affettivo dei bambini. La casa dove vivevano – un rudere senza acqua corrente, gas o luce – è stata definita “fatiscente” e “insalubre”. L’illuminazione era data da qualche led al soffitto, l’acqua veniva da un pozzo e i servizi igienici erano una buca all’aperto.

L’ordinanza sottolinea anche che i bambini non andavano a scuola. L’educazione, affidata a una docente per Utopia Rose, è stata giudicata insufficiente: “niente grammatica, niente matematica, tanta vita nella natura e pensieri fissi sul ‘mondo avvelenato’”, si legge nei documenti. I piccoli parlavano poco italiano e fino a luglio scorso non avevano mai visto un pediatra, finché il tribunale ha imposto una visita.

La famiglia: “Viviamo a contatto con la natura, torneranno a casa”

Nathan Trevallion, 51 anni, padre dei bambini e originario di Bristol, difende la sua scelta. “Non sono pazzo. Ho scelto la natura. E li riporterò a casa”, ha detto in un’intervista a Repubblica. Si definisce un ecologista radicale e no vax. “Il pianeta è malato, pieno di violenza e droga”, spiega. Anche la compagna Catherine Birmingham, australiana e insegnante di equitazione, la pensa allo stesso modo: “Crediamo in una vita senza contaminazioni, sia concrete che spirituali”.

La coppia ha scelto l’Abruzzo dopo aver vissuto in Francia e Spagna. “Un’amica ci ha parlato dell’Abruzzo come di una terra ancora pura”, racconta Trevallion. Prima di Palmoli abitavano a Sant’Omero, in provincia di Teramo. Anche lì avevano tolto il bagno interno, sostituendolo con una buca all’esterno. “Le tubature portano microplastiche – dice il padre – meglio staccarsi dalla rete”.

Reazioni forti tra politica e paese diviso

La vicenda ha fatto molto rumore anche in politica. “I figli non sono dello Stato”, hanno detto alcuni parlamentari nelle ultime ore. A Palmoli, la comunità è divisa: da una parte chi appoggia la famiglia e il loro stile di vita alternativo, dall’altra chi teme per la salute e il futuro dei bambini.

Secondo Trevallion, i figli “sono felici, profumati, ben educati e ben nutriti”. Il padre sottolinea che i bambini stanno con altri coetanei di quindici famiglie neorurali della zona. “Ci hanno sostenuto e ci sostengono”, aggiunge.

Il futuro dei bambini: visite mediche e ricorsi in corso

Sul fronte sanitario, la pediatra ha chiesto accertamenti neuropsichiatrici e analisi del sangue per i tre fratellini. I genitori hanno dato il consenso solo dopo aver chiesto un pagamento di 50 mila euro a figlio. L’avvocato Angelucci spiega che ora i bambini dormono in una stanza tutta per loro, separati dalla madre ma consapevoli della situazione: “Vivono tutto in modo forte e positivo perché sanno di essere nel giusto”.

Trevallion è fiducioso che si possa risolvere presto: “Non abbiamo infranto nessuna legge. Questo provvedimento è un’ingiustizia”. Intanto promette lavori in casa: bagno interno ripristinato, cucina spostata, due camere da letto costruite in pochi giorni grazie all’aiuto di un ingegnere.

Se non si sblocca la situazione, Catherine Birmingham è pronta a portare i figli con sé in Australia. “Io continuerò con gli animali nel nostro bosco italiano”, dice Trevallion. E aggiunge: “Quando saranno grandi, sceglieranno dove vivere. Oggi diamo loro quello di cui hanno bisogno”.

La storia resta aperta. Il ricorso della famiglia sarà valutato nei prossimi giorni dal tribunale dell’Aquila. Nel frattempo, il caso dei bambini tolti al bosco di Chieti continua a far riflettere l’opinione pubblica sui diritti, i doveri e i limiti della libertà educativa in Italia.