Erdogan e Putin: il faccia a faccia atteso per lunedì

Erdogan e Putin: il faccia a faccia atteso per lunedì

Erdogan e Putin: il faccia a faccia atteso per lunedì

Matteo Rigamonti

Novembre 23, 2025

Johannesburg, 23 novembre 2025 – Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato che domani, lunedì, parlerà al telefono con il presidente russo Vladimir Putin per discutere della situazione in Ucraina. La notizia è arrivata durante una conferenza stampa a margine del G20 in Sudafrica. Erdogan ha ribadito l’impegno di Ankara a provare a spingere per una soluzione diplomatica a un conflitto che ormai dura da quasi quattro anni.

Erdogan: “Domani telefono a Putin, serve fermare le morti in Ucraina”

“Domani avrò una telefonata con il signor Putin”, ha detto Erdogan ai giornalisti a Johannesburg. Ha sottolineato che la Turchia non vuole “lasciare nulla di intentato” per cercare di mettere fine alle ostilità. Il presidente turco ha aggiunto con voce seria: “Sono morte troppe persone; parlerò con Putin per capire quali passi possiamo fare per fermare queste morti”. Parole che hanno colpito i cronisti presenti.

Fonti diplomatiche turche spiegano che il colloquio verterà sulle possibili strade per uscire dal conflitto, in un momento in cui il piano di pace proposto dagli Stati Uniti fatica a trovare consenso sia a Kiev che tra i principali alleati europei.

Il piano Usa e le riserve di Kiev

La proposta americana, appoggiata dall’ex presidente Donald Trump, prevede una serie di tappe per arrivare a un cessate il fuoco e all’apertura di negoziati formali. Trump, presente al vertice in Sudafrica, ha dato all’Ucraina tempo fino al 27 novembre per accettare il piano. Un ultimatum che, secondo fonti vicine alla delegazione ucraina, non è stato visto di buon occhio da Volodymyr Zelensky e dal suo team.

Le riserve di Kiev riguardano soprattutto alcuni punti legati alla sicurezza dei confini e al futuro delle regioni occupate. “Non possiamo accettare soluzioni che mettano a rischio la nostra sovranità”, avrebbe confidato un funzionario ucraino a margine del G20. Anche gli alleati europei mantengono prudenza: Francia e Germania chiedono garanzie più solide prima di appoggiare il piano statunitense.

La mediazione turca e il ruolo di Ankara nel gioco internazionale

La Turchia si conferma come un ponte tra le parti in causa. Erdogan ha ricordato che Ankara ha già ospitato incontri tra delegazioni russe e ucraine e ha insistito sull’importanza di “coinvolgere tutti gli attori internazionali” per trovare un accordo condiviso. “Dopo questa telefonata – ha aggiunto – parlerò con i nostri partner europei, con Trump e altri amici”.

Il presidente turco si è detto pronto a consultare anche i leader dell’Unione Europea nelle prossime settimane. Secondo fonti diplomatiche turche, l’obiettivo è mettere insieme un fronte comune in grado di spingere Mosca e Kiev a tornare al tavolo dei negoziati.

Reazioni nel mondo e situazione sul campo

La notizia del prossimo colloquio tra Erdogan e Putin ha attirato l’attenzione delle cancellerie europee. A Bruxelles, un portavoce della Commissione europea ha detto che “ogni sforzo diplomatico è ben accetto, purché rispetti l’integrità territoriale dell’Ucraina”. A Washington, la Casa Bianca ha ribadito il sostegno al piano di Trump, ma non ha escluso modifiche a seconda dell’andamento delle trattative.

Intanto sul terreno la tensione resta alta. L’ultimo rapporto dell’ONU parla di nuovi scontri nelle regioni orientali dell’Ucraina nelle ultime settimane, con un bilancio che, secondo fonti locali, supera le 15mila vittime dall’inizio del conflitto.

Cosa aspettarsi dalla telefonata di lunedì

Il colloquio tra Erdogan e Putin, previsto per domani mattina, potrebbe essere un momento decisivo per la diplomazia internazionale. Fonti turche fanno sapere che solo dopo questa conversazione il presidente turco aggiornerà i partner europei e statunitensi sugli sviluppi.

Resta da vedere se la diplomazia riuscirà a scalfire la crisi, che dopo quattro anni di guerra e migliaia di morti continua a dividere il mondo. Per ora, tutti gli occhi sono puntati su Istanbul e Mosca, in attesa di capire quali mosse faranno i protagonisti.