F1: Leclerc svela i rischi incredibili di ogni giro a Las Vegas

F1: Leclerc svela i rischi incredibili di ogni giro a Las Vegas

F1: Leclerc svela i rischi incredibili di ogni giro a Las Vegas

Matteo Rigamonti

Novembre 23, 2025

Las Vegas, 23 novembre 2025 – Charles Leclerc ha chiuso il Gran Premio di Las Vegas al sesto posto, dopo una gara tutta all’attacco, senza mai tirarsi indietro. Lo ha raccontato lui stesso a Sky, nel paddock del circuito cittadino. “Non ho lasciato niente di intentato oggi. Ogni giro per me era come una qualifica. Ho rischiato tantissimo per superare, perché in rettilineo eravamo fermi”, ha spiegato il pilota monegasco, visibilmente stanco ma lucido nel commento.

Leclerc: sorpassi al limite e un sesto posto che lascia il gusto amaro

La gara di Leclerc è stata una continua rimonta, con sorpassi al limite e tentativi di recupero in ogni parte della pista. “Ho rischiato come fosse una qualifica – ha ammesso – Non ho rimpianti. Alla fine siamo arrivati un decimo dietro ad Antonelli. Forse si poteva fare qualcosa di meglio nella gestione della power unit o altrove. Ma non è andata male”. Il riferimento è al giovane talento italiano Andrea Kimi Antonelli, che ha tagliato il traguardo appena davanti, lasciando a Leclerc un rammarico per quella posizione sfuggita per un soffio.

Nel box Ferrari l’atmosfera era tesa fin dalle prime ore del mattino. La monoposto numero 16 ha mostrato limiti chiari in velocità di punta, soprattutto nei lunghi rettilinei del circuito del Nevada. “In rettilineo eravamo fermi”, ha ribadito Leclerc, sottolineando un problema tecnico che ha condizionato tutta la gara. Solo una guida aggressiva sulle gomme e nei sorpassi ha permesso al pilota di Monte Carlo di restare a contatto con i migliori.

Hamilton risale e porta a casa un punto prezioso

Dall’altra parte del box Ferrari, Lewis Hamilton ha vissuto una domenica ancora più dura. Partito dalle retrovie dopo una qualifica complicata, il sette volte campione del mondo è riuscito a risalire fino al decimo posto, conquistando un punto importante per la squadra. “Non so più cosa sperare”, ha detto Hamilton ai giornalisti nel retrobox, con un sorriso stanco ma sincero. “Vorrei tanto regalare ai ragazzi un bel risultato, se lo meritano. È il mio obiettivo per le ultime due gare”.

Hamilton, che ha salutato i tifosi italiani con un cenno dal casco all’arrivo, ha puntato soprattutto sulla costanza e sulla gestione delle gomme soft nella seconda parte della corsa. Il suo sorpasso su Tsunoda al giro 47 è stato uno dei pochi momenti di luce in una gara segnata dal traffico e da strategie più prudenti.

Ferrari: tra limiti tecnici e voglia di riscatto

La trasferta americana si chiude con un bilancio a metà per la Ferrari: da un lato la certezza di aver spinto la macchina al massimo, dall’altro la frustrazione per un gap tecnico ancora evidente rispetto ai rivali. Nel paddock si è parlato molto delle difficoltà della SF-25 sui rettilinei, un problema che il team principal Vasseur aveva già sottolineato venerdì sera: “Dobbiamo lavorare sulla velocità di punta. Qui paghiamo dazio rispetto a Red Bull e Mercedes”.

Leclerc e Hamilton hanno ricevuto l’applauso dei meccanici al rientro ai box, poco dopo le 23 locali. Qualcuno si è fermato a stringere loro la mano, altri sono rimasti in disparte, tra monitor spenti e tute ancora sporche d’olio. “Non ho rimpianti”, ha ripetuto Leclerc a chi gli chiedeva se avrebbe cambiato qualcosa nella sua gara.

Ultime due gare per chiudere la stagione in volata

Ora la squadra si concentra sulle ultime due tappe del mondiale: Abu Dhabi e San Paolo. La classifica costruttori resta aperta, anche se il distacco dalla vetta sembra difficile da colmare. “Vogliamo chiudere bene”, ha assicurato Hamilton prima di lasciare il circuito. Leclerc, invece, si è concesso qualche minuto in più con i tifosi monegaschi arrivati a Las Vegas: “Ci riproveremo”, ha promesso.

La notte del Nevada scivola via tra i camion che smontano le hospitality e i tecnici che caricano le monoposto sui bilici diretti all’ultima trasferta. Per la Ferrari resta la certezza di aver dato tutto – almeno secondo i suoi piloti – ma anche la consapevolezza che servirà qualcosa in più per tornare davvero davanti.