Genitori in protesta: «Vigliacchi e indifferenti» dopo l’accoltellamento dello studente in corso Como

Genitori in protesta: «Vigliacchi e indifferenti» dopo l'accoltellamento dello studente in corso Como

Genitori in protesta: «Vigliacchi e indifferenti» dopo l'accoltellamento dello studente in corso Como

Matteo Rigamonti

Novembre 23, 2025

Milano, 23 novembre 2025 – I genitori del giovane di 22 anni accoltellato e picchiato in corso Como il 12 ottobre scorso hanno espresso tutta la loro rabbia e incredulità dopo gli interrogatori dei cinque ragazzi arrestati per l’aggressione. «Siamo sconvolti e indignati – hanno detto – per la crudeltà senza senso degli autori e la totale mancanza di valori». Le loro parole arrivano a poche ore dalle udienze davanti al Gip, mentre la famiglia aspetta ancora notizie sulla salute del figlio e sul futuro giudiziario dei presunti responsabili.

Aggressione in corso Como, il dolore di una famiglia spezzata

La sera del 12 ottobre, poco dopo le 23, in corso Como a Milano, un gruppo di giovani ha assalito uno studente universitario. Prima gli insulti, poi la violenza: calci, pugni e una coltellata. Il ragazzo, 22 anni, è caduto a terra sotto gli occhi di passanti attoniti. Secondo le prime indagini della polizia, la vittima sarebbe stata derubata e ferita mentre cercava di riprendersi i soldi. Le immagini delle telecamere di sorveglianza – mostrate anche ai genitori – hanno lasciato un segno profondo: «L’accanimento di quel branco sul corpo ormai immobile e le loro espressioni sprezzanti ci hanno profondamente scossi», hanno raccontato i familiari, assistiti dall’avvocato Gianluca Maris.

Interrogatori tra scuse e assenze di responsabilità

Ieri mattina, nel carcere di San Vittore, sono iniziati gli interrogatori di garanzia per i due maggiorenni coinvolti. Nel frattempo, i tre minorenni sono stati sentiti nell’Ipm “Cesare Beccaria”. Tutti devono rispondere di rapina e tentato omicidio. Secondo l’avvocato della famiglia della vittima, durante gli interrogatori i ragazzi hanno fornito «giustificazioni superficiali» e «frasi fatte», senza mostrare alcuna vera consapevolezza della gravità di ciò che hanno fatto. «È difficile credere che ancora ieri si siano affidati a queste scuse», hanno commentato amareggiati i genitori.

Le famiglie degli indagati: versioni a confronto

Fuori dal tribunale, il padre di uno dei ragazzi arrestati, Arshaf Atia, ha parlato con i giornalisti. «Mio figlio è un bravo ragazzo, educato», ha detto al Quotidiano Nazionale. Secondo lui, dalle immagini si vede che il figlio era lontano dalla scena dell’aggressione: «Non c’entra niente, si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato». Una versione che non convince la famiglia della vittima, che chiede giustizia e chiarezza su chi ha fatto cosa quella notte.

La decisione della magistratura: attesa e tensione

Nei prossimi giorni il pubblico ministero Andrea Zanoncelli dovrà decidere sulle richieste di domiciliari per i due maggiorenni. Solo dopo il Gip stabilirà se concedere una misura più leggera o confermare la detenzione in carcere. Nel frattempo, la famiglia dello studente ferito vive nell’angoscia: «Da più di un mese stiamo cercando di capire come affrontare questo dolore», hanno raccontato. Il giovane rischia danni permanenti a causa delle ferite riportate.

Un appello alla coscienza dei giovani coinvolti

«Speriamo – hanno detto i genitori – che questi ragazzi riescano a capire il male che hanno fatto a un loro coetaneo». La famiglia parla apertamente di una «cultura della violenza» che ha segnato quel gruppo. «A noi resta solo pregare e sperare per la salute di nostro figlio», hanno concluso. In attesa che la giustizia faccia il suo corso, resta forte la richiesta di un momento di riflessione da parte degli aggressori.

Le indagini continuano

Le indagini della polizia non si fermano. Gli agenti stanno ancora esaminando i filmati e ascoltando altri testimoni di quella notte in corso Como. La città segue con attenzione l’evolversi della vicenda, mentre la famiglia dello studente ferito chiede che non si spenga la luce su quanto accaduto.