Roma, 23 novembre 2025 – Studiare la Terra con strumenti all’avanguardia: questa è la sfida del progetto Earth Telescope, protagonista al convegno organizzato dall’Accademia dei Lincei. Per due giorni, nella storica cornice di Palazzo Corsini, geologi e ricercatori da tutta Italia si sono confrontati su una domanda fondamentale: quanto conosciamo davvero il nostro pianeta? E soprattutto, come possiamo andare oltre la superficie per capirne i processi più nascosti?
Earth Telescope: uno sguardo nuovo sulla Terra
Il progetto Earth Telescope punta in alto: mettere insieme dati, osservazioni, esperimenti e modelli per ricostruire il comportamento dinamico della Terra. “Se i telescopi ci aiutano a esplorare le stelle, ora vogliamo guardare con occhi nuovi al nostro pianeta”, ha detto il presidente dei Lincei, Roberto Antonelli, aprendo i lavori. La metafora è chiara: osservando la Terra da un’altra prospettiva, potremmo scoprire molto più di quello che pensiamo. Eppure, come hanno ricordato molti relatori, la parte più profonda della Terra resta ancora un mistero. Solo la crosta superficiale è stata studiata in modo dettagliato; tutto il resto sfugge ai metodi tradizionali.
Terremoti, modelli e sfide aperte
Per i geologi riuniti a Roma, oggi temi come la previsione dei terremoti o la completa comprensione del ciclo sismico sembrano lontani, ma potrebbero diventare realtà nei prossimi anni. “Serve apertura, collaborazione e fiducia”, si legge nel comunicato dell’Accademia dei Lincei, valori che da sempre animano la comunità geologica italiana. Il progetto vuole mettere insieme competenze diverse: dalla geofisica alla vulcanologia, passando per la mineralogia e la modellazione numerica. Solo così, dicono gli esperti, si potranno affrontare le grandi domande ancora senza risposta.
Geologia, una scienza per la società
Negli ultimi anni, la geologia è stata spesso vista come legata solo a emergenze e disastri naturali. Ma le cose stanno cambiando. “La Geologia del futuro sarà una scienza della Terra viva, connessa e capace di prevedere”, ha spiegato la professoressa Maria Teresa Pareschi durante il convegno. Non più solo reazione alle crisi, ma uno strumento per anticipare i fenomeni e aiutare la società. Una scienza quantitativa, che unisce metodi diversi per capire la storia e i movimenti del pianeta.
Dal microscopico al globale
Le ricerche presentate hanno mostrato un quadro in continuo movimento. Si va dallo studio delle placche tettoniche ai processi profondi che modellano la Terra, passando per analisi geochimiche e simulazioni numeriche. “Guardiamo il pianeta attraverso tante lenti diverse”, ha detto il geologo Luca Malavasi, sottolineando il contributo di geologia, geofisica, vulcanologia, mineralogia e petrografia. Un approccio integrato che aiuta a collegare fenomeni distanti e a costruire modelli sempre più precisi.
L’integrazione è la forza della geologia
Per l’Accademia dei Lincei, questa mescolanza di metodi è il vero punto di forza della geologia oggi. “È la chiave per rispondere ai grandi quesiti ancora aperti”, si legge nella nota finale del convegno. Domande che riguardano non solo la ricerca di base, ma anche la vita di tutti i giorni: dalla prevenzione dei rischi naturali alla gestione delle risorse. In questo senso, il progetto Earth Telescope si presenta come un punto di riferimento per una nuova generazione di scienziati e per una società più consapevole delle sfide ambientali.
Un futuro da costruire insieme
Il messaggio che arriva da Roma è chiaro: solo lavorando insieme, unendo discipline e istituzioni, si potranno fare passi avanti importanti nella conoscenza della Terra. “Ci servono strumenti nuovi e una visione condivisa”, ha ribadito Antonelli chiudendo il convegno. Il cammino è appena iniziato, ma tra dati, modelli e sperimentazioni, la comunità delle Geoscienze italiane è pronta a raccogliere la sfida.
