Portovesme, 23 novembre 2025 – Sono già sei le notti passate da una decina di operai dell’Euroallumina arroccati a quaranta metri su un silo, proprio nel cuore dello stabilimento di Portovesme, nel Sulcis. Il loro presidio in quota è arrivato al settimo giorno. Una protesta che punta a ottenere risposte concrete dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, atteso domani per un confronto decisivo. Sul tavolo, la richiesta di chiarimenti in vista dell’incontro fissato per il 10 dicembre, che i sindacati sperano possa segnare una svolta.
Operai in quota, la protesta non si ferma
Da lunedì scorso, i lavoratori si alternano sul silo principale. Sono saliti all’alba, poco dopo le 6, e da allora non sono più scesi. “Siamo stanchi ma determinati”, racconta Enrico Pulisci, rappresentante della Rsa Euroallumina, raggiunto al telefono questa mattina poco dopo le 9. “Non vogliamo un altro incontro che serva solo a prendere tempo. Ci serve una riunione vera, che porti a risultati”.
La tensione tra i lavoratori resta alta. La notte scorsa il vento ha reso tutto più difficile, ma nessuno pensa di mollare. “Il presidio va avanti”, ribadisce Pulisci, mentre dal piazzale sotto arrivano applausi e incitamenti.
Sindacati: soldi e futuro per lo stabilimento
Al centro della vertenza c’è il destino di uno degli stabilimenti simbolo dell’industria sarda. I sindacati parlano chiaro: “In gioco ci sono 300 milioni di euro di investimenti e 1.500 posti di lavoro”. Numeri che raccontano il peso sociale ed economico della crisi Euroallumina. “Chiediamo soldi subito per far sopravvivere lo stabilimento”, spiega Pulisci. Altrimenti, la richiesta è netta: “Revoca delle sanzioni e un piano per rilanciare la produzione”.
La vicenda si intreccia con la situazione internazionale della multinazionale russa Rusal, proprietaria dell’impianto di Portovesme. “Da due anni e mezzo – sottolinea Pulisci – in altri Paesi europei le consociate di Rusal non sono state colpite da sanzioni. In Italia sì. Ora vogliamo vedere fatti concreti”.
Il governo e l’attesa per il ministro Urso
Domani, lunedì 24 novembre, è il giorno dell’incontro tra il ministro Urso e le parti sociali. I lavoratori sperano che sia un appuntamento “risolutivo”, non l’ennesimo tavolo senza esiti. La riunione del 10 dicembre è vista da molti come l’ultima chance per evitare la chiusura definitiva dello stabilimento.
Fonti vicine al ministero confermano che la questione Euroallumina resta alta in agenda. Ma per ora non sono arrivate soluzioni concrete né sui fondi né sulla possibile revoca delle sanzioni che bloccano la produzione.
Sulcis in allarme: il territorio teme il peggio
Nel Sulcis la tensione cresce ogni giorno. Un’area già segnata da anni di crisi industriale che ora osserva con preoccupazione l’evolversi della vertenza. “Qui rischiamo un altro colpo durissimo per l’occupazione”, confida un operaio fuori turno, incontrato davanti ai cancelli alle 7 del mattino. Le famiglie dei lavoratori seguono con ansia ogni aggiornamento. I sindaci dei comuni vicini hanno chiesto un intervento urgente del governo.
Presidio senza sosta, la determinazione degli operai
Per ora il presidio sul silo continua senza pause. Gli operai si danno il cambio ogni otto ore, portando con sé viveri, coperte e telefoni per restare in contatto con l’esterno. “Non scendiamo finché non avremo risposte”, dice uno dei portavoce sindacali poco dopo mezzogiorno.
Domani sarà un giorno decisivo. Tutti gli occhi sono puntati su Portovesme e sul ministro Urso: i lavoratori vogliono certezze per il futuro dell’Euroallumina e del Sulcis. La vertenza resta aperta, sospesa a quaranta metri d’altezza, sopra una fabbrica che attende di sapere cosa le riserverà il destino.
