Torino, 24 novembre 2025 – Sergio Castellitto ha scelto il Torino Film Festival per presentare in anteprima mondiale il suo nuovo film, “Zorro”, che ha diretto e interpretato personalmente. Domenica mattina, al Cinema Massimo, l’attore romano ha raccontato ai giornalisti come è arrivato a mettersi dietro la macchina da presa, partendo dalla scrittura della moglie, Margaret Mazzantini, autrice dell’omonimo spettacolo teatrale del 2004. “Sono passato dietro la macchina da presa perché Margaret ha scritto quei libri, sono rimasto folgorato da una scrittura piena di immagini”, ha detto Castellitto, visibilmente emozionato.
“Zorro”: un film nato da immagini e parole
Il nuovo “Zorro” prende forma dal testo teatrale scritto da Mazzantini più di vent’anni fa. Castellitto, che interpreta il protagonista, ha spiegato come per lui i testi della moglie siano “terre da scavare, dove si trovano immagini nascoste dietro le parole”. Un modo di lavorare che l’ha spinto a cercare nuovi modi per raccontare. “I libri di Margaret sono così – ha raccontato – ti portano a vedere quello che non c’è scritto, a immaginare oltre.”
Durante l’incontro, Castellitto ha ricevuto la prestigiosa Stella della Mole, premio del Museo Nazionale del Cinema per chi si è distinto nel mondo del cinema. “È un premio bellissimo, non come altri che sono cafoni”, ha scherzato, aggiungendo con un sorriso: “È pure pericoloso con tutte quelle punte, bisognerà dargli un imballaggio adatto”.
Artista e clochard: due facce della stessa solitudine
Parlando del protagonista di “Zorro”, Castellitto ha riflettuto sulla solitudine e sul filo sottile che unisce artista e clochard. “Non c’è molta differenza tra artista e clochard, tra attore e clochard”, ha detto. “L’attore è un viandante, si muove tra le province, si porta dietro un senso di inadeguatezza che emerge sul palco, poi quando cala il sipario fa le valigie e riparte.” Una doppia solitudine, quella dell’artista e quella del personaggio. “Zorro per me è un principe, un eroe”, ha aggiunto Castellitto, sottolineando la dignità che si nasconde dietro l’apparente marginalità.
Torino e il festival: un legame profondo
Non è mancato un pensiero affettuoso per Torino e il suo festival. “Torino è una città unica”, ha detto Castellitto, ricordando le sue esperienze passate sotto la Mole. Sul Torino Film Festival, ha speso parole di stima: “È sempre stato un festival emotivo, necessario, prezioso.” Negli ultimi due anni, grazie al lavoro del direttore artistico Giulio Base e del presidente del Museo del Cinema Enzo Ghigo, il festival è diventato, secondo lui, “un punto di riferimento importante in un momento in cui il cinema attraversa una crisi profonda”.
Il riferimento alla crisi non è casuale. “Quando si va ai festival si fanno foto e tappeti rossi – ha ammesso Castellitto – ma per il cinema questo è un momento delicato e non va dimenticato.” Un monito che arriva proprio mentre il pubblico torinese accoglie con calore la nuova opera dell’attore e regista.
La Stella della Mole: un riconoscimento che pesa
La consegna della Stella della Mole ha rappresentato per Castellitto un momento di riflessione sul suo percorso. Il premio, assegnato ogni anno dal Museo Nazionale del Cinema a chi ha lasciato un segno nel cinema italiano e internazionale, è toccato quest’anno proprio a lui. “È un oggetto bello ma anche impegnativo”, ha scherzato davanti ai fotografi.
Il pubblico in sala ha risposto con applausi sia al film sia alle parole di Castellitto. Molti si sono fermati a chiedere autografi o una foto. Solo allora, tra una battuta e l’altra, l’attore si è concesso qualche minuto per ringraziare la città e gli spettatori: “Torino mi porta fortuna”, ha confidato.
Con questa anteprima mondiale di “Zorro”, il Torino Film Festival conferma la sua vocazione di laboratorio di idee e luogo d’incontro tra autori e pubblico. Ma, come ricorda Castellitto, il cinema oggi deve fare i conti con sfide nuove. La speranza, tra le righe, è che storie come quella di Zorro possano ancora trovare spazio e ascolto.
