Costabile a Hollywood: un appello contro la violenza sulle donne negli Stati Uniti

Costabile a Hollywood: un appello contro la violenza sulle donne negli Stati Uniti

Costabile a Hollywood: un appello contro la violenza sulle donne negli Stati Uniti

Giada Liguori

Novembre 24, 2025

Los Angeles, 24 novembre 2025 – Francesco Costabile, regista calabrese nato nel 1980, è a Los Angeles per presentare il suo secondo lungometraggio, “La Familia”, scelto dall’Italia come candidato per il miglior film internazionale agli Oscar 2025. Il film, ispirato a una storia vera di violenza domestica, sta ricevendo applausi e commozione tra il pubblico e gli addetti ai lavori negli Stati Uniti, sorprendendo lo stesso regista.

Hollywood accoglie “La Familia” con emozione

Al Four Seasons Hotel di Beverly Hills, durante una proiezione riservata a giornalisti e membri dell’Academy, la sala era piena da giorni. Posti esauriti, sguardi fissi sullo schermo, qualche lacrima tra gli spettatori. Costabile, visibilmente commosso, ha detto: “Non mi aspettavo un’accoglienza così forte per quello che considero un piccolo film”. Eppure, la storia – tratta dal libro “Non sarà sempre così” di Luigi Celeste – tocca temi universali. Nel 2008 Celeste uccise il padre dopo anni di abusi sulla madre: una vicenda che, secondo il regista, “parla a tutte le società, a tutte le culture”.

Un tema che parla al mondo

La violenza contro le donne, cuore del film, risuona forte anche qui negli Stati Uniti. “La questione è molto sentita, soprattutto in questo momento di forti tensioni politiche e dibattiti sui diritti femminili”, spiega Costabile. Il pubblico americano sembra capire la profondità della storia anche senza conoscere l’italiano: “Mi colpisce vedere persone commosse che si fermano a raccontarmi le loro esperienze o quelle di chi gli sta vicino”, racconta il regista dopo la proiezione. Tra gli spettatori, operatori sociali e figli di vittime di violenza hanno condiviso storie personali. “Sono questi incontri a farmi capire di aver toccato qualcosa di vero”, aggiunge.

Dal Lido di Venezia alle sale americane

“La Familia” ha debuttato nella sezione Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia 2024. Nel cast ci sono Francesco Gheghi, Francesco Di Leva, Barbara Ronchi e Tecla Insolia. La recitazione intensa e la regia essenziale hanno colpito anche chi segue i dialoghi dai sottotitoli. Dopo il successo in Italia, il film ha trovato un distributore negli Stati Uniti – Breaking Glass Pictures – e dovrebbe uscire nelle sale americane all’inizio del prossimo anno.

La corsa agli Oscar: tappe decisive

“La Familia” è uno degli 86 film internazionali in gara per l’Oscar come miglior film straniero. In queste settimane i membri dell’Academy stanno guardando tutte le pellicole; le votazioni sono previste dall’8 al 12 dicembre. Il 16 dicembre verranno annunciati i 15 film che passeranno al turno successivo, poi solo cinque arriveranno alla serata finale del 15 marzo al Dolby Theatre. Costabile, insieme al produttore Gaetano Maiorino (Tramp Limited), sta promuovendo il film tra Parigi e New York, cercando di farsi notare tra i votanti di tutto il mondo.

Un traguardo già importante

Nonostante la pressione della campagna Oscar, Costabile resta calmo. “La vera gioia è arrivata quando mi hanno detto che il mio film era stato scelto per rappresentare l’Italia”, ricorda il regista. “Ero in macchina, diretto a una visita medica, e non ci volevo credere. Pensavo fosse uno scherzo. Invece era tutto vero”. Per lui, essere qui è già un grande risultato: “Aspetto con serenità quello che succederà”.

Una storia italiana che parla a tutti

Il percorso di “La Familia” dimostra che un racconto radicato nella cronaca italiana può arrivare lontano, se parla di temi universali come la violenza domestica e il diritto delle donne a scegliere. In queste settimane decisive per la corsa agli Oscar, Costabile si gode il confronto con il pubblico e la possibilità di portare una voce italiana nei dibattiti globali. “Le parole più forti sono quelle di chi ha vissuto storie simili”, conclude il regista. E in fondo, è proprio questo il senso del cinema che supera i confini: riconoscersi nell’altro, anche solo per il tempo di un film.