Jacqueline Bisset: il rifiuto che ha cambiato la sua carriera in 9 settimane e mezzo

Jacqueline Bisset: il rifiuto che ha cambiato la sua carriera in 9 settimane e mezzo

Jacqueline Bisset: il rifiuto che ha cambiato la sua carriera in 9 settimane e mezzo

Giada Liguori

Novembre 24, 2025

Torino, 24 novembre 2025 – Jacqueline Bisset, attrice britannica dallo charme inconfondibile e una carriera che ha attraversato decenni e continenti, ha ricevuto oggi la prestigiosa Stella della Mole al Torino Film Festival. Nel pomeriggio, al Cinema Massimo, ha incontrato la stampa per raccontare alcuni passaggi cruciali della sua vita, sia artistica che personale. A 81 anni, con uno sguardo ancora brillante e una voce decisa, Bisset ha parlato senza filtri di fama, bellezza e dei cambiamenti del costume.

“9 settimane e ½”: il ruolo che non fu

La domanda arriva subito: è vero che ha detto no a “9 settimane e ½”? Jacqueline Bisset non gira intorno al tema. “Ho trattato con la produzione per un anno e mezzo,” racconta, “cercando in tutti i modi di evitare quelle scene di nudo che non volevo fare.” Poi un dettaglio più personale: “Con Mickey Rourke non c’era feeling. Niente di personale, ma i suoi modi a volte mi mettevano a disagio.” La decisione finale, dice, è arrivata ascoltando la colonna sonora scelta dal regista Adrian Lyne: “Ho capito lì che non ci saremmo mai trovati.”

Un racconto che disegna il profilo di una donna che non ama scendere a compromessi, anche quando si parla di ruoli destinati a segnare. “Ero stanca di fare ruoli con attori più giovani,” confessa, lasciando intravedere un certo distacco dal sistema hollywoodiano degli anni Ottanta.

Bellezza, un dono da non sbandierare

Quando si parla di bellezza, Bisset cambia tono. “Non amo parlare del mio aspetto,” dice, “trovo noioso discuterne. La bellezza è un dono di Dio, e parlarne come fosse un trofeo mi sembra fuori luogo.” Parole sincere, senza fronzoli.

Poi la conversazione vira sulla società di oggi. L’attrice, nota per film come “Abissi” (1977), “James Bond 007 – Casino Royale” (1967) e “Effetto notte” (1973), non nasconde una punta di amarezza: “Non sopporto le donne che vogliono provocare a tutti i costi. C’è troppa confusione, e alcune finiscono per attirare gli uomini con certi atteggiamenti.” Un paragone curioso arriva poco dopo: “Se un cane fa pipì sul tappeto, non lo uccidi, lo insegni ad andare fuori. Non voglio paragonare gli uomini ai cani, ma l’istinto maschile è quello di ‘spargere il seme’ per la specie.” Secondo lei, le donne dovrebbero essere “più calme e discrete”.

Sui social, Bisset è molto chiara: “Oggi vedo un’esibizione continua: gente che balla, si mostra in modo provocante, a volte quasi facendo sesso davanti alla telecamera. Per me è un errore.”

Famiglia e ricordi di un’altra epoca

Nata in una famiglia tradizionale – padre inglese con radici scozzesi, madre francese casalinga – Bisset racconta di non aver mai avuto problemi a rispettare regole ed educazione. “Molte donne oggi ce l’hanno con gli uomini, ma poi vogliono una relazione solida,” osserva. “Io sono cresciuta diversamente: mio padre era una figura forte, mia madre si occupava della casa.”

Tra i ricordi più vivi c’è il set di “Cul-de-sac” di Roman Polanski. “Per fortuna non presi la parte di Françoise Dorléac,” confessa, “non ce l’avrei fatta.” Racconta un aneddoto: “Polanski voleva una ‘risata stupida’. Ero bloccata, poi Françoise mi diede qualche consiglio e passai la notte a provare. Il giorno dopo ero pronta, ma lui cambiò idea: ‘No, si cambia scena’.”

Incontri con leggende del cinema

Impossibile non parlare di Paul Newman. “Era un uomo gentile, con un cuore enorme,” ricorda Bisset, “ma anche timido e un pessimo narratore di barzellette: rideva prima di finire la battuta.” Un dettaglio curioso: non amava essere inseguito per autografi o foto.

Sul set de “La donna della domenica” (1975), diretto da Luigi Comencini, l’attrice racconta di aver apprezzato molto l’amicizia tra il suo personaggio e quello di Jean-Louis Trintignant. “Ho capito lo stile di Comencini solo dopo aver visto il suo Pinocchio,” spiega. E su Marcello Mastroianni? Dopo una pausa, sorride: “Mi metteva molta soggezione.”

Un incontro al Torino Film Festival che ha restituito l’immagine di una donna fedele a se stessa, capace ancora oggi di sorprendere per sincerità e schiettezza.