Petrolio in ascesa a New York: il prezzo raggiunge i 58,13 dollari

Petrolio in ascesa a New York: il prezzo raggiunge i 58,13 dollari

Petrolio in ascesa a New York: il prezzo raggiunge i 58,13 dollari

Giada Liguori

Novembre 24, 2025

New York, 24 novembre 2025 – Il petrolio apre la giornata in leggero rialzo alla Borsa di New York, con un aumento dello 0,12% che porta il prezzo a 58,13 dollari al barile. Un movimento che, secondo gli operatori, risente delle incertezze legate sia alle tensioni internazionali sia alle attese per i prossimi dati sulle scorte negli Stati Uniti.

Petrolio in rialzo: cosa spinge il prezzo

La mattinata si presenta cauta tra gli investitori. Alle 9:30 ora locale, il West Texas Intermediate (WTI) segna un piccolo passo avanti, dopo una settimana senza grandi scossoni. “Il mercato sta ancora assorbendo le ultime notizie dal Medio Oriente e le previsioni sulla domanda globale”, spiega un analista di Goldman Sachs contattato telefonicamente. Il riferimento va ai recenti sviluppi nelle trattative tra Stati Uniti e Iran, che potrebbero influire sulla produzione e sull’export del greggio.

Scorte americane sotto la lente: cosa aspettarsi

I dati diffusi ieri dall’Energy Information Administration (EIA) indicano che le scorte di petrolio negli Stati Uniti dovrebbero calare leggermente rispetto alla settimana precedente. Se confermato, questo dato potrebbe sostenere i prezzi nei prossimi giorni. “Gli operatori sono molto attenti ai numeri sulle riserve – sottolinea un trader di Wall Street – perché anche piccoli cambiamenti possono spostare l’equilibrio tra domanda e offerta”. Già nelle prime ore della mattina, alcuni broker hanno segnalato un aumento degli scambi sui contratti futures con scadenza gennaio.

Geopolitica e domanda: il quadro globale

Non si tratta solo di numeri. Sullo sfondo restano le tensioni geopolitiche che continuano a influenzare il mercato del greggio. In particolare, la situazione in Medio Oriente e le incertezze sulle forniture dalla Russia mantengono alta l’attenzione degli investitori. “Ogni notizia su possibili interruzioni o accordi può avere un impatto immediato sui prezzi”, ricorda un esperto di JP Morgan durante un briefing mattutino. Eppure, nonostante le preoccupazioni, la domanda globale sembra stabile, almeno secondo le ultime rilevazioni dell’OPEC.

Mercati in attesa: le mosse degli operatori

A Wall Street, la reazione è stata prudente. Alcuni gestori di fondi preferiscono aspettare ulteriori segnali prima di puntare sul settore energetico. “Il prezzo resta sotto la soglia psicologica dei 60 dollari – osserva un consulente finanziario di Manhattan – e solo un aumento della domanda o nuovi tagli alla produzione potrebbero spingere il barile verso nuovi record”. Anche i mercati europei mostrano variazioni contenute, con il Brent che si attesta poco sopra i 62 dollari.

Cosa significa per consumatori e imprese

Questo lieve rialzo del petrolio potrebbe tradursi in un aumento dei prezzi alla pompa nelle prossime settimane. Secondo alcune associazioni dei consumatori americani, un trend prolungato potrebbe portare a rincari di benzina e diesel già da dicembre. Le aziende del settore trasporti stanno intanto valutando come gestire i costi. “Siamo abituati a queste oscillazioni – confida il responsabile logistica di una compagnia di spedizioni del New Jersey – ma ogni variazione incide sui margini”.

Cosa aspettarsi nelle prossime settimane

Gli analisti non sono tutti d’accordo sulle prospettive a breve termine. Alcuni prevedono una fase di stabilità attorno ai livelli attuali, altri invece non escludono nuovi rialzi se dovessero emergere nuove tensioni geopolitiche o dati economici più forti del previsto. “Il mercato resta molto sensibile alle notizie – conclude un economista della Columbia University – e basta poco per cambiare direzione”. Per ora, però, la parola d’ordine è prudenza: occhi puntati sui dati delle scorte e sulle mosse dei grandi produttori internazionali.

In sintesi, la giornata si apre con un segnale modesto ma importante: il petrolio torna a salire a New York, in attesa di capire se si tratti dell’inizio di un nuovo trend o solo di una pausa in un mercato energetico globale da mesi molto volatile.