Un embrione cosmico svelato dal telescopio Webb

Un embrione cosmico svelato dal telescopio Webb

Un embrione cosmico svelato dal telescopio Webb

Matteo Rigamonti

Novembre 24, 2025

Sydney, 24 novembre 2025 – Un’immagine che sembra quella di un embrione cosmico: così si presenta il sistema stellare Apep, catturato dal telescopio James Webb e protagonista di due studi appena pubblicati su The Astrophysical Journal. Il sistema, nella costellazione del Serpente, è formato da tre stelle, di cui due sono delle rare Wolf-Rayet. A studiarlo sono stati gli scienziati del California Institute of Technology, guidati da Yinuo Han, insieme ai colleghi della Macquarie University di Sydney, coordinati da Ryan White. Hanno ricostruito la struttura e i movimenti di questo intreccio di polveri stellari.

Un sistema stellare unico nel cuore della Via Lattea

Apep si trova a circa 8.000 anni luce da noi ed è uno dei pochi sistemi di questo tipo conosciuti. Le stelle Wolf-Rayet sono meno di 1.000 in tutta la nostra galassia, che conta più di 100 miliardi di stelle. Sono astri enormi e caldissimi, famosi per lanciare grandi quantità di materia nello spazio intorno a loro. “Sono stelle che vivono poco ma intensamente”, spiega Yinuo Han, “per questo sono fondamentali per capire come evolvono le galassie”.

Polveri e spirali: il gioco della terza stella

L’immagine ripresa dal James Webb mostra una serie di gusci di polveri che si incrociano, disegnando una spirale complessa. Questo succede perché le due stelle Wolf-Rayet orbitano una attorno all’altra, avvicinandosi e allontanandosi a intervalli regolari. In quei momenti, emettono getti di materiale che si raffredda e si trasforma in polvere, creando i gusci visibili.

La terza stella, più lontana ma comunque legata al sistema, complica ancora di più le cose. Il suo campo gravitazionale, dice Ryan White, “fa raccogliere parte delle polveri e crea dei veri e propri ‘buchi’ nei gusci”. Così nasce una spirale che chi la guarda può facilmente associare alla forma di un embrione umano.

Un laboratorio naturale per capire le supernove

Le Wolf-Rayet sono le stelle che in genere esplodono come supernove, rilasciando nello spazio gli elementi pesanti che servono per formare nuovi corpi celesti. “Studiare sistemi come Apep ci aiuta a capire come si formano le nebulose e come si trasformano le stelle più grandi”, sottolinea Han. Il materiale che queste stelle buttano fuori, infatti, è alla base della nascita di nuove stelle e influenza la chimica delle galassie.

Gli astronomi hanno usato i dati infrarossi del telescopio Webb per ricostruire come si muovono le polveri e la forma dei gusci. Le immagini mostrano dettagli mai visti prima: le spirali si allungano per anni luce e cambiano densità proprio per colpa della terza stella.

Cosa significa per la ricerca

Questa scoperta apre nuove strade per studiare sistemi stellari multipli e le interazioni tra stelle grandi. “Non capita spesso di vedere strutture così complicate”, ammette White. Ora gli scienziati stanno esaminando i dati spettroscopici per capire di cosa sono fatte le polveri e quanti materiali sono stati espulsi nel tempo.

Secondo le prime analisi, il sistema Apep potrebbe essere solo in una fase transitoria che durerà poche centinaia di migliaia di anni, un lampo se pensiamo alle scale cosmiche. Solo allora, spiegano gli autori, le stelle finiranno il loro combustibile e esploderanno in una supernova o diventeranno un buco nero.

Un’immagine che parla di origini

La foto diffusa dalla NASA, frutto della collaborazione tra Nasa, Esa e l’agenzia spaziale canadese, ha catturato anche l’attenzione del pubblico più ampio. Molti utenti sui social hanno paragonato la struttura a una cellula che si divide o a un embrione in formazione. “È affascinante vedere come fenomeni così lontani possano ricordarci qualcosa di vicino e familiare”, commenta White.

Per gli astronomi, però, Apep è soprattutto un laboratorio naturale: un posto dove osservare in tempo reale i processi che modellano l’universo. Ogni dettaglio – dai gusci di polvere alle orbite particolari – racconta una storia di energia, materia e tempo.