Milano, 25 novembre 2025 – Il processo milanese a carico di Chiara Ferragni, accusata di truffa aggravata legata alle campagne pubblicitarie del Pandoro Pink Christmas e delle uova di Pasqua, è entrato oggi in una fase cruciale. Il procuratore aggiunto Eugenio Fusco e il pm Cristian Barilli hanno chiesto una condanna a un anno e otto mesi per l’imprenditrice digitale, imputata insieme ad altri due indagati. Secondo la Procura, tra il 2021 e il 2022, Ferragni avrebbe guadagnato indebitamente circa 2,2 milioni di euro, ingannando follower e consumatori sulla reale destinazione benefica dei ricavi.
Pubblicità ingannevole e profitti nascosti: le accuse della Procura
La richiesta di condanna arriva al termine di un’inchiesta lunga e accurata, condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza, che ha passato al setaccio i rapporti tra l’influencer e le aziende produttrici dei dolci. Secondo i magistrati, la comunicazione sui social e nei materiali promozionali faceva credere che l’acquisto del Pandoro Pink Christmas e delle uova di Pasqua finanziasse direttamente iniziative benefiche. Ma, secondo la ricostruzione della Procura, solo una parte minima dei proventi sarebbe stata davvero destinata a scopi solidali.
“Abbiamo trovato una differenza netta tra quanto promesso nelle campagne e quanto effettivamente donato”, ha spiegato in aula il pm Barilli. La somma contestata – circa 2,2 milioni di euro – rappresenterebbe, secondo l’accusa, il guadagno ottenuto con questa presunta pubblicità ingannevole.
Ferragni respinge le accuse: “Non ho mai ingannato nessuno”
Questa mattina, Chiara Ferragni si è presentata in aula insieme ai suoi avvocati, negando con fermezza ogni addebito. “Non ho mai avuto l’intenzione di trarre in inganno nessuno”, ha confidato a un collaboratore fuori dall’aula. La difesa, guidata dagli avvocati Davide Steccanella e Luca Giuliante, interverrà nella prossima udienza, prevista per metà dicembre. I legali hanno già annunciato che presenteranno documenti dettagliati sulle donazioni effettuate e sui metodi di comunicazione adottati nelle campagne.
Fonti vicine alla influencer raccontano che la linea difensiva punterà a dimostrare la trasparenza di tutte le operazioni e la buona fede nella gestione delle iniziative solidali. “Siamo convinti che la verità verrà fuori”, ha detto uno degli avvocati uscendo dal Tribunale di Milano.
Un caso che scuote il mondo social e del marketing
La vicenda ha suscitato grande attenzione fin dall’inizio, coinvolgendo non solo Ferragni ma anche il delicato rapporto tra influencer marketing, trasparenza e tutela dei consumatori. Il caso del Pandoro Pink Christmas era esploso nel dicembre 2023, quando alcune associazioni di consumatori avevano denunciato possibili irregolarità nelle informazioni date agli acquirenti. Da lì sono partite le indagini della Guardia di Finanza, che hanno poi portato all’apertura del fascicolo in Procura.
Durante le indagini sono stati ascoltati diversi testimoni, tra cui rappresentanti delle aziende produttrici e responsabili delle campagne pubblicitarie. Alcuni consumatori hanno raccontato di aver comprato i prodotti “convinti che il ricavato andasse in beneficenza”, come riferito da uno degli investigatori. Un dettaglio che, secondo l’accusa, avrebbe influito sulla decisione di acquisto e configura la presunta truffa aggravata.
La prossima mossa: attesa per la difesa
La prossima udienza sarà decisiva per il destino giudiziario di Chiara Ferragni. Toccherà alla difesa rispondere alle accuse, smontandole una a una. Solo dopo il giudice deciderà se accogliere la richiesta di condanna o scegliere un’altra strada.
Nel frattempo, l’imprenditrice continua a lavorare sui suoi progetti digitali, evitando commenti pubblici diretti sulla vicenda. “È serena e fiduciosa”, assicurano fonti a lei vicine. Ma l’attenzione resta alta: il caso Ferragni è diventato un banco di prova importante per l’intero settore dell’influencer marketing in Italia.
