Roma, 25 novembre 2025 – Dal prossimo 1° dicembre le imprese italiane avranno la possibilità di chiedere il credito d’imposta per l’acquisto di prodotti e imballaggi realizzati con materiali riciclati. A darne notizia questa mattina è stato il viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Vannia Gava, che ha spiegato come questa misura rientri nelle politiche per la sostenibilità e per rafforzare l’economia circolare.
Credito d’imposta sui materiali riciclati: cosa cambia per le imprese
Il nuovo incentivo si rivolge alle aziende che decidono di puntare su prodotti riciclati. Prevede un rimborso pari al 36% delle spese sostenute nel 2024, fino a un massimo di 20.000 euro per ciascun beneficiario. “Vogliamo aiutare chi sceglie processi produttivi più attenti all’ambiente, incentivando la domanda di materiali recuperati dai rifiuti”, ha detto Gava. Le domande si potranno inviare dalle 9 del 1° dicembre, tramite la piattaforma del Ministero.
Le prime stime parlano di migliaia di aziende coinvolte, soprattutto nei settori della manifattura, della logistica e della grande distribuzione, dove l’uso di imballaggi e componenti riciclati pesa molto sulle spese. “Il nostro obiettivo è premiare chi investe nella sostenibilità – ha aggiunto il viceministro – e accompagnare la transizione verso modelli produttivi più innovativi”.
In arrivo un altro credito d’imposta per materiali aggregati e riciclati
Non si tratta solo di imballaggi. Il Ministero sta lavorando anche a un secondo incentivo, dedicato all’uso di materiali aggregati e riciclati nei processi produttivi. Per questo ci sono 10 milioni di euro stanziati dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) 2021-2027. Il decreto attuativo è quasi pronto e dovrebbe essere pubblicato nelle prossime settimane.
L’obiettivo è rafforzare la filiera del recupero dei rifiuti da costruzione e demolizione, un settore che produce oltre 50 milioni di tonnellate di scarti ogni anno in Italia. “Con queste risorse vogliamo spingere all’uso di materiali secondari nei cantieri pubblici e privati, per ridurre il consumo di materie prime vergini”, ha spiegato Gava.
Riforma end-of-waste: semplificare per far ripartire il riciclo
Questi due incentivi si inseriscono in un più ampio progetto di riforma della normativa end-of-waste, pensata per snellire le procedure sul recupero dei rifiuti e favorire il ritorno dei materiali riciclati nei cicli produttivi. Il tema è caldo e coinvolge imprese, associazioni ambientaliste e amministrazioni locali, tutte chiamate a trovare un equilibrio tra economia e tutela dell’ambiente.
“Stiamo lavorando per rendere più veloci le autorizzazioni – ha detto una fonte del Ministero – ma senza mai perdere di vista controlli rigorosi lungo tutta la filiera”. Nel solo 2024, secondo i dati Ispra, sono state oltre 4.000 le richieste di autorizzazioni per impianti di recupero end-of-waste in Italia.
Le reazioni: tra entusiasmo e prudenza
Le associazioni di categoria accolgono con favore il credito d’imposta. “È un segnale concreto per chi investe nell’economia circolare”, ha commentato Marco Ravazzolo, responsabile ambiente di Confindustria. Più cauta Legambiente, che chiede “più trasparenza nei controlli” e “un monitoraggio attento sull’effettivo uso dei materiali riciclati”.
Tra gli imprenditori, c’è chi vede nella misura un’opportunità per ridurre i costi della transizione ecologica. “Per noi significa poter competere meglio sul mercato europeo”, spiega Anna Bianchi, titolare di una PMI nel settore packaging a Modena.
Cosa aspettarsi nei prossimi mesi
Il Ministero dell’Ambiente conta che queste agevolazioni spingano la domanda di materiali riciclati già nei primi mesi del 2025. “Vogliamo costruire un sistema produttivo più resistente e meno dipendente dalle materie prime tradizionali”, ha concluso Gava. Le domande potranno essere presentate fino al 31 dicembre 2024; nei prossimi giorni il Ministero pubblicherà tutti i dettagli operativi sul proprio sito.
