Il cervello ha cinque età: scopri quando si diventa adulti

Il cervello ha cinque età: scopri quando si diventa adulti

Il cervello ha cinque età: scopri quando si diventa adulti

Matteo Rigamonti

Novembre 25, 2025

Cambridge, 25 novembre 2025 – Il cervello umano cambia pelle almeno cinque volte nel corso della vita, attraversando fasi ben distinte segnate da profonde modifiche nelle sue connessioni neurali. A rivelarlo è uno studio guidato da Alexa Mousley dell’Università di Cambridge, pubblicato su Nature Communications. La ricerca ha analizzato, tramite risonanza magnetica, il cervello di 3.802 persone di età compresa tra zero e novant’anni, offrendo una nuova lettura delle “fasi” del cervello e dei momenti chiave che ne segnano lo sviluppo.

Cinque svolte nel cervello: la mappa delle trasformazioni

Il lavoro, svolto tra i laboratori di Cambridge e diversi centri clinici in Gran Bretagna, ha messo in luce veri e propri punti di svolta nella struttura cerebrale. Il primo, forse il più evidente, arriva intorno ai 9 anni: qui finisce l’infanzia e inizia una lunga adolescenza. In questa fase, spiegano gli autori, il cervello cresce ancora, sia nella materia grigia che in quella bianca, i due tessuti chiave del sistema nervoso centrale. Le connessioni tra i neuroni sono numerose e seguono uno schema che si mantiene dalla nascita fino a questo punto.

“È proprio intorno ai nove anni che vediamo un cambiamento netto nelle capacità cognitive e un aumento del rischio di disturbi mentali”, ha detto Mousley in una nota diffusa dall’università. I dati raccolti con la risonanza magnetica hanno permesso di tracciare con precisione queste trasformazioni, offrendo una fotografia dettagliata delle reti neurali in evoluzione.

Dall’adolescenza all’età adulta: il picco a 32 anni

Superata l’infanzia, il cervello entra in una seconda fase: l’adolescenza. Qui la materia bianca continua a crescere, mentre le reti di comunicazione cerebrale diventano più raffinate. Le connessioni neurali si fanno più veloci ed efficienti, e questo si traduce in un miglioramento delle capacità cognitive. Secondo i ricercatori, queste modifiche raggiungono il loro punto più alto all’inizio dei trent’anni.

“Intorno ai 32 anni registriamo i cambiamenti più marcati nella ‘cablaggio’ cerebrale e lo spostamento più grande nella traiettoria di sviluppo rispetto a tutti gli altri momenti”, ha sottolineato Mousley. Da qui prende il via la fase più lunga: l’età adulta. In questo periodo, che può durare anche trent’anni, il cervello si stabilizza. Non si notano altri mutamenti strutturali importanti. Per gli studiosi si tratta di un vero e proprio “plateau” per intelligenza e personalità.

La maturità avanzata: nuovi cambiamenti a 66 e 83 anni

Dopo decenni di calma apparente, il cervello affronta altri due momenti importanti, anche se meno evidenti rispetto ai precedenti. Il primo arriva intorno ai 66 anni: qui cominciano a emergere i primi segnali di declino nelle connessioni neurali. Un fenomeno che, secondo lo studio, può essere legato sia all’invecchiamento naturale sia alla comparsa di alcune malattie neurodegenerative.

Il secondo punto di svolta si presenta verso gli 83 anni. In questa fase le reti cerebrali si modificano ancora, con una riduzione nella complessità delle connessioni. “Non sono cambiamenti improvvisi – ha precisato Mousley – ma una lenta riorganizzazione che accompagna l’ultima parte della vita”.

Un organo che cambia: perché questa ricerca conta

Lo studio britannico conferma che anche il cervello, come tutti gli altri organi, è in continuo movimento e si trasforma nel tempo. Le connessioni tra i neuroni si modificano seguendo tappe precise che oggi la scienza riesce a descrivere con più chiarezza. Gli autori sottolineano come questi risultati possano aiutare a capire meglio l’origine di certe malattie mentali e a mettere a punto strategie preventive adatte a ogni età.

“Conoscere tempi e modi dei cambiamenti nel cervello – ha concluso Mousley – è fondamentale per creare interventi su misura e migliorare la salute mentale lungo tutta la vita”. Un passo avanti nella conoscenza del cervello umano, che apre nuove strade per la ricerca e la cura.