Il mistero dei sacchi neri: il ristoratore svela la richiesta di Liliana Resinovich e il segreto svelato ai familiari

Il mistero dei sacchi neri: il ristoratore svela la richiesta di Liliana Resinovich e il segreto svelato ai familiari

Il mistero dei sacchi neri: il ristoratore svela la richiesta di Liliana Resinovich e il segreto svelato ai familiari

Matteo Rigamonti

Novembre 25, 2025

Trieste, 25 novembre 2025 – Spuntano nuove ombre sul caso di Liliana Resinovich, la donna trovata morta il 5 gennaio 2022, avvolta in due sacchi neri vicino all’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni. A quattro anni dal ritrovamento, una testimonianza inaspettata riapre dubbi e sospetti. È Alfonso Buonocore, ex proprietario di una pizzeria della zona, a raccontare di aver consegnato a Liliana, mesi prima della sua scomparsa, due grandi sacchi neri, su sua precisa richiesta e in modo riservato. Il dettaglio, raccolto e registrato dall’ex marito di Liliana, Sebastiano Visintin – indagato per omicidio – è stato consegnato in queste ore alla Questura.

Il racconto del ristoratore: la registrazione che fa discutere

Secondo quanto detto da Buonocore, la richiesta sarebbe arrivata in due momenti diversi: la prima durante una cena in pizzeria con Liliana e Sebastiano; la seconda il giorno dopo, quando la donna sarebbe tornata apposta per prendere un altro sacco. “Mi chiese di non dirlo al marito”, ha raccontato l’ex titolare, che ora non ha più quel locale. Il colloquio tra Buonocore e Visintin è avvenuto sabato scorso a casa dell’ex marito. Visintin avrebbe registrato tutto con il cellulare. L’audio è già nelle mani degli investigatori.

Buonocore ricorda anche cosa hanno mangiato quella sera: “Era una serata come tante, me lo ricordo bene”. Un particolare che dà peso alla sua versione. Ma resta una domanda: perché parlare solo adesso? Il ristoratore ha spiegato che all’epoca un amico carabiniere gli aveva consigliato di “stare fuori da questa storia”. Solo ora, dopo aver venduto la pizzeria, ha deciso di raccontare tutto.

Famiglia e avvocati: dubbi e sospetti sulle tempistiche

La nuova testimonianza non ha convinto i familiari di Liliana Resinovich. L’avvocata Federica Obizzi, che difende la nipote Veronica, si mostra scettica: “Ogni volta che spunta una novità importante, c’è sempre qualcosa che sembra voler ribaltare tutto. È strano, fuori dal normale, sembra costruito”. La legale sottolinea che queste parole sarebbero dovute arrivare “prima in Procura e poi, se serve, ai media”, soprattutto con l’indagine ancora aperta.

Obizzi si chiede anche perché queste rivelazioni arrivino solo ora e perché siano state fatte proprio a Visintin, l’indagato, e non direttamente agli inquirenti. Questa scelta alimenta sospetti e crea tensioni in famiglia.

Il fronte giudiziario: bocciata la richiesta di una terza autopsia

Sul fronte giudiziario, c’è un altro capitolo recente. Due giorni fa la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dei legali di Visintin – Paolo e Alice Bevilacqua – che chiedevano una terza autopsia sul corpo di Liliana. Una decisione che chiude, almeno per ora, la porta a nuovi esami medico-legali.

“Si rischia solo di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica”, commenta ancora l’avvocata Obizzi. “Speriamo che la Procura metta un punto chiaro, basato sui fatti”. La paura dei familiari è che ogni nuova dichiarazione possa confondere ancora di più, allontanando la verità.

Un caso aperto tra nuove rivelazioni e silenzi pesanti

Il caso Resinovich resta così sospeso, tra nuove rivelazioni e vecchi misteri. La testimonianza di Buonocore – arrivata solo adesso e in modo insolito – aggiunge un pezzo al puzzle, ma non scioglie i nodi più grandi: chi ha ucciso Liliana? E perché? Gli investigatori stanno valutando quanto sia credibile questo racconto e che peso possa avere sulle indagini.

A Trieste, intanto, l’aria è carica di tensione. I familiari chiedono risposte chiare. La città segue, ancora una volta, il lento cammino di un’inchiesta che sembra non trovare mai una fine.