Milano, 25 novembre 2025 – La liberalizzazione del trasporto ferroviario in Italia ha già fatto sentire i suoi effetti: i prezzi dei biglietti sono scesi fino al 40% su alcune tratte e nel 2024 il numero di passeggeri è aumentato del 9% sulle linee Firenze-Roma e Milano-Torino. Ora il settore si prepara a una nuova fase, con l’ingresso degli operatori stranieri, soprattutto gli spagnoli di Renfe e i francesi di Sncf, pronti a scendere in campo anche sulle tratte domestiche dal 2026.
Prezzi giù e più viaggiatori: la liberalizzazione fa la differenza
Nel white paper “Oltre i confini: come il treno plasmerà il futuro dei viaggi in Europa”, pubblicato da Trainline – società tech britannica con tra i principali azionisti il fondo Fidelity (13%) – si conferma che la concorrenza ha già cambiato le cose. Sulle tratte principali dell’alta velocità, come Firenze-Roma e Milano-Torino, i biglietti costano meno e i passeggeri sono aumentati. Il +9% registrato nel 2024, secondo un’indagine Ipsos realizzata in Italia, Francia e Spagna, mostra una domanda in crescita, spinta anche da tariffe più accessibili.
“Il modello italiano di apertura alla concorrenza – ha spiegato Andrea Saviane, country manager di Trainline – funziona e ha trovato riscontro anche in altri Paesi europei. In Spagna, ad esempio, oggi operano tre compagnie diverse. Ma la vera sfida sarà nei prossimi anni, con l’arrivo di nuovi operatori anche sulle tratte nazionali”.
Il mercato si muove: nuovi arrivi e rotte in vista
L’Italia conta oggi 921 chilometri di alta velocità, molto meno rispetto alla Spagna (oltre 4.000 km), alla Francia (2.735 km) e alla Germania (1.571 km). Un segnale chiaro: il settore cresce ma resta indietro rispetto ai giganti europei. “Da una parte – spiega Saviane – l’alta velocità è un esempio di competizione che funziona; dall’altra, i servizi regionali e locali sono ancora legati a vecchi contratti di servizio pubblico”.
Ma le cose stanno per cambiare. Dal 2026, infatti, arriveranno nuovi protagonisti sul mercato italiano: Arenaways (gruppo Renfe) e Sncf, che punta a conquistare una quota del 15% entro il 2030. Arenaways, controllata al 33% da Renfe, ha già ottenuto il via libera per operare su tratte a lunga distanza, dopo aver iniziato su alcune linee regionali. “Con Sncf – aggiunge Saviane – l’offerta si diversificherà ancora di più, non solo sui prezzi ma anche sulla qualità dei servizi”.
Concorrenza in Europa: non solo Italia
La sfida non è solo italiana. In Germania, dove la liberalizzazione è partita nel 2021, il mercato resta dominato da Deutsche Bahn, ma si vedono segnali di apertura: nuovi operatori sono pronti a lanciare offerte nei prossimi anni. Anche in Spagna, dopo l’apertura del settore, ci sono già tre compagnie attive sulle linee principali.
Nel frattempo, Trenitalia ha annunciato per la fine del prossimo anno i primi collegamenti diretti tra Milano, Roma e Monaco di Baviera. Secondo indiscrezioni raccolte dalla stampa specializzata, anche Italo starebbe pensando a nuove mosse per fronteggiare la concorrenza internazionale.
Cosa cambia per chi viaggia: prezzi e qualità
L’arrivo di nuovi operatori promette di rivoluzionare ancora di più la rete italiana dell’alta velocità, già oggi tra le più competitive d’Europa. Non si tratta solo di biglietti più economici. Secondo Trainline, la concorrenza porterà anche una maggiore attenzione alla qualità dei servizi, sia a bordo che nelle stazioni. “Diversificare l’offerta – sottolinea Saviane – sarà fondamentale per attirare nuovi viaggiatori e mantenere quelli abituali”.
Resta però un problema: i servizi regionali e locali, ancora poco toccati dalla liberalizzazione. Qui, dicono gli esperti, serviranno investimenti mirati e una revisione dei contratti di servizio pubblico per alzare il livello anche fuori dalle grandi direttrici dell’alta velocità.
Il futuro del treno in Italia: tra sfide e opportunità
Il quadro che emerge dal white paper di Trainline è chiaro: il settore è in rapida evoluzione. La concorrenza internazionale porta vantaggi concreti per i viaggiatori, ma mette anche sotto pressione gli operatori storici. Nei prossimi mesi vedremo le prime mosse di Sncf e Renfe sul mercato italiano. Solo allora capiremo davvero che effetti avrà questa nuova stagione della liberalizzazione ferroviaria.
