Milano in rosso: il crollo dello 0,85% affonda sotto il peso delle cedole

Milano in rosso: il crollo dello 0,85% affonda sotto il peso delle cedole

Milano in rosso: il crollo dello 0,85% affonda sotto il peso delle cedole

Giada Liguori

Novembre 25, 2025

Milano, 25 novembre 2025 – Piazza Affari chiude in calo, con una seduta segnata dallo stacco cedola di dodici società, dieci delle quali fanno parte dell’indice Ftse Mib. L’indice principale ha lasciato sul terreno lo 0,85%, fermandosi a 42.298 punti. Secondo gli operatori, si tratta soprattutto di un effetto tecnico legato ai dividendi, più che di un vero cambio di rotta del mercato.

Dividendi in primo piano e scambi in crescita

La giornata è stata animata da scambi intensi, con un controvalore che ha superato i 4,9 miliardi di euro, il livello più alto degli ultimi cinque giorni. Un dato che non è passato inosservato agli addetti ai lavori, che hanno messo in evidenza come i numerosi stacchi cedola abbiano alimentato sia la volatilità sia i volumi. “Il movimento dei prezzi è stato condizionato soprattutto dai dividendi”, ha spiegato un trader di una banca d’affari milanese.

Spread in calo e fiducia sul rating

Sul fronte obbligazionario, lo spread tra Btp e Bund decennali tedeschi è sceso a 74,8 punti base. Il calo segue la decisione di Moody’s di migliorare il rating dell’Italia a Baa2. Il rendimento annuo del titolo italiano è sceso al 3,44% (-1,9 punti base), mentre quello tedesco si è attestato al 2,69% (-1,1 punti). “Il rialzo del rating ha ridato fiducia agli investitori”, ha commentato un analista di una società di gestione romana.

I protagonisti dello stacco cedola

Tra le società che hanno staccato la cedola oggi spiccano Eni, che ha chiuso a -0,8% ma senza il dividendo avrebbe perso il 2,4%. Situazione simile per Banco Bpm: +0,29% con la cedola, ma -3,4% senza. Anche Bper (-0,4% rettificato e -1,37% senza dividendo), Mediolanum (+1,34% con cedola e -1,95% senza), Intesa Sanpaolo (+0,22% con dividendo e -3,1% senza), Mediobanca (-0,8% rettificato e -4,16% senza stacco), Poste Italiane (-0,83% con cedola e -2,73% senza), Recordati (invariata con dividendo e -1,28% senza), Tenaris (-0,89% rettificato e -2,33% senza), Terna (-0,68% con cedola e -1,98% senza) e Unicredit (+0,03% rettificato e -2,24% senza dividendo) hanno scontato l’effetto tecnico.

Chi sale e chi scende in Piazza Affari

Nonostante il clima di cautela, alcuni titoli hanno fatto segnare rialzi interessanti. Interpump ha guadagnato il 3,45%, mentre Stellantis ha chiuso in progresso del 3,4%, sostenuta dalle previsioni di un aumento della produzione della Citroën C3 per rispondere a una domanda superiore alle attese. Bene anche Prysmian (+2,72%) e Saipem (+2,92%), spinte dalle stime positive degli analisti di Bloomberg sull’intero anno. In crescita anche Tim, che ha chiuso a +1,99%.

Sul fronte opposto, giornata difficile per il settore della difesa: Leonardo ha perso il 2,32%, penalizzata, secondo gli operatori, dalle notizie sui colloqui di pace per l’Ucraina in corso a Ginevra. Più contenuta la flessione di Fincantieri, che ha chiuso a -0,61%.

Il quadro generale e cosa aspettarsi

Gli analisti milanesi vedono nella seduta di oggi più un fenomeno tecnico che un segnale di debolezza strutturale per Piazza Affari. “Il calo dell’indice si spiega quasi tutto con lo stacco dei dividendi”, ha spiegato un gestore nel pomeriggio. Resta però da tenere d’occhio l’andamento dello spread nei prossimi giorni. Molti guardano con attenzione alle mosse della Banca Centrale Europea e ai dati macroeconomici che arriveranno da Bruxelles.

A fine giornata, nei corridoi di Palazzo Mezzanotte si respirava più attesa che preoccupazione. “Il mercato resta solido – ha confidato un broker – anche se la volatilità potrebbe salire nelle prossime settimane”.