Petrolio e gas in ribasso: l’attenzione si sposta sui negoziati per l’Ucraina

Petrolio e gas in ribasso: l'attenzione si sposta sui negoziati per l'Ucraina

Petrolio e gas in ribasso: l'attenzione si sposta sui negoziati per l'Ucraina

Giada Liguori

Novembre 25, 2025

Ginevra, 25 novembre 2025 – Oggi i prezzi di gas e petrolio hanno fatto un passo indietro. È successo subito dopo i colloqui di pace tra Russia e Ucraina che si sono svolti a Ginevra. Nelle prime ore della mattina, il greggio WTI ha perso l’1%, scendendo a 57,48 dollari al barile. Il Brent ha seguito la stessa strada, con un calo dello 0,9% a 61,99 dollari. Anche il mercato del gas naturale ha virato al ribasso: ad Amsterdam il prezzo è sceso sotto i 30 euro per megawattora, toccando 29,30 euro, un -3%. È il livello più basso da maggio 2024.

Mercati in tensione, ma con qualche segnale di speranza

La giornata sui mercati dell’energia in Europa è partita all’insegna della prudenza. Tutti gli occhi erano puntati sui colloqui di Ginevra, che secondo fonti diplomatiche hanno portato a “primi segnali di apertura” tra Russia e Ucraina. “Si respira un’aria diversa rispetto ai mesi passati”, ha detto un analista di una grande banca d’investimento londinese. Per lui, la sola possibilità di un allentamento delle tensioni ha già messo pressione al ribasso sui prezzi.

Il calo del petrolio arriva in un periodo di grande instabilità che dura da più di due anni. Le oscillazioni finora sono state legate soprattutto ai rischi geopolitici, ma anche alla domanda mondiale e alle scorte accumulate nei principali centri europei e americani. “Il mercato reagisce a ogni segnale, anche piccolo, che possa far sperare in meno rischi geopolitici”, ha aggiunto l’analista.

Gas naturale sotto quota 30 euro dopo sei mesi

Sul fronte del gas naturale, scendere sotto i 30 euro al megawattora non succedeva da maggio scorso. Ad Amsterdam, punto di riferimento per l’Europa, il prezzo ha toccato i 29,30 euro, con un calo del 3% rispetto alla chiusura del giorno prima. Secondo alcuni trader sentiti in mattinata, la reazione è stata “immediata”, con un aumento dei volumi di scambio già nelle prime ore.

Dietro questa dinamica c’è sia l’effetto psicologico dei colloqui di pace, sia una situazione di scorte piene in vari Paesi dell’Unione Europea. “Le riserve sono ai massimi stagionali”, spiega un operatore tedesco del settore energetico, “e questo aiuta a mantenere i prezzi sotto controllo”. Solo pochi mesi fa, la paura di possibili interruzioni nelle forniture aveva fatto schizzare i prezzi oltre i 40 euro.

Cosa aspettarsi nelle prossime settimane

Gli esperti restano cauti sul medio termine. Da una parte, un accordo tra Mosca e Kiev potrebbe spingere ancora più in basso i prezzi. Dall’altra, ci sono ancora molte incognite legate al conflitto sul campo e alle scelte energetiche dei singoli Paesi. “Non basta una giornata positiva per dire che il mercato ha cambiato rotta”, avverte un esperto intervistato da alanews.it.

Nel frattempo, le grandi compagnie europee seguono da vicino l’evoluzione della situazione. Alcuni operatori italiani confermano che “per ora non ci sono cambiamenti nei piani di approvvigionamento”, ma non escludono aggiustamenti se la tendenza dovesse consolidarsi nelle prossime settimane.

Le reazioni politiche ed economiche

Dalla Commissione Europea arriva una nota che sottolinea: “La stabilità dei prezzi dell’energia resta una priorità”. Il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, ha detto che “ogni passo verso la pace è un passo verso la sicurezza energetica”. Anche il governo italiano mantiene un tono prudente: “Seguiamo con attenzione l’evolversi dei negoziati e le ricadute sui mercati”, ha spiegato una fonte del Ministero della Transizione Ecologica.

In attesa di nuovi sviluppi dai tavoli diplomatici, i mercati hanno accolto con favore i segnali di Ginevra. Resta da capire se questa tregua sui prezzi durerà o sarà solo un sollievo momentaneo.