Sydney, 25 novembre 2025 – Per la prima volta, un gruppo di ricercatori dell’Università di Sydney è riuscito a far crescere cristalli di platino dentro un metallo liquido, il gallio, e a seguirne la formazione in tempo reale. La scoperta, pubblicata su Nature Communications, apre nuove strade per materiali intelligenti e tecnologie avanzate, dal calcolo quantistico alla produzione di idrogeno dall’acqua.
Platino che nasce nel gallio: la svolta australiana
Il team guidato da Kourosh Kalantar-Zadeh ha lavorato nei laboratori dell’università, dove piccole perle di platino sono state sciolte in gallio liquido riscaldato a circa 500 gradi Celsius. Solo dopo un lento raffreddamento sono comparsi i primi cristalli. “Vedere nascere cristalli dentro un metallo liquido come il gallio non è affatto semplice”, racconta Kalantar-Zadeh. Il gallio è denso e opaco, e i normali microscopi non riescono a penetrare.
Tomografia a raggi X: il trucco per sbirciare la crescita
Per aggirare questo problema, i ricercatori hanno usato la tomografia computerizzata a raggi X, una tecnica più nota in campo medico che in chimica dei materiali. Grazie a questo metodo, hanno ricostruito immagini tridimensionali dei cristalli mentre si formavano dentro il metallo liquido. “Mettere a punto questo sistema è stato un momento davvero importante”, confida Kalantar-Zadeh. Le immagini mostrano strutture a bastoncino e forme simili alla brina, nate nell’arco di minuti e ore.
Materiali intelligenti e tecnologie all’orizzonte
Gli autori dello studio spiegano che poter osservare e controllare la crescita dei cristalli di platino in un liquido potrebbe cambiare il modo di progettare nuovi materiali. Il platino, già usato in catalizzatori e dispositivi elettronici, potrebbe diventare la base per materiali intelligenti capaci di adattarsi a condizioni estreme o migliorare processi come la produzione di idrogeno. “Questo metodo – dicono i ricercatori – può essere applicato anche ad altri metalli preziosi o rari, ampliando le possibilità della scienza dei materiali”.
I limiti di oggi e le sfide di domani
Al momento, la risoluzione delle immagini con la tomografia resta ancora bassa. Ma gli scienziati di Sydney sono convinti che i progressi tecnologici permetteranno presto di analizzare con più precisione i meccanismi alla base della formazione dei cristalli metallici. “Solo allora potremo capire davvero come controllare la crescita e le proprietà di questi materiali”, aggiunge Kalantar-Zadeh. La ricerca, sostenuta anche dal governo australiano, coinvolge laboratori internazionali e potrebbe portare a nuove applicazioni industriali nei prossimi anni.
Una nuova frontiera per la scienza dei materiali
Questa scoperta si inserisce in una serie di studi che cercano di superare i limiti delle tecniche tradizionali per creare materiali. Usare il gallio liquido come ambiente per far crescere cristalli è una novità che potrebbe trovare spazio anche in microelettronica e sensoristica avanzata. Gli esperimenti di Sydney hanno già attirato l’attenzione della comunità scientifica internazionale: “Siamo solo all’inizio”, conclude Kalantar-Zadeh, “ma questa strada potrebbe portarci lontano”.
In attesa di nuovi sviluppi, lo studio pubblicato su Nature Communications segna un passo importante per capire come crescono i cristalli nei metalli liquidi. Un risultato che, secondo molti esperti, potrebbe cambiare il modo in cui si progettano i materiali del futuro.
