Roma, 26 novembre 2025 – Nei primi giorni dall’avvio della nuova fase del filtro anti-spoofing voluto dall’Agcom, è emersa una vera e propria “diffusione massiccia di questa pratica illegale” nelle chiamate che partono dall’estero ma mostrano numeri italiani. A renderlo noto è stata la stessa Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che dal 19 novembre ha esteso il blocco a tutte le chiamate con numeri italiani provenienti dall’estero, eccetto quelle effettuate da chi si trova in roaming internazionale.
Spoofing, il muro alza la guardia: i numeri del blocco
L’Agcom ha fatto sapere che questa seconda fase del filtro, partita il 19 novembre dopo una prima prova ad agosto, ha portato a un blocco massiccio di chiamate sospette. I quattro principali operatori italiani – TIM, Vodafone-Fastweb, WindTre e Iliad – hanno segnalato, tra il 19 e il 21 novembre, una media di 7,46 milioni di chiamate bloccate ogni giorno. Un numero che, sottolineano dall’Autorità, è circa sei volte superiore rispetto alla prima fase, quando si fermava a 1,3 milioni al giorno e riguardava solo le chiamate dai numeri fissi italiani.
Il fenomeno dello spoofing – cioè la falsificazione del numero di chi chiama tramite l’uso illecito di numeri italiani – si è rivelato molto più diffuso del previsto. “I dati raccolti in questi primi giorni confermano che era necessario intervenire con decisione”, ha spiegato un funzionario dell’Agcom. “Lo spoofing mette a rischio la sicurezza degli utenti e mina la fiducia nei servizi di comunicazione”.
Come funziona il blocco e chi resta fuori
Il nuovo sistema blocca automaticamente tutte le chiamate con numeri italiani che arrivano da reti estere, a meno che il chiamante non sia davvero un cliente in roaming. In pratica, chi si trova temporaneamente all’estero e usa il proprio cellulare italiano non subirà alcuna limitazione. Diverso il discorso per chi usa sistemi automatici o operatori che cercano di mascherare la loro identità con numeri italiani.
“Abbiamo lavorato fianco a fianco con i principali gestori per perfezionare i controlli”, ha spiegato un tecnico di una delle compagnie coinvolte. “Solo le chiamate non legittime vengono fermate. Il sistema è fatto per ridurre al minimo i casi di blocco ingiustificato”.
Perché si è intervenuti e come hanno reagito gli operatori
L’azione dell’Agcom arriva dopo mesi di segnalazioni da parte di utenti e associazioni dei consumatori, che hanno denunciato un aumento delle truffe telefoniche e delle chiamate indesiderate. Lo spoofing permette ai truffatori di far apparire sul display un numero italiano, spesso quello di banche o enti pubblici, così da ingannare con più facilità.
“Negli ultimi mesi abbiamo raccolto centinaia di segnalazioni”, racconta Marco Galli, responsabile di un’associazione a tutela dei consumatori. “Molti sono caduti nella trappola, convinti di parlare con operatori veri. Questo filtro è un passo avanti importante”.
Gli operatori hanno collaborato attivamente con l’Autorità per mettere in piedi le nuove misure. “Proteggere i clienti è la nostra priorità”, ha detto un portavoce di Vodafone Italia. “Abbiamo messo in campo risorse tecniche e umane per garantire che il blocco funzioni senza penalizzare chi usa legittimamente il roaming”.
Il futuro del filtro e la sfida contro le truffe
L’Agcom continuerà a seguire da vicino l’efficacia del filtro nelle prossime settimane, raccogliendo dati aggiornati e valutando eventuali miglioramenti. “I primi risultati sono incoraggianti”, ammette una fonte interna, “ma lo spoofing cambia in fretta e serve restare sempre vigili”.
Gli esperti ricordano che la battaglia contro le truffe telefoniche passa anche attraverso campagne di informazione per gli utenti. “Bloccare le chiamate sospette è fondamentale”, spiega un consulente di sicurezza, “ma bisogna anche insegnare alle persone a riconoscere i tentativi di frode”.
Per ora resta il dato: oltre 7 milioni di chiamate bloccate ogni giorno nei primi tre giorni della nuova fase. Un numero che mostra quanto sia grande il problema e quanto servano strumenti sempre più precisi per difendere gli italiani dalle insidie dello spoofing telefonico.
