Agrivoltaico: un partner strategico per l’agricoltura del futuro

Agrivoltaico: un partner strategico per l'agricoltura del futuro

Agrivoltaico: un partner strategico per l'agricoltura del futuro

Giada Liguori

Novembre 26, 2025

Roma, 26 novembre 2025 – L’agrivoltaico non è un ostacolo, ma un prezioso alleato dell’agricoltura italiana. A dirlo con forza questa mattina è stato Paolo Arrigoni, presidente del Gestore dei Servizi Energetici (Gse), aprendo il convegno “Agrivoltaico: un nuovo modello di business per un valore condiviso”, organizzato dall’Associazione Italiana Agrivoltaico Sostenibile (Aias). Per Arrigoni, questa tecnologia è una vera e propria “leva economica e sociale” per il settore primario, soprattutto ora che la transizione energetica impone nuovi modi di lavorare insieme tra agricoltura e produzione di energia pulita.

Il boom del fotovoltaico in Italia: numeri che raccontano una crescita continua

I dati snocciolati dal presidente del Gse mostrano una crescita senza sosta degli impianti fotovoltaici in Italia. “A fine ottobre 2025 – ha detto Arrigoni – gli impianti installati erano 2.050.000, con un aumento del 9,6% rispetto all’anno prima, per una potenza complessiva di 42 GW, cresciuta del 13,4%”. Il confronto con il passato è netto: nel 2000 c’erano solo cinque impianti, nel 2010 erano diventati 160mila, mentre nel 2020 avevano già superato i 900mila. “Entro fine anno – ha aggiunto – dovremmo toccare quota 2.100.000 impianti”.

C’è però qualche segnale di rallentamento. Nei primi dieci mesi del 2025 sono stati messi in funzione 180mila nuovi impianti, una media di circa 500 al giorno. Un passo più lento rispetto ai 1.020 impianti al giorno del 2023 e ai 770 del 2024. “Il settore resta comunque vivace – ha osservato Arrigoni – ma si nota un calo nel ritmo delle nuove installazioni”.

Agrivoltaico: innovazione che non sacrifica la terra

Al centro del convegno c’è stato il ruolo dell’agrivoltaico, cioè l’installazione di impianti fotovoltaici nelle zone agricole senza intaccare la produttività dei terreni. “Due terzi degli impianti fotovoltaici in Italia sono su tetti e capannoni – ha spiegato Arrigoni – mentre solo un terzo è a terra, anche se questa quota sta crescendo negli ultimi anni”. Un equilibrio delicato, che cerca di coniugare energia pulita, paesaggio e attività agricole.

Secondo il presidente del Gse, “l’agricoltura sarà decisiva per raggiungere i 79,3 GW di fotovoltaico entro il 2030, come previsto dal Piano Integrato Energia e Clima (Pniec)”. Un traguardo ambizioso, visto che il Pniec punta a 131 GW da fonti rinnovabili entro fine decennio. “Per arrivarci – ha sottolineato – servirà il contributo delle aziende agricole, che possono ospitare impianti innovativi senza rinunciare alla loro produzione”.

Nuove regole e incentivi: il quadro normativo prende forma

Negli ultimi giorni è arrivata una svolta importante. Il decreto legge 175, pubblicato in Gazzetta Ufficiale appena due giorni fa, introduce una nuova definizione di agrivoltaico e apre la strada a una vera e propria certificazione del settore. “È un passaggio fondamentale – ha commentato Arrigoni – che segna un passo avanti per la tecnologia e dà più garanzie sia agli agricoltori che agli investitori”.

Gli incentivi ci sono già, ma per far crescere davvero il comparto servirà rafforzarli. “Solo così – ha concluso Arrigoni – l’agrivoltaico potrà diventare una risorsa economica e sociale per le comunità rurali, contribuendo a sicurezza energetica e tutela dell’ambiente”.

Agricoltura e energia: una sfida che riguarda tutti

Durante la mattinata, chi lavora nel settore ha ribadito che l’integrazione tra agricoltura ed energia rinnovabile è una delle sfide più urgenti per il futuro dell’Italia. “Non è solo questione di numeri o tecnologia – ha detto un imprenditore agricolo in sala – ma di ripensare come produciamo cibo ed energia, puntando sulle risorse del territorio”.

Il dibattito resta aperto. Tra esigenze produttive, rispetto del paesaggio e obiettivi climatici, l’agrivoltaico si prepara a diventare uno dei protagonisti della transizione verde italiana. E mentre i numeri continuano a salire, la vera sfida sarà costruire un modello sostenibile che metta al centro le persone e le comunità.